La vita è sempre imprevedibile. Un anno fa non avrei mai pensato di ritrovarmi a dare la prevalenza alla scrittura creativa piuttosto che alla fotografia, ma in 365 giorni cambiano tante cose.
Questo preambolo per raccontarvi semplicemente un mio breve vissuto.
Ma per questo, bisogna che aspettiate che io riavvolga un poco il nastro.
Un anno fa ho conosciuto una persona, con il tempo siamo diventati amici e, chat dopo chat, si è parlato spesso del suo stile di vita e della sua passione per il Taekwondo.
La vita alle volte è strana, perché sembra che vi voglia mettere di fronte a pubblicità mirate, come quando guardate Instagram o Facebook, e magari da poco avete cercato nei motori di ricerca… che ne so… obiettivi per macchine fotografiche, state certi che da quel giorno li, magicamente gli algoritmi di Internet vi proporranno solo obiettivi di reflex in ogni dove, ad ogni costo, per ogni occasione e marca.
Cosi è stato anche per il Taekwondo, mentre parlavo con questa mia amica mi apparivano in continuazione, video, e sopratutto foto.
Dapprima rimasi incuriosito da questa arte marziale, poi volli conoscerla più da vicino e, grazie sempre a questa mia amica, ho assistito ad alcune manifestazioni pubbliche come ad esempio a Fano, e lì ho capito che volevo fare parte di questo mondo, tutto diverso da quello da cui provengo io, ovvero lo stadio con il Bologna e la pallavolo come fotografo. Un mondo che, piano piano, grazie, al Maestro Federico Zazzaroni, ho avuto la possibilità di conoscere da vicino, fra manifestazioni di grandi e piccini, e allenamenti, e che non finirò mai di ringraziare per questo, perché in un periodo della mia vita in cui forse mi ero seduto troppo sul tracciato battuto mille volte, cioè il solito sentiero che mi portava sempre nella stessa direzione, mi si è aperto un orizzonte nuovo, come quando una sera di tanti estati fa venendo da Bologna sono approdato a Pesaro e alcuni amici mi hanno portato a vedere le stelle in riva al mare, lì mi sono reso conto che le stelle, come in quella notte di afosa estate, non le avevo mai viste davvero.
Così come non avevo mai fatto parte di un gruppo di persone che in silenzio sudano e con tutte le loro forze continuano a portare avanti un ideale, che non è insegnare calci e pugni per fare a botte con gli altri, ma tutt’altro, è uno stile di vita in pace e in armonia, un’arte marziale fra le più belle e complete alle quali io abbia mai assistito. Un’arte marziale che, nonostante sia arrivata alle Olimpiadi, non naviga certo nell’oro, e che in particolare a Pesaro è schiacciata dalla concorrenza di tre sport quali: basket, calcio e pallavolo che, sia nel maschile che nel femminile, portano via un bacino di utenza e di visibilità davvero notevole.
Così la Chung Taekwondo Pesaro si basa sulla caparbietà e sulla voglia di portare avanti questa antica tradizione e di passarla come un testimonial alle nuove leve. Senza disdegnare, se possibile, di confrontarsi anche all’estero con altre realtà, sia che siano gare di forme e combattimento, oppure semplicemente stage formativi.
E poi i più che non sanno tutte le dinamiche che ci sono dietro le quinte, penseranno che un semplice fotografo deve solo mettere a fuoco e scattare; bene non è proprio così. Io ho voluto studiare questa arte immortalandola, e qui va nuovamente un grande ringraziamento a tutta la scuola del Chung Pesaro, allievi compresi, che oltre a sudare sul campo, hanno dovuto sopportare anche la mia presenza; solo in questa maniera ho potuto apprendere e respirare il vero spirito che aleggia in palestra.
Qualcosa di magico che difficilmente ho trovato altrove.
Dunque visto che la stagione, purtroppo, è finita, non posso che ringraziare tutti, in particolare Federico Zazzaroni e Marzia Paolini, per l’opportunità che mi hanno offerto e per il tempo che mi hanno dedicato, con la speranza di aver lasciato un bel ricordo con qualche bella istantanea.
E se troppi di noi non vivono i loro sogni perché sono imprigionati nelle loro paure, il taekwondo è l’arte marziale giusta per poter rompere queste catene.
Grazie di tutto, riparto dal mio viaggio sicuramente con un bagaglio spirituale molto più ampio e, soprattutto, più ricco.
Danilo Billi