Lettera aperta a Greta Adami, centrocampista della Fiorentina femminile di serie A

Questa volta, invece che il consueto pre-partita che la Fiorentina giocherà domani pomeriggio, alle ore 14.30 in quel di San Marino, per l’importante turno di Coppa Italia, manifestazione su cui si ripongono gran parte delle speranze di questa annata del club viola, è il sottoscritto a voler scrivere una lettera alla nostra Greta.Questo Fan Club, che ho creato qui su Facebook con una piccola appendice anche su Instagram, è nato per sostenere una delle centrocampiste a mio parere più forti della serie A femminile.

All’inizio ero nuovo di questo ambiente e, francamente, venendo dal maschile, ambito in cui lavoro, trasformando un’eredità passata di padre in figlio, quando in curva andavo prima da solo con mio padre e poi con gli amici di un noto gruppo ultras conosciuto nel panorama italiano, devo ammettere che mi sono introdotto un po’ scettico, o meglio con il freno a mano tirato. Non conoscevo nessuno e, soprattutto, non conoscevo neppure sotto il profilo umano né Greta né tutti voi che la sostenete anche qui su questa pagina, e che lo avete fatto anche in passato, quando il calcio femminile era solo uno sport di nicchia.

Via via, grazie a conoscenze personali, ho imparato a girare negli anni nei campi, non solo della serie A, ma anche della provincia e non solo di Bologna e Pesaro, dove attualmente vivo, e con mia grande meraviglia ho scoperto l’amore che hanno queste ragazze verso il gioco del pallone.

I sacrifici che hanno fatto per arrivare dove sono ora in tanti e, fortunatamente prima la Nazionale poi i grandi club hanno avuto la lungimiranza di voler investire su questo settore, un po’ forse anche costretti e anche invogliati dai tanti estimatori che si sono avvicinati alle ragazze.

D’un tratto, in particolare dopo i mondiali, gli italiani hanno scoperto il calcio femminile, tutto all’improvviso le atlete non erano etichettate solo come maschi mancati che correvano dietro ad un pallone o peggio, finalmente per molti erano diventate le nostre calciatrici. In questa ottica, ho sempre visto Greta Adami, una ragazza che si è sempre sacrificata per la sua causa che ha un nome ovvero la serie A femminile, e un colore il viola di quella maglia che è diventata una seconda pelle cucita addosso.

Solo Greta e la sua famiglia, come quelle di tante altre atlete che, fin da piccole, hanno fatto la dura scelta di seguire i propri sogni e di intraprendere questo meraviglioso sport, sanno quanto sia stato e sarà ancora faticoso essere una calciatrice professionista in questo paese.

Fortunatamente, negli ultimi anni si sono mossi molti passi avanti in questa direzione, e forse se la politica del calcio terrà fede ai suoi impegni, finalmente fra due anni anche queste meravigliose ragazze potranno avere le stesse garanzie economiche e sociali che già in altri paesi le proprie coetanee hanno conquistato da tempo.

Essere un fan di Greta è un orgoglio immenso, perché, oltre a conoscere tutto quello che ha sofferto in questi anni, fra infortuni, campi dove non cresceva più neppure l’erba, viaggi interminabili fatti con il pulmino da 9 in condizioni disumane, con poco pubblico a vedere le partite che non fossero i parenti o gli amici stretti, lei è arrivata a vincere uno scudetto e due coppe con un Franchi zeppo di gente che era lì per loro, per quelle ragazze in viola che oggi più che mai sono un vanto per Firenze. Di Greta non si ricordano poi negli anni le sue storie o i proclami sui social, infatti, mi sono meravigliato, ora che la conosco un pochino meglio, che abbia accettato questa idea del Fan Club, di cui ancora so che non se ne capacita, ma emerge la faccia pulita di una persona che prima di ogni altra cosa ama ancora il calcio e si diverte quando la fanno giocare.

Questa per me è Greta, una centrocampista di grande qualità, e personalità, ma allo stesso tempo una persona riservata che fa parlare i fatti, segno anche che è stata cresciuta con grandi valori da un’ottima famiglia. Mai un parola sopra le righe e mai un lamento e un’eccessiva autoconsacrazione.

Greta ha dimostrato poi il suo attaccamento alla maglia di Firenze, con oltre 10 anni di carriera, che l’hanno fatta diventare la bandiera di un movimento fiorentino che nel mondo maschile forse ne ha perse troppe per la strada, ma qui nel femminile ancora per fortuna è diverso, il calcio è ancora una stupenda poesia tutta da scrivere, e se non fosse stato per il Covid-19, ci sarebbero stati tanti spettatori e famiglie intere con il passeggino a vedere le partite senza pericolo, perché nei campi della serie A non ci sono schierati orde di celerini o facinorosi che cercano gli scontri. Il massimo, in partite più accese, è vedere delle giocatrici che danno l’anima e sudano per la maglia come fa Greta.

Esco di scena non prima di aver ringraziato lei, la regina di questa pagina e tutti voi suoi sostenitori, sperando di vederla presto nuovamente tornare a sudare per quella sua amata maglia, di cui è diventata un simbolo per tutti noi che tifiamo per lei.

Danilo Billi Fondatore Greta Adami Fan Club

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