E’ ripartito un altro campionato di calcio, purtroppo è ripartito come era finito lo scorso, falcidiato dal Covid-19, e che aveva visto Il Bologna e tutte le altre squadre della nostra serie A giocare davanti a stadi deserti per via delle ormai note limitazioni nel fare entrare il pubblico, tagliando di conseguenza una fetta non da poco di indotto alle stesse “piccole” società e regalandoci un calcio molto più vuoto e asettico. Purtroppo, per via sempre dell’emergenza sanitaria si riparte da dove ci eravamo lasciati, con qualche stadio che per ora, in particolare grazie al governatore dell’Emilia Romagna, ha visto per esempio a Parma la presenza di circa 1000 spettatori, poca cosa. Pur sapendo bene che questa restrizione è stata messa in campo per far sì che si possa alla lunga vincere questa grande e prioritaria battaglia contro questo virus, penso, tuttavia, che non vedere la tifoseria organizzata al suo posto, zeppa di gioia a sventolare i nostri vessilli, sia l’ennesimo colpo al cuore e decadimento di un calcio già agli sgoccioli, da quando i fantasisti in Italia siano un ricordo lontano che possiamo vedere solo nei dvd del passato. Personalmente e professionalmente seguirò e tiferò dietro un teleschermo per il mio Bologna, ma con la morte nel cuore, sapendo che fino a che tutta questa assurda pandemia non cesserà, non potremmo più assistere allo spettacolo nello spettacolo che da sempre sono stati gli ultras.
Domani sera inizierà un altro campionato per il Bologna, con tante aspettative, anche se il mercato, per ora è stato molto cauto, prima vendere e poi comprare per sfoltire l’esubero del costo dell’attuale rosa del nostro Bologna.
Un precampionato segnato anche della vicende delle tre maglie da gioco non da molti digerite, e dalla polemica sui pantaloncini a cui la Macron è dovuta correre ai ripari, ma soprattutto dai tanti comunicati dei nostri gruppi organizzati che, visto il perpetrarsi della situazione sanitaria che vieta di riempire la curva Andrea Costa come sappiamo fare solo noi a Bologna, da appuntamento, nei vari pub, divenuti sede e cuore pulsante di un amore mai morto che neppure questa pandemia può fermare. Dunque mentalmente voglio immaginare che in tanti locali di Bologna si terrà vivo il tifo verso il nostro amore, ovvero quella maglia rossoblu, perché anche se per il momento non sono arrivati grandi nomi, o tanti giocatori come magari sperava il nostro condottiero Sinisa, noi dobbiamo rimanere l’ultimo baluardo in città e tenere alta l’attenzione, amando e tifando, anche dietro un maxi schermo, ma soprattutto ricordando a questa città, che l’amore ultras non morirà mai e che il Bologna non si discute ma si ama anche in questo delicato periodo.
Dunque Forza Bologna!!!
Avanti Ultras!!!
Danilo Billi