
Oggi vorrei spendere assieme a voi un poco del nostro tempo per cercare di mettere il focus sulle relazioni dei pesaresi sui social network, su tutti Facebook e Instagram. Partiamo dal fatto che le statistiche dello scorso anno, ovvero il 2018, tracciano una crescita esponenziale delle iscrizioni di utenti attivi e reali, non troll o profili civetta, e vedono un aumento di utenti a Pesaro e Provincia di ben il 44% in più, rispetto al 2017, suddivisi per ordine di età. Infatti i nostri ragazzi, dai 16 ai 30 anni, preferiscono il social fotografico Instagram, mentre sempre le statistiche parlano di un netto incremento anche degli over 35 anni su Facebook.
Socialmente, dunque, siamo di fronte a uno spaccato generazionale, in Italia i numeri parlano, infatti, di 19 milioni di giovani su Instagram per un totale del 36% della popolazione italiana, contro i 31 milioni di utenti che si sono registrati a Facebook, che se da un parte ha spinto a connettersi, per curiosità o per necessità di rimanere al passo con i tempi, anche persone molto più adulte, ha anche perso sensibilmente la fascia giovanile con un 40% in meno che parla ben chiaro su come sono scollate le zolle e sempre di più si sia creata questa forbice mediatica fra due generazioni, e mondi in allontanamento.
Nello specifico, i pesaresi sono attratti da Facebook per una sete quasi morbosa di informazioni, visto che sempre di più quest’era informatica, ci sta spingendo a vivere in modo collettivo e virtuale e, allo stesso tempo, quasi contemporaneo allo svolgimento di una manifestazione o di un fatto di cronaca, che mette la notizia in tempo reale.
Alla fine basta poco, un semplice cellulare, e giga a sufficienza, che ora le compagnie telefoniche quasi preferiscono al traffico voce, arrivando ad eliminare in quasi tutte le offerte per esempio gli sms, per facilitare il flusso in rete. I pesaresi, così, sono diventati in molti casi cronisti loro stessi, di quello che vedono di anomalo attorno a loro, e alle volte approfittano dello schermo anche per diventare predatori, invadendo lo spazio privato di altri utenti, dimenticando che Pesaro è piccola e prima o poi ci si conosce tutti. Ma, spesso, agiscono in questa maniera aggressiva perché pensano che non metterci la faccia, in qualche modo allentI i freni inibitori, che magari si hanno in un confronto live in piazza del Popolo o in via Branca. Emerge tanta volontà di voler comunque essere protagonisti attivi della propria vita, e allora a differenza di qualche anno fa, quando i pesaresi erano restii a pubblicare le proprie foto, ora bombardano come se fossero in una ipotetica gara, a dimostrare chi vive una vita più social degli altri, allora anche la privacy, spesso, va a farsi benedire, perchè postano di tutto. Va considerato anche comunque un aspetto ben più positivo che, in questi anni gli eventi sono diventati più immediati, come ad esempio la recente campagna elettorale del Sindaco uscente Matteo Ricci, che è stata promossa quasi unicamente tramite video dirette e comizi on line. Mentre oltre al famoso Sei di Pesaro se… sono nate tante altre alternative nel settore gruppi, dove la gente si ritrova anche dal di fuori dello schermo come il Gruppo dei I Bsares di Andrea Binda, o altri di informazione e scambio di informazioni, come il nostro Pezaro, altri di fotografie come Pesaro è la mia città di Riccardo Travaglini, e tantissimi altri dove gli utenti sono più o meno attivi e interattivi, cosa importante per il buon funzionamento di una comunità virtuale.
Per quanto riguarda i giovani pesaresi, a loro gruppi e pagine Facebook non interessano più, chi aveva il profilo su Facebook prima dell’avvento di Instragam magari lo ha mantenuto per pura comodità, ma lo apre veramente poco.
I giovanissimi non si iscrivono più al vecchio social, stanchi di dover argomentare, discussioni o dibattiti, si rifugiano su Instagram, dove in particolare le storie della vita quotidiana diventano l’attrazione principale, per tutti e di tutti, una sorta di televisione locale, per vedere gli spaccati della vita altrui e per mostrare la propria. Poi in particolare il pubblico femminile anche pesarese infiamma il social network con foto dei propri outfit, molto ben coordinati e alle volte decisamente ammiccanti. I maschietti invece si rifugiano più nella pubblicazione di foto di gruppo con le loro compagnie, o di sport, qui su Instagram il mondo apparentemente se pur sotto i riflettori della madre rete, non sembra essere cambiato più di quel tanto, certo ci sono le Hit Girl, che bombardano alla ricerca di popolarità e di like anche più volte al giorno, magari per cercare di diventare le nuove influencer della rete, che potrebbero ricevere dei benefit come i pacchi che arrivano a casa con i vari prodotti di bellezza che non pagano in cambio di una ottima recensione e possono essere indossati, o semplicemente citati nelle proprie storie.
Tutto questo accanimento virtuale, in entrambi i casi, sia dei non più giovani e sia dei giovanissimi un effetto lo ha già avuto, un accanimento nelle discussioni di Facebook, e ci ha regalato delle ragazze molto più aggressive rispetto ai maschietti pari di età, ma soprattutto ha sicuramente diviso ancora di più le due generazioni, e allo stesso tempo ne ha minato le fondamenta, imprigionandole in qualcosa di virtuale e ridandoci dei ragazzi che nella vita sociale spesso sono confusi e non si sanno più relazionare (ora una storia d’amore per esempio si chiude bannando una persona, non dicendogli addio dal vivo).
Il problema penso che venga da tutti noi, che forse siamo chiamati a fare un passo in dietro, quanto infatti c’è stato un recente black out di Facebook, Instagram e What’sApp, ho sentito parlare di gente che per una giornate era felice. A loro, in primis, mi rivolto, alle volte sarebbe che gli adulti smettessero di restare incollati con il loro sguardo sui telefonini e lo alzassero sul mondo reale.
Danilo Billi