“Bar Sport”, un film per me prezioso come l’aria e in cui mi rispecchio con piacere

Fra i films legati a Bologna e al mondo del pallone che porto sempre nel cuore, ce ne sono due in particolare. Il primo si intitola “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, ambientato proprio nella nostra città che narra la vita e le turbe d’amore di due giovanissimi attori (Accorsi e Violante Placido), alle prese con il loro primo film da protagonisti, totalmente ambientato fra Bologna centro e le sue colline, atto a raccontare in chiave adolescenziale un’insolita storia d’amore. Ma un film che per me è diventato prezioso come l’aria che respiro e in cui mi rispecchio con piacere è sicuramente “Bar Sport”.

Il film, ambientato nella metà degli anni settanta, vede coinvolti i clienti abituali e gli avventori di un modesto bar della provincia bolognese.

Per la precisione gran parte della pellicola è stata girata nel centro Bolognese dopo averne adattato gli esterni.

Gli attori che fanno parte del cast sono di tutto rispetto, tra questi Claudio Bisio nel ruolo di Eros il tecnico, Angela Finocchiaro, la vecchietta, Lunetta Savino, un’altra vecchietta, Claudio Amendola, un avventore, Teo Teocoli, Renzo, il playboy, e tanti altri.

La forza di questa pellicola è la voglia di trasmettere quel senso di spaccato di vita bolognese che si viveva, e che in parte ancora si vive nei vecchi e storici bar di Bologna, che diventano per molti una seconda famiglia, un punto di aggregazione forte, tanto da entrare a fare parte della vita di tutti i giorni, Si vive lì tutti assieme, fra partite di carte, gite fuori porta, come quella con il pullman organizzato per seguire Fiorentina vs Bologna, ma i nostri eroi non arriveranno mai a destinazione, perdendosi in montagna e ripiegando su una vecchia radiolina che trasmette la partita dove il Bologna, annunciato come clamorosamente in vantaggio alla fine del primo tempo, alla fine perde per 7 a 1.

Il bello del Bar Sport è proprio questo, dal tramandare leggende popolari strettamente bolognesi, alla mitologia dei racconti delle avventure e disgrazie dei nostri eroi legati alle loro storie che, come si sa, di racconto in racconto, diventano poi delle leggende, vedi il personaggio di Teo Teocoli, ovvero Renzo, il playboy della riviera romagnola, o le prodezze di Michael Galuzzi, nei panni del cinno che deve girare in bicicletta per fare le sue consegne senza toccare il manubrio della bicicletta stessa. Le gare a boccette con il bar rivale, per l’egemonia del paese, la pasta Luisona, simbolo del Bar, come l’insegna che non si accende mai quasi tutta per intero, la bellezza di Aura Rolenzetti che interpreta Clara, la cassiera che arriva da Loiano e che in breve tempo diventa la vera e propria pin up del locale. Ma su tutti emergono le figure di Claudio Bisio, ovvero Eros il tecnico, sempre protagonista in ogni azione che si svolge all’interno del Bar e, ovviamente, Giuseppe Battiston, ovvero Onassis, il barista tirchio proprietario e timoniere di tutta la nave.

Il Bar Sport raccoglie successo non solo nell’ambito bolognese, dove gioca in casa, ma da una sterminata platea italiana che frequenta e ama la vita del circolo e che in qualche maniera si identifica e si rappresenta in questo film, comico ma allo stesso tempo arguto nel raccontare le vite private e le singole storie dei personaggi.

La pellicola è stata tratta dall’omonimo libro scritto da Antonio Stefano Benni, nato a Bologna il 12 agosto del ‘47, scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo italiano.

Benni ha una lunghissima carriera alle spalle e un curriculum che parla da solo. I suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue. Ha collaborato con i settimanali: L’Espresso e Panorama, con i satirici: Cuore e Tango, con i mensili: Il Mago (dove esordì e dove pubblicò a puntate parte di Bar Sport) e Linus, con i quotidiani: La Repubblica e Il Manifesto. Da qualche anno pubblica racconti inediti tradotti in arabo sulla rivista Al Doha.

Molto conosciuto anche nel panorama Rai per la sua collaborazione con Beppe Grillo e non solo, dal 2018 è supervisore artistico della Scuola e accademia di recitazione del Teatro stabile di Roma, diretto da Maria Beatrice Alonzi.

Applausi, dunque, per il “Bar Sport”.

Danilo Billi

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