
-Ciao Manar, come ti sei avvicinata al calcio femminile?
“Mi sono avvicinata al mondo del pallone grazie a mio padre che giocava sia qui che in Marocco. Lo vedevo giocare e in me è nata questa grande passione, mia mamma mi ricordo che non era molto d’accordo all’inizio, infatti, mi aveva fatto provare tantissimi altri sport, ma poi all’età di 13 anni si è dovuta arrendere e allora ho iniziato nella mia prima squadra mista del Dopo Lavoro Ferroviario poi, proprio mentre giocavo lì, l’ex Presidente dell’ASD Bologna, Pietro Bosco, mi aveva notata, così ho fatto un provino per loro e sono stata presa nelle giovanissime e da lì ho fatto tutta la trafila fino ad arrivare alla prima squadra”.
-Che rapporti hai con la tua terra d’origine, ovvero il Marocco?
“Io sono nata a Bologna, i miei si sono trasferiti in Italia 33 anni fa, e io personalmente passo in Marocco sempre ogni estate e mi ci trovo molto bene”.
-Come sei entrata a far parte del giro della Nazionale marocchina under 20 e under 21?
“E’ successo la prima volta due anni fa, quando avevo 16 anni, ero come sempre in vacanza estiva e avevo partecipato a uno dei tanti tornei di calcio che si svolgono là, visto che la cultura del calcio è molto sentita. Un selezionatore della Nazionale mi ha notato e abbiamo preso i primi contatti, ha voluto vedere delle mie partite, poi mi ha proposto per uno stage e sono stata presa nel gruppo”.

-Recentemente sei salita alla ribalta delle cronache giornalistiche bolognesi per essere stata convocata proprio nel mese di Dicembre per disputare con l’under 20 due amichevoli, come è andata?
“L’una è stata pareggiata a reti inviolate, l’altra è stata vinta e anche se io non ho partecipato alle partite mi sono trovata bene, nonostante il gioco e il fattore climatico fossero molto diversi a quelli a cui oramai sono abituata dopo due anni della gestione di mister Galasso. In Nazionale c’è il concetto di giocare più di fisico, e buttare la palla avanti senza un fraseggio costruito, come invece facciamo noi qui a Bologna. Mi sono allenata come terzino e come ala, e sono abbastanza soddisfatta di questa esperienza, anche perché, a differenza di quando ero minorenne, ho dato tutta un’altra importanza all’occasione che ho avuto.”.
-In Marocco il calcio femminile è molto seguito?
“Sì, devo dire che a differenza dell’Italia lì è molto più seguito e partecipato, anche se purtroppo devo ammettere che in Italia solo ultimamente si sta alzando l’asticella dell’attenzione nei confronti di noi giocatrici. Per esempio in Marocco, come in tanti altri stati tipo la Francia, il calcio femminile è già entrato nel giro del professionismo e persino alcune atlete delle under 17, per fare un esempio, vengono pagate”.
-In che ruolo giochi nel Bologna?
“Lo scorso anno ero interno e terzino, quest’anno gioco come esterno alto a destra, ovvero sono la terza punta, il mio gioco si basa tanto sulla velocità, solitamente provo a scattare palla al piede e poi cerco sempre di crossare in area avversaria, o se ne ho l’occasione non disdegno neppure di andare al tiro diretto. Avendo giocato anche diversi anni in difesa, sono comunque quel tipo di giocatrice che tende a tornare molto a coprirla. Per esempio con la gara molto sentita con il Riccione, nel secondo tempo il mister mi ha anche schierato come terzino”.
-Quali sono le squadre che alla ripresa del campionato personalmente temi di più?
“Ovviamente il Riccione, ma vista la rivalità questa mia risposta era scontata, poi La Torres Sassari e l’Arezzo”.
-Hai una squadra del cuore?
“Io personalmente tifo per la Juventus, anche se devo ammettere che seguo sempre anche le vicende dei ragazzi di Sinisa, visto che poi da quest’anno anche noi siamo la prima squadra femminile del Bologna calcio”.
-Che effetto ti ha fatto quando questa estate siete passate ufficialmente sotto il Bologna Football Club 1909?
“Sicuramente all’inizio posso dire che abbiamo perso per via della burocrazia italiana un mese di allenamenti, ma alla luce di quello che sto vedendo sono molto soddisfatta e orgogliosa di vestire questa maglia, anche perché è un motivo di vanto e stimolo maggiore prima di entrare in campo sapere che devi difendere e giocare per questa gloriosa società, poi ringrazio ovviamente i vecchi dirigenti tutti, che ci sono stati sempre vicini e i nuovi che non ci fanno mancare nulla, come allenarci in questo periodo dove molte squadre sono invece ferme, aspettando che il campionato possa riprendere, nonostante la pandemia, a metà gennaio”.

-Questo Bologna visto da fuori?
“E’ tanta roba!, battute a parte si vede che c’è un gruppo alla base molto compatto, che da del tu alla palla e sa imbastire delle azioni degne di nota, ma soprattutto siamo veramente unite anche fuori e questo incide tanto sull’aiutarsi in campo ecc…”.
-Fuori dal terreno di gioco chi è Manar?
“Sto frequentando l’ultimo anno di Scienze Umane, opzione economia sociale a San Lazzaro di Savena, dunque visto che abito in zona stadio mi devo attraversare la città. Per il resto non sono molto social, ho Instagram, ma penso che le cose vere vanno vissute staccate dallo schermo del cellulare. Nei week and, quando ho tempo, esco con gli amici di sempre, e d’estate quando posso vado in Marocco, invece quando rimango in Italia vado a Milano Marittima, Lido dei Marmi, Riccione. Di carattere sono molto determinata e ambiziosa, ovvero quando mi pongo un obiettivo faccio di tutto per raggiungerlo e diciamo che non mi accontento mai è nella mia indole e cerco sempre di dare il meglio, poi con chi voglio, o meglio con chi mi trovo a mio agio, divento socievole, mi reputo solare e adoro il reggaeton”.
Credito fotografico: Schicchi per il Bologna Football Club 1909
A cura di Danilo Billi