Per Cronache Bolognesi, abbiamo il piacere di presentarvi un’altra giocatrice di serie A, ovvero Erika Santoro, classe 1999, che, quest’anno milita nel Sassuolo calcio femminile, come difensore, ed è una perfezionista in campo come nella vita.

-Ciao Erika come è nata la tua passione per il gioco del calcio?
“La mia passione per il calcio è nata dal primo momento che vidi mio fratello giocare al campetto con gli amici. Da lì iniziai a dare i miei primi calci nel Cervia 1920 con i maschietti e da quel momento non ho mai più smesso”.

-Ci puoi raccontare qualcosa che fin da bambina ha contraddistinto la tua carriera, partendo da Ravenna fino alla scelta del Sassuolo?
“Da piccola ero una ribelle, non amavo tanto le regole e per questo mio animo esuberante mi feci notare di più delle mie pari età. Questa mia caratteristica mi ha portato decisamente a tante cose positive, ma ho fatto anche qualche errore. Dopo 4 anni di San Zaccaria, il mio istinto mi portò a intraprendere un percorso nel club pink Bari, ho trascorso 2 anni molto intensi. Decisi poi dopo un’esperienza di quel genere, di buttarmi in una realtà totalmente diversa, per continuare a formarmi sia come persona sia come giocatrice. Decisi di andare al Sassuolo. Questo è il secondo anno che sono qui e continuo a portarmi dietro quell’anima ribelle da ragazzina, ma accompagnata dalla testa di una persona cresciuta”.
-Che tipo di giocatore sei, quale pensi sia il tuo pregio e su cosa ancora devi lavorare?
“Sono un difensore abbastanza moderno, mi adatto sia nella fascia destra sia in quella sinistra, ho una buona progressione, così che possa dare il mio contributo sia al reparto offensivo sia a quello difensivo, devo sicuramente lavorare di più sugli sviluppi offensivi e continuare a migliorare la tecnica”.
-Il Sassuolo ha alle spalle una grande struttura che fin dai tempi ha investito molto sul calcio femminile, e lo ha fatto oltre che sulla prima squadra anche sul settore giovanile, pensi che sia un esempio da seguire anche per altre realtà italiane che si stanno affacciando ora al panorama calcistico femminile?
“Il Sassuolo è un esempio importante da seguire perché è una realtà che ha sostenuto a 360 ° gradi il settore femminile. Ci ha portato nel mondo professionistico tenendo conto che ancora non lo siamo, ma il rapporto che ha instaurato con noi è di una grande considerazione, ne conseguono sicuramente tante responsabilità in più, ma i risultati si vedono e questo tipo di approccio dovrebbe esser seguito da tutti”.
-Sempre rimanendo sul discorso Sassuolo, in campionato e in Coppa state facendo davvero bene, soprattutto giocando un bel calcio, il tuo commento a tale proposito?
“Da inizio stagione abbiamo messo in tavola le nostre carte e abbiamo lavorato su un idea di gioco, principi e obiettivi. Condividendo all’unisono tutto questo, si riscontra in campo una grande organizzazione e un gioco di squadra”.

-Il movimento femminile sembra finalmente essere proiettato verso il professionismo, che fra un paio di anni dovrebbe diventare realtà, per te personalmente è un sogno che si realizza?
“È un sogno per tutte le ragazze che praticano questo sport. È una svolta importante perché, a tutti gli effetti, il calcio per noi è un lavoro”.
-Sara Gama, è la prima donna a essere stata eletta da poco vice presidente dell’Associazione Nazionale Calciatori, pensi che porterà giovamento anche a tutte voi?
“La nomina di Sara Gama rappresenta un momento importantissimo per il calcio italiano, specie per i diritti delle calciatrici. Sara Gama è, infatti, in prima linea nella lotta per la parità di trattamento delle atlete, specie in vista del passaggio al professionismo. Porterà assolutamente giovamento, proprio perché lei in primis è una giocatrice e ha tutte le armi per valorizzare il nostro calcio”.
-Quali sono stati fino a questo momento le soddisfazioni più belle della tua carriera da calciatrice?
“Sicuramente quando feci il mio primo gol in serie A all’età di 15 anni, poi tutte le mie convocazioni con le Nazionali e il raggiungimento della fase finale dell’europeo in under 17 e 19. Per poi arrivare anche al gol che ho fatto in Coppa Italia contro il Napoli, che ci ha aiutato ad arrivare ai quarti”.

-Chi è nella vita fuori dal rettangolo di gioco Erika Santoro?
“Sono una ragazza semplice, mi piace presentarmi sempre con il sorriso, che è la cosa che mi contraddistingue di più, sono una perfezionista e non mi accontento mai, sono una ragazza molto curiosa, proprio per questo mi relaziono con persone di qualsiasi età per apprendere sempre di più”.
Danilo Billi