A proposito del divieto di fumo sulla battigia e in acqua, non era meglio creare delle aree solo per fumatori?

Il recente decreto antifumo sulla battigia di Pesaro ha suscitato mille proteste e mille prese di posizione. Da sempre si sa che fumatore e non fumatori non sono mai andati d’accordo, ma basterebbe, alle volte, solo un po’ di buon senso. Chi vi scrive è un “fumatore pentito”, che fa uso delle bionde da almeno trenta anni, e che ha accolto il decreto di non poter fumare più sulla battigia di buon grado, essendo consapevole che il fumo delle sigarette potrebbe dare fastidio a bambini e semplicemente a chi non fuma. Inoltre le cicche gettate sull’arenile, fatte poi scomparire “elegantemente” con un po’ di sabbia sopra, non sono biodegradabili, e anche su questo sono d’accordo, la natura va protetta e rispettata perché,viste le stagioni anomale a cui abbiamo assistito negli ultimi anni, qualche interrogativo anche il sottoscritto se lo è posto. Il punto, però, non è chi come il sottoscritto che vi scrive e che da qualche anni si è anche munito del porta cicche, svuotato poi regolarmente nel primo bidone trovato sul cammino, ma consiste nel fatto che molti altri non sono tolleranti, sia dalla parte dei fumatori che dei non fumatori. Basta un niente per fare esplodere come sempre le solite litigate, tanto che io personalmente sto evitando di fumare anche sotto il mio ombrellone. Certo, perché, purtroppo, una volta fatta la regola sarebbe giusto anche definirla, per esempio nella spiaggia di Ponente dove da anni l’erosione ha assottigliato e mangiato la spiaggia, basta un poco di mare mosso per ritrovarsi l’acqua anche in terza o quarta fila e di conseguenza quello diventa il nuovo arenile, mentre nelle spiagge più grandi andando verso il tratto Pesaro-Fano, nei week end di sole addirittura non bastano neppure i posaceneri e, comunque, fra sigarette elettroniche che vanno per la maggiore, e bionde tradizionali, in ombrelloni da 30 persone il rischio è che 29 fumano.

La soluzione migliore sarebbe quella di eliminare del tutto il fumo di sigarette al mare e sull’arenile, delimitando delle zone apposite come ci sono fuori da alcuni locali, create quando uscì l’ordinanza che al chiuso non si poteva più fumare, in modo, così, da mettere tutti d’accordo, e creare allo stesso tempo anche delle aree di socializzazione, io, infatti, ho conosciuto metà dei miei amici andando a fumare fuori dai ristoranti. Anche perché poi questa maledetta linea immaginaria che delimita dove è consentito fumare e dove no, in un arenile, dove a causa di poche onde ben assestate, cambia di continuo è una cosa che non sta più né in cielo né in terra. Ripeto, secondo me era più corretto e rispettoso per tutti o che non si facesse affatto questa ordinanza o che si mettesse uno stop deciso all’uso delle sigarette tradizionali ed elettroniche, perché se è vero che alcuni modelli di queste non hanno filtro nello stick di tabacco come per le iquos se il problema per molti è anche la puzza di fumo, queste ne producono anche in quantità elevate. Insomma come sempre, un altra cosa all’Italiana con un decreto di arbitraria interpretazione sui metri giusti dove potersi accedere una sigaretta, e quelli da matita rossa, per rimpinguare le casse del Comune con multe fino a 500 euro. Come sempre si è persa l’occasione per poter fare qualcosa davvero di concreto e non una mezza cosa tirata per i capelli. Che peccato!!!

Danilo Billi

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