-Ciao Vanessa, prima di tutto grazie per aver accettato di fare questa intervista e per parlarci un po’ della tua esperienza nel calcio a 5 femminile di Pesaro e dintorni. Quando hai iniziato a giocare?
“Ho iniziato fin da ragazzina, quando ancora purtroppo non c’erano vere e proprie squadre femminili per la mia età, infatti spesso giocavo con i maschi, è stato un amore a prima vista, anche perché da sempre mi sono piaciuti gli sport di squadra”.
-In famiglia qualcuno giocava a calcio o calcetto?
“No, ma in famiglia ho il mio tifoso numero 1, mio padre, che mi ha sempre seguito in tutte le categorie!!!”.
-La tua prima squadra e, di conseguenza, il tuo primo campionato di un torneo di calcio a 5?
“E’ stato un campionato UISP e la squadra si chiamava Ledimar Club perché le nostre partite casalinghe le giocavamo proprio nei campi del Ledimar”
-Poi come è proseguita la tua carriera?
“La mia prima categoria “seria” l’ho fatta a 23 anni, con la società Rotellistica Adriatica, che giocava a Pesaro nei campi del LungoFoglia, e che aveva già una squadra femminile che stava militando nella FIGC in serie C regionale e aveva bisogno di ampliare l’organico, così hanno chiamato me e altre quattro mie amiche. Ci siamo subito ben inserite nel gruppo, anche se poi, negli anni, per un motivo o per l’altro sono rimasta solo io. Alla fine di questa avventura, con quasi tutta la squadra al seguito abbiamo fondato il Flaminia Fano, con il quale abbiamo fatto una cavalcata vincente, fino ad arrivare all’ambita serie A nazionale. Poi, però, vuoi per il troppo impegno richiesto, vuoi per alcune vicissitudini fra noi giocatrici e la società, l’esperienza è durata un solo anno e la squadra si è sciolta, rinunciando alla partecipazione al campionato successivo”.
-Prima di andare via, però, hai giocato la serie A, che bagaglio di esperienza ti sei portata con te?
“Prima di tutto posso ritenermi orgogliosa di aver potuto partecipato al primo campionato in assoluto di serie A nazionale femminile, al quale hanno avuto l’onore di partecipare solo 12 squadre in tutta Italia, oltretutto raggiungendo la salvezza con 3-4 giornate di anticipo, e chiudendo il campionato a metà classifica. Abbiamo giocato per la prima prima volta contro squadre con due o tre straniere professioniste e con realtà societarie molto diverse dalla nostra. La prima volta in assoluto che ho preso un aereo nella mia vita, l’ho fatto per fare una trasferta, quella di Cagliari, dove abbiamo anche vinto davanti a un palazzetto pieno, e affrontato una delle giocatrici più forti del torneo, la brasiliana Luciléia. Il PalaBiagioni di Cuccurano, dove giocavamo le nostre partite casalinghe, era una piccola bomboniera ed era sempre strapieno, in fin dei conti era una bella novità per tutti la Serie A a Fano! Insomma, posso affermare che, sia per me che per le mie compagne, è stata una bellissima esperienza, soprattutto perché è stata una serie A conquistata sul campo e affrontata con i nostri mezzi, che erano sicuramente molto inferiori a quelli delle altre squadre partecipanti. La stagione seguente sono tornata a giocare in serie C regionale, sempre in un campionato di FIGC a Pian di Rose, mentre le mie compagne avevano scelto altre strade, una volta terminata l’esperienza in serie A. Quell’anno, pur essendo stato bello, ero davvero arrivata con l’acqua alla gola, perché fra lavoro, vita privata e le distanze che dovevo affrontare ogni volta anche solo per dovere andare ad allenarmi, come si dice qui a Pesaro “non davo davvero più il resto”, e allora ho deciso di smettere”.
-Vanessa a questo punto apriamo il capitolo Incoming?
“Sì, nel frattempo le mie compagne avevano iniziato un percorso in UISP con questa nuova società, e io mi sono unita a loro. In questi lunghi 7 anni siamo sempre state ai vertici, abbiamo vinto molti campionati e coppe, insomma siamo sempre state la squadra da battere, ma soprattutto ci siamo divertite tantissimo e abbiamo continuato a giocare insieme che per noi era la cosa più importante. Ora come ora, non so se faremo ancora la squadra il prossimo anno, un po’ per come si è chiuso questo campionato quando nei play off ci sono state delle situazioni spiacevoli che non sto a raccontare, ma che hanno sicuramente creato malumore tra le mie compagne, che già erano stanche perché non più giovanissime e tutte impegnate fra lavoro e famiglia. Le giovani, purtroppo, non sono in numero sufficiente per prendere il posto di chi lascia e, dunque, chissà… io ho ancora voglia di giocare e spero di poterlo ancora fare, vedremo… per il momento non si sa nulla di concreto, di sicuro, conoscendomi, non starò ferma”.
-In questo momento molto particolare per il calcio a 11 femminile che sicuramente è tutto un altro sport al cospetto del calcio a 5, l’opinione pubblica, anche dopo aver visto i mondiali femminili è sensibilmente cambiata verso l’idea che una ragazza possa amare il calcio o il calcetto.
“Sì, sicuramente, la gente sta aprendo gli occhi e soprattutto spero che le ragazzine di oggi possano trovare meno ostacoli e dogmi mentali nel potersi innamorare e praticare il calcio a 5, inoltre qui a Pesaro i colleghi del maschile si sono da poco laureati campioni d’Italia e speriamo che magari chissà… possa nascere presto qualche altra squadra, oltre le solite 7 formazioni di Pesaro e Provincia, fra tante difficoltà, come ad esempio quella anche di giocare all’aperto per mancanza di strutture, spero possa finire un giorno”.
-Chi sei nella vita di tutti i giorni, ovvero quella fuori dal terreno di gioco?
“Sono un’impiegata, sono molto sportiva, tanto e vero che amo da matti i giochi di squadra, e quando non gioco a calcio a 5 mi diletto con il beach tennis in cui mi piace anche a organizzare qualche torneo, sono tifosissima dell’Italservice che ho sempre seguito quest’anno nei play off anche in trasferta, mi piace scrivere, infatti, in passato mi sono anche divertita a scrivere le cronache sportive delle partite dell’Incoming e sono felicemente fidanzata”.
A cura di Danilo Billi