Il 6 ottobre 2010 è un giorno che, nel bene e nel male, sarà ricordato per aver rivoluzionato il mondo della diffusione dell’immagine fotografica. Infatti in tale data fu lanciato sul mercato Instagram.
Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata, ben 10 lunghi anni, nei quali questa piattaforma è riuscita ad attrarre oltre 800 milioni di iscritti, divenendo, attualmente, il secondo social network per popolarità nel mondo e, in modo assoluto, il primo sito web per numero di foto condivise.
La ragione del successo è da attribuire in gran parte alla facoltà data ai possessori di smartphone di poter realizzare delle immagini che, grazie all’utilizzo di filtri e correzioni istantanee, riescono a gestire una serie incredibile di effetti.
Dunque si scatta, si modifica e si carica, e la foto o il video delle storie in pochi minuti è già on line, ovunque voi vi troviate, senza dover aspettare di essere collegati ad un computer, di scaricare le vostre riprese ed eventualmente lavorarle.
Come spesso accade con il cambio di paradigma – siamo nel mondo 2.0 – professionisti e appassionati sono divisi nel giudicare gli effetti sulla vita sociale e lavorativa dei consumatori, una dimensione che va ben oltre il solo mercato della fotografia e degli appassionati della stessa.
Chi pensa che stia cambiando definitivamente il modo di fare conoscenza del mondo, chi, invece, punta il dito sulla perdita del senso del vero e del reale, chi ritrova la conferma di un decadimento del valore del contenuto e della ricerca, sommersa dal sovraccarico di immagini immesse ogni giorno in rete e dalla forza del piano espressivo (il visibile).
Dal punto di vista della fotografia e del mercato, è importante sottolineare come molti giovani fotografi abbiano avuto, così, la possibilità di far conoscere i propri lavori a un pubblico incredibilmente ampio e piuttosto ricettivo ed interessato.
Così, al tempo stesso, lo strumento risulta utile anche ai professionisti già affermati per promuovere le proprie opere e per contattare un utente giovane e non specializzato.
Ma tale successo si è ripercosso anche in modo negativo per chi ha sempre vissuto di fotografia e ne ha fatto il suo mestiere, senza considerare il contro altare dei mercati, in netto ribasso ad esempio nella vendita di reflex e relativi accessori per la fotografia, se si escludono alcuni campi come quello sportivo o industriale, ora ad avere il pugno forte dei mercati sono solo i telefonini di ultima generazione che, di mese in mese, escono potenziati proprio nella prestazione della propria fotocamera, perché i giovani pensano ormai che delle buone fotografie dipendano dal tipo di fotocamera e di programma di effetti che possano supportare il proprio devaice, un tempo nato solo per telefonare e messaggiare.
Su questa piattaforma sono postate 70 milioni di foto al giorno e i like, sempre nelle ventiquattro ore, raggiungono la cifra di 2,5 miliardi. Gli utenti attivi al mese sono circa 300 milioni (fonte AIFOTO). Ricordiamo che Instagram è il social network più usato dai teenager, il 23% degli utenti è under 24, contro il 19% di Facebook (fonte comScore).
È nel fascino che l’App genera nei confronti dei giovani che si misura la sua dote, ovvero, quella di riuscire ad avvicinare un pubblico profano ad un mondo ritenuto per pochi e molto complesso. Se anche un solo fruitore si appassionerà alla fotografia grazie al suo utilizzo, allora sarà una vittoria per l’intero comparto del Photo & Digital Imaging.
Bisogna comunque rilevare come il social network acquisito da Facebook nel 2013 evidenzia delle caratteristiche che non invogliano molti professionisti a utilizzarlo con continuità. Il primo e più importante riguarda l’accettazione dei termini di utilizzo dell’applicazione. In sintesi, una volta pubblicate le foto, Instagram non diventa proprietario dell’opera, ma si riserva il diritto di poterla utilizzare senza la necessità di alcuna autorizzazione da parte dell’autore. In secondo luogo, è necessario soffermarsi sulle qualità dell’immagine creata.
Non avendo necessità di utilizzare programmi di post-produzione (per es. Adobe Photoshop) per ritoccare i propri scatti, il programma consegna al fruitore un’immediatezza e una semplicità unica, ma, al contempo, ciò può andare a discapito della qualità del file, in particolare se si decide di scattare direttamente dal proprio smartphone.
Le limitazioni che lo scatto con il cellulare dà al fotografo artista improvvisato sono tali che Instagram non può sostituire una fotocamera. Per questo motivo sempre più professionisti pubblicano sul social delle fotografie realizzate con la propria reflex. Così facendo, si è in grado di mitigare alcune problematiche tecniche, riuscendo al tempo stesso a sfruttare tutte le qualità della piattaforma, anche se, ovviamente, si pubblicano così meno foto data l’immediatezza con cui queste sono scattate real time, ad esempio di un tramonto sul mare, o di una minaccia di un tromba d’aria che oscura il cielo e si avvicina a scaricare la sua tempesta sul paesaggio, anche se ci sono dei limiti precisi che un telefonino non può assolutamente superare.
Un fotografo professionista può, prima di tutto, con il suo strumento di lavoro dedicato (sempre di più anche le grandi case madri si stanno adoperando ad installare una rete di wifi per il trasferimento immediato sullo smartphone della o delle foto scattate dalla propria reflex, o varie super compatte di ultima generazione per ovviare a questo gap temporale), ovvero scattare un ritratto aprendo e chiudendo manualmente il diaframma per dare la propria interpretazione di profondità di campo, e dunque di visione e imprinting che si vuole dare alla propria immagine, come nello sport, per la la velocità della raffica e la luminosità degli obiettivi, nella stessa ritrattistica sia da studio che non, e anche nel campo dell’urban street con la possibilità di intercambiare, ad esempio, obiettivi che riproducono foto ovalizzate o allungate e schiacciate dal grandangolo, ma ancor di più nella fotografia industriale dove al primo posto c’è la post lavorazione o dove la qualità stessa degli scatti la fanno ancora oggi da padrone.
Insomma situazioni importanti e imprescindibili, nelle quali il fotografo e la sua attrezzatura fanno ancora la differenza. Instagram ha avuto il pregio di avvicinare tantissime persone alla fotografia, ma solo una piccolissima percentuale di essa ha poi voluto approfondire, non accontentandosi solo dello smartphone ma andando decisamente oltre e recandosi in un qualsiasi punto vendita al dettaglio (ultimamente decisamente diminuiti e che, oltre il nuovo, trattano a prezzi vantaggiosi anche l’usato) e fare il grande passo, anzi purtroppo sempre più spesso, vediamo delle aspiranti modelle farsi immortalare da amiche, e persino in alcuni matrimoni le figura del fotografo e del video maker sono state sostituite dai conoscenti con il cellulare che facevano l’uno e l’altro.
Spero, però, che poi i novelli sposi non si lamentino del prodotto finale che, da sempre, è stato affidato a professionisti del mestiere che hanno un costo, ma propongono e svolgono un servizio ben al di sopra di quello di persone che si improvvisano.
Insomma, Instagram continua sui forum di discussione a dividere le due parti in causa, ma dalla sua c’è il fatto che ha inevitabilmente catturato un mondo giovanile, molto spesso fatto dal mordi e fuggi, che si è inevitabilmente, anche in Europa, letteralmente fagocitato altri social, come Snapchat, o lo stesso Twitter e, allo stesso tempo, portato via gli utenti più giovani che non si iscrivono più neppure a Facebook, perché ora i ragazzi oltre che attraverso agli scatti parlano tanto anche con le proprie storie, create da foto stesse o da brevi filmati per la durata di 24 ore, cambiando radicalmente la comunicazione che ancora di più come già scritto in precedenza parla a suon di immagini che ci bombardano di continuo.
Così guardando il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, questa è una sorta per molti fotografi stantivi di cercare sempre di più di uscire dai loro schemi di sempre, fatti magari di albe, spiagge e tramonti e di andare alla ricerca di qualcosa di nuovo per rubare l’attenzione di chi scorre sotto gli occhi ogni giorno migliaia di fotogrammi conquistando così anche tanti like, che certamente sono un grande attestato di merito sul campo in questo mondo 3.0.
Danilo Billi