
-Ciao Serena, come è nata la tua passione per il calcio femminile?
“Posso dire che sono stata affascinata dal fatto che mio padre giocava in Seconda Categoria con il Deliceto e anche mio fratello, che al massimo è arrivato in Prima Categoria sempre in Puglia, mia terra natale, dove anche io ho mosso a 6 anni i miei primi passi, prima assieme ai maschi fino a 12-13 anni, poi poco dopo ho esordito in una squadra tutta al femminile. Ma in prima battuta devo ringraziare la mia famiglia, sia babbo che mamma, perché quando ho espresso questa volontà, nonostante nel sud d’Italia forse una ragazza che all’epoca si approcciava al calcio femminile per questione di mentalità non era ben vista, loro, al contrario mi hanno sempre sostenuta e incoraggiata. Mi ricordo persino che quando giocavo a Trani mi portavano su e giù, sciroppandosi oltre 100 chilometri di strada pur di vedermi inseguire il mio sogno”.
-Fin da piccola, però, hai sempre disputato campionati di categoria, è così?
“Assolutamente sì, ho giocato per circa 7 anni fra serie C e serie B, all’inizio non è stato assai facile perché ero la più piccola della squadra, ho esordito nel Asd Sporting team Sant’Agata di Puglia, e devo dire che ho dovuto imparare in fretta a crescere, anche perché se i maschi magari tendevano un poco a snobbarti, le ragazze, invece, oltre ad essere tutte più grandi, erano molto ma molto competitive”.

-Come sei arrivata a Bologna?
“Due anni fa a 19 anni, prima ho fatto un provino, che mi ha trovato il mio procuratore, mi sono trovata molto bene, e quando mister Galasso ha dato il suo ok, ho scelto anche l’Università di lingue e letteratura a Bologna, in cui sono arrivata da due anni (ma per via del Covid ho praticamente frequentato appieno solo per un anno fra tutto) e devo dire che mi sto trovando molto bene”.
-Per via del Covid lo scorso anno hanno bloccato il campionato che poi non si è più ripreso, quest’anno invece siete riuscite a partire in maniera magistrale con tre vittorie in campionato e due in coppa poi lo spot, con prima la promessa di riprendere a metà dicembre per poi slittare a metà gennaio, qual è il tuo stato d’animo a riguardo?
“Lo scorso anno ci è dispiaciuto tanto dover rinunciare da oggi al domani a tutto, quest’anno grazie anche all’affiliazione ufficiale al Bologna calcio, nonostante non abbiamo più avuto la gioia di confrontarci nelle partite ufficiali, abbiamo avuto la possibilità di poterci allenare e fare la partitella fra di noi la domenica, impegnando così, 4-5 giorni alla settimana, in questa maniera ci siamo sempre tenute allenate e siamo pronte, anzi stiamo contando i giorni che ci separano dal ritorno ufficiale in campo. Non vediamo davvero l’ora”.
-Visto da fuori il Bologna che tipo di gioco fa?
“Sicuramente a differenza dei tanti campionati disputati al sud, dove si vedeva palla lunga e anche tante botte in campo, la nostra formazione, come del resto quelle del centro Italia, costruisce e confeziona molto l’azione, partendo dalla difesa, passando dalla mie parti a centrocampo per poi cercare di innescare le attaccanti. Da questo punto di vista, Mister Galasso ci ha preso per mano e ci ha insegnato a costruire le azioni, con molta astuzia ma anche meticolosità. Con il tempo penso che arriverà anche una certa malizia che, come hanno sottolineato le altre mie compagne di squadra da te intervistate, alle volte paghiamo in partite in cui le avversarie entrano dure su di noi, ma essendo la nostra una squadra giovane avremo modo di crescere anche sotto questo aspetto”.
-Ci racconti qualcosa del tuo ruolo di centrocampista?
“Diciamo che sono un play classico, posso giocare davanti alla difesa, cercando di essere il primo baluardo difensivo, come posso giocare a ridosso delle attaccanti, sono destra, e questo ruolo è proprio adatto a me, mi piace tantissimo, un ruolo che ti riempie di responsabilità, ma anche allo stesso tempo di tante soddisfazioni e ti permette di dettare un po’ il ritmo di gioco della tua squadra nel bene e nel male. Il mister ha dovuto lavorare tanto su di me, perché, venendo da campionati dove si gioca tanto di fisico, ho dovuto cambiare decisamente il mio modo di approcciarmi alla gara e raffinare le mie giocate”.
-Quest’anno siete entrate ufficialmente a fare parte della famiglia del Bologna Football Club, il tuo pensiero al riguardo?
“Anche se non sono originaria di Bologna come la maggior parte delle mie compagne è stata una soddisfazione enorme, inoltre, devo dire che è cresciuta in città e sulla stampa anche l’attenzione nei nostri riguardi, che in coda ai buoni risultati della nostra nazionale agli scorsi mondiali e ai tanti top club che sono sempre su Sky con le proprie squadre femminili della serie A, finalmente anche il calcio femminile esce dal cono d’ombra e inizia ad avere i suoi riflettori. Inoltre, tengo tanto a ringraziare anche i nostri nuovi dirigenti che, soprattutto in un momento così difficile sotto pandemia, non ci hanno mai fatto mancare nulla, e ci permettono di allenarci sempre”.
-Per concludere, chi è Serena Racippo fuori dal terreno di gioco?
“Una persona molto allegra e solare e aggiungerei anche parecchio vivace”.
Credito fotografico: Foto Schicchi per Il Bologna Football Club / Foto: Leonetti per l’Apulia Trani
Danilo Billi