Oggi per il format “Fuori Sede” ideato dal nostro giornale e live anche il lunedì sera sulla pagina Facebook del sito www.balottabologna.it, vi presentiamo Alessandra, che ci contatta da Riccione.

-Ciao Alessandra come nasce la tua passione per il Bologna?
“Ciao a tutti, nel primo periodo della mia vita ho vissuto a Bologna fino all’età di 17 anni. L’amore per il Bologna è nato un po’ per caso, visto che ho sempre giocato a pallavolo nell’Emilia, squadra che disputava le sue gare nella palestra della Lunetta Gamberini, al calcio proprio non ci pensavo, nonostante i miei compagni fossero parecchio accaniti, mi ricordo ancora che venivano a scuola con delle gran sciarpe dei loro vari gruppi ultras, e appena se ne presentava l’occassione intonavano tutti assieme qualche coro in voga allo stadio. Poi un giorno ho conosciuto Andrea, il mio attuale fidanzato, appassionatissimo anche lui dei rossoblu, e una volta sono andata con lui allo stadio. Lì mi sono innamorata dell’ambiente e non ho più smesso di frequentarlo”.
-Fate parte di un gruppo ultras?
“Sì, fino a qualche anno fa lui era nel gruppo della Beata Gioventù, e di conseguenza andava anche alle riunioni, io invece mi sono sempre limitata alla frequentazione del gruppo allo stadio”.
-Ora abiti a Riccione, giusto?
“Assolutamente sì, mia mamma è nativa di qui e quando si è separata da mio padre ho scelto di stare con lei e di seguirla, in primis per il grande legame che c’è tra di noi, e poi anche perché tanti anni fa i miei avevano un negozio di abbigliamento sportivo molto conosciuto qui in Romagna, che tenevamo praticamente aperto, come un grosso outlet, solo da maggio a ottobre per volere di mio padre, che poi d’inverno seguiva un altro negozio in centro a Bologna, e visto che secondo noi era un vero peccato sprecare tutti quei mesi, al momento della separazione mia madre ha avuto il negozio e lo abbiamo completamente rivoluzionato, dandogli un imprinting di abiti giovanili per ragazze, e vista la buona posizione stiamo lavorando ancora tantissimo, nonostante il Covid”.
-Fino a quanto sei andata allo stadio?
“Onestamente ho cercato di andare tutte le volte che giocavamo in casa ma devo dire che già che 5 o 6 mesi prima che il Covid si manifestasse con tutta la sua virulenza, anche la domenica, visto che gli affari andavano bene andava solo il mio ragazzo, che tra l’altro un anno fa si è trasferito anche lui qui a Riccione e ci segue tutto il settore del sito e delle vendite anche via internet, oltre ad essere andati a vivere assieme”.
-Ti è pesato lasciare Bologna e lo stadio?
“Sì, per tanti fattori, allo stadio mi ero fatta amici e amiche, poi ho dovuto riprendere pallavolo qui a Riccione e sono stata fortunata a trovare subito la squadra giusta, ma ovviamente mi mancano le compagne di Bologna, mi manca la stessa Bologna e mi manca lo stadio e i ragazzi del gruppo. Fortunatamente spesso qualcuno ci veniva e anche questa estate con il fatto che mezza Bologna viene al mare a Riccione, abbiamo fatto un sacco di rimpatriate”.
-Con quale intensità segui ora il Bologna?
“Diciamo che mi sono dovuta un poco attrezzare con le pay tv, ma se lavoro do un occhio sempre alla partita sul tablet, oppure se sono a casa la vedo con il mio moroso”.
-A quale giocatori eri più affezionata?
“Ora in molti mi odieranno perché ci ha fatto goal sabato, ma io sono sempre stata una super fan di Mattia Destro, penso che sia un gran giocatore, anche se purtroppo a Bologna nonostante tutto l’amore che ha sempre ricevuto in curva non sia stata fortunato, in particolare da quando è arrivato Sinisa. Andrò contro corrente ma è un allenatore e un uomo che non mi entusiasma più di quel tanto, sia nei modi sia per come sta facendo giocare in questa stagione la sua squadra. Secondo me spesso ha fatto cambi sbagliati e scelte di formazione fuori di testa, e penso anche che se purtroppo non arriveranno buoni risultati dalla prossime gare, anche un “cittadino onorario” come lui possa alla lunga stancare, come già successe nella sua passata esperienza a Bologna, il popolo e la dirigenza rossoblu tanto da metterlo in discussione”.

-Il Bologna si salva secondo te?
“Bella domanda, se me l’avessi fatta un mese fa ti avrei guardato male e ti avrei detto ma che cavolo mi chiedi? A inizio stagione parlavamo di Europa, ora come ora se non corriamo ai ripari con una punta vera che faccia goal e soprattutto se non recuperiamo tutti gli infortunati, rischiamo davvero di trovarci invischiati già da fine mese nella lotta per non retrocedere, la squadra ha dimostrato di avere dei grossi problemi di carattere e strutturali, dunque penso che sì, se non si compra nessuno sul mercato in attacco si possa seriamente correre il rischio di scivolare negli ultimi posti della classifica e dopo per una squadra non abituata a lottare per la salvezza potrebbe essere un serio problema”.
-A Riccione hai avuto mai problemi per la tua fede calcistica?
“So che qualche scontro c’è stato nel recente passato fra la tifoseria locale e i ragazzi della Andrea Costa, ma nulla di eclatante, considera il fatto che io sulla cassa ho una delle mie vecchie sciarpe della Beata Gioventù e, a parte i classici sfottò, nessuno ha mai osato trascendere o fare qualche atto da matto, poi in particolare da Pasqua in avanti c’è almeno la metà di chi ha la casa qui che sono di Bologna, dunque…”.
-Infine cosa ne pensi dello striscione contro Saputo?
“Non mi è piaciuto che non sia stato firmato, ma penso allo stesso tempo che Saputo abbia sbagliato ad affidare la società nelle mani di certi dirigenti che fino ad ora sono stati la rovina della nostra squadra, mi riferisco ai vari Bigon, Fenucci e Di Vaio”.
A cura di Danilo Billi