Ci sono stagioni che proprio non puoi dimenticare, ci sono giornate di sport che ti fanno piangere di gioia, oggi per la mia carriera di tifoso è stato una data importante, indelebile: prima la mia squadra del cuore il Bologna Football Club ha conquistato la permanenza tanto sofferta in serie A, poi una volta rientrato a Pesaro sono rimasto incollato a quel maledetto e poi benedetto cellulare, per cercare di aspettare il verdetto definitivo di gara due delle mie ragazze di Bottega in quel di Ascoli. Risultato che non arrivava mai, come quelle volta a Ostra che ci vollero ben 3 ore e 30 di gioco, ed ecco un ultimo aggiornamento poco prima delle 24 con una bella notizia, la vittoria per 3 a 1 ad Ascoli, che equivale alla promozione in serie C.
Raccontare un anno di emozioni vere e pure con poche parole non è facile, ci sono stati tanti momenti per me, new entry nella famiglia del Polisportiva, i primi sicuramente di smarrimento dopo tantissimi anni in un’altra società, ma avevo fatto una scelta di cuore, e non di testa, volevo assolutamente passare una stagione a Bottega, quel Bottega che nel corso della mia lunga vita pallavolista mi era sempre sfuggito, ma quello stesso Bottega che avevo sempre ammirato per la sua tenacia, per alcune giocatrici conosciute sui campi negli anni, per il suo coriaceo coach, Lalla Renda, e per il grande affetto che mi lega da sempre al babbo Alberto Renda.
Mi ricordo il primo giorno quando la Lalla mi ha fatto sedere in panchina con la squadra davanti e mi ha presentato a loro, quelle cose che ti lasciano sempre un po’ di imbarazzo, anche perché ti senti le guance rosse e ti sembra di andare a fuoco. Poi i primi allenamenti, le prime foto, le prime amichevoli in particolare quella con Gabicce, dove ho preso la mia decisione di dedicarmi unicamente alla causa del canguro. La prima vittoria alla prima di calendario con il primo spritz e le foto con le ragazze al bar vicino alla palestra, le prime cene assieme, e poi la prima trasferta in quel di Fano. Lo striscione “Tuona” portato in un allenamento durante la settimana, e chissà quanto avrà pensato male di me la Lalla, talmente attaccata alle sue cabale, delle doppie felpe, delle sigarette fumate in alternanza prima delle partite, dello stesso posto auto sempre prima delle partite. Ma, come dico, non si può spiegare cosa sia la famiglia Bottega, fino a che non ti accettano e fino a quando non capisci che senza neppure accorgertene ne fai parte, bella anche la presentazione in palestra, e l’orgoglio prima di partire di casa e di imboccare la Montelabbatese con addosso la felpa della società. Molte mamme, magari, hanno pensato che avessi avuto le mie cocche nelle foto, ma piano piano tutte le ragazze sono diventate parte di me, parte del mio cuore, parte del mio vanto, parte del mio sentirmi a casa, anche a oltre 26 chilometri di distanza da Pesaro e 180 da Bologna.
Ci sono stati tanti momenti, ma quando si vince un campionato si ricordano sempre quelli belli come la vigilia di Natale tutti a casa Renda, come quella foto che mi piaceva più di altre, come quella dove una smorfia per molti era una smorfia ma per noi era una simpatica faccia, dopo un’azione che ci ricordavamo a memoria.
In questa stagione ho avuto il piacere di scoprire la simpatia della Becce, rafforzare il rapporto con il mitico Tambu, conoscere un grande uomo dentro e fuori dal campo come Citro (mi ha promesso che quest’estate mi insegnerà a palleggiare), e le ragazze tutte che spesso ho scocciato per sapere a che ora c’era la partita o gli allenamenti su Instagram, ma che sono sempre state magnifiche nei mie confronti.
Alle cene fatte assieme e non, ma soprattutto a chi mi fa fatto innamorare di Bottega, ovvero la amica Lalla, che mi ha ritrasmesso la voglia di amare questo gioco e che è un forza della natura.
Non ultimo, i miei ringraziamenti vanno a tutti i segna punti che mi hanno sopportato al tavolo mentre facevo le foto, all’Annalisa sempre solerte quando avevo bisogno di qualcosa ma, in particolare, ad Alberto Renda, che è sempre stato in questi anni quel faro che mi ha guidato in un porto sicuro, dove ho deciso di mettere a vita gli ormeggi e che, allo stesso tempo, nonostante il carattere un po’ fumantino, ha sempre ricoperto per me una figura paterna. Torniamo in C e tutta la gioia che ho dentro la dedico a lui che non ha mai smesso di combattere, al presidente Giancarlo, e a una stella chiamata Chicca che ci ha sorriso da lassù. Io non ho avuto modo di conoscerla bene, ma sono sicuro che ha guidato tutti noi in questa lunga stagione. Forse, sicuramente ho dimenticato qualcuno o qualcuna, ma questa è solo la lettera di un tifoso felice. Questa sera fuori Tuona!!!
Danilo Billi