
-Ciao Mariangela prima di tutto come nasce la tua passione per il Bologna?
“Nasce tanti anni fa quando vivevo a Imola, e spesso con la scuola grazie ai biglietti omaggio andavamo a vedere il Bologna, da lì devo dire che mi sono subito innamorata dello stadio e del clima che c’era. In modo particolare ero molto attratta dal tifo, tanto che appena ho potuto ho fatto l’abbonamento in Andrea Costa e ho iniziato a seguire con costanza la squadra che purtroppo, all’epoca dell’odiato Presidente Gualand, militava in serie B”.
-Fai parte o facevi parti di qualche gruppo in particolare?
“Sì per tanto tempo e ancora ora il mio gruppo di riferimento sono i Forever, ma ci tengo a ribadire che non faccio parte di non nessun consiglio direttivo e in questa intervista parlo a titolo personale. Quando vado allo stadio sono con amici e amiche proprio nel loro settore, infatti, nel tempo ho costruito amicizie e mi sono comprata anche ogni anno almeno la due versioni della sciarpa, sia quella invernale che quella estiva più altri gadget”.
-Come mai ti sei trasferita a Marotta?
“Ora vivo qui da 5 anni, visto che mio padre lavorando in banca è diventato direttore di una filiale di una noto gruppo italiano a Marotta, così con tutta la famiglia, a malincuore, ci siamo spostati qui nelle Marche, io per fortuna ho trovato un lavoro dopo avere finito gli studi all’alberghiero come barista in un bar nella vicina città di Fano e diciamo che piano piano mi sono fatta dei nuovi amici, fra cui almeno 4 ragazzi e le rispettive morose che anche loro tifano Bologna e che assieme ad altri ragazzi delle Marche stanno fondando proprio a Fano un gruppo più che un club per seguire il Bologna, sperando poi di tornare in presenza anche allo stadio quando questa pandemia lo permetterà. Infatti, a tale proposito ho saputo che ci si vaccinerà se non per questo campionato, almeno per il prossimo e si potrà tornare in curva, e io lo spero tanto perché mi manca tantissimo”.
-Riesci a seguire le partite del Bologna?
“In linea di massima sì, il problema è lo spezzatino che propone la lega calcio, per via delle programmazione delle play tv, anche se devo dire che finchè siamo in zona rossa o arancione io sono a casa dal lavoro e dunque posso seguire il mio Bologna senza problemi, questa estate invece che la pressione sul Covid-19 si era allentata ho fatto molto più fatica e le ho perse quasi tutte”.
-Sei legata a qualche giocatore in particolare?
“Senza fare torto a nessuno, quando vivevo a Bologna sono diventata una grande amica di Adam Masina e ho sempre tifato in modo particolare per lui, per quanto riguarda il Bologna attuale sono una alla Mihalojvic, dunque nel bene e nel male sono molto legata come filosofia di pensiero all’allenatore serbo del Bologna e ho trovato molto bello che la città di Bologna gli abbia conferito la cittadinanza onoraria, un gesto bellissimo secondo il mio punto di vista. So che molti non sono stati d’accordo, in particolare per motivi politici, oppure perché pensano che Sinisa abbia ricevuto troppo e dato poco a Bologna ma io credo che il modo con cui ha affrontato la leucemia, la maniera in cui si è messo a nudo davanti le telecamere sia stato molto importante per tutti quelli che soffrono di questa malattia e abbia dato loro grande coraggio. Diciamo che ha fatto un po’ con loro come fa con i suoi ragazzi, si è messo lui in prima persona per proteggerli e incoraggiarli. Un messaggio forte verso tutti quelli che soffrono e magari hanno paura di questo male. Per me Sinisa è un uomo vero e non mi interessa che sia di destra o di sinistra o del centro a livello politico, penso che un allenatore cosi carismatico e uomo vero, a Bologna, una volta che andrà via non lo avremo più, se pensiamo a Donadoni o a Inzaghi mi viene solo da sorridere, non reggono il confronto”
-Cosa ne pensi della squadra di quest’anno?
“A me piace tanto, perché è finalmente una squadra giovane con talento e di prospettive interessanti, che già si comportano in molti casi come dei veri veterani. Era da tempo che non avevamo una squadra così giovane e talentuosa, poi ovvio che la gioventù non è sinonimo di stabilità nei risultati, anzi il contrario e, infatti, quest’anno abbiamo avuto dei cali totali e altalenanti nei risultati e nella tenuta della squadra in campo”.
-Hai sogni nel cassetto in particolare?
“Mi piacerebbe tornare a Bologna, oppure nel tempo trasferirmi per fare la stagione in Romagna, dove ci sono anche tanti Bolognesi e stipendi più alti, ma in particolare cercare di fondare assieme agli amici citati prima il gruppo per seguire il Bologna, infatti, mi manca molto parlare di calcio e della mia squadra del cuore. Dove abito ci sono pochi giovani, e sono tutti gobbi, dunque esorto tutti quanti leggono questa mia intervista a contattare la redazione di Cronache Bolognesi per farsi passare i nostri contatti se anche voi abitate nelle Marche e tifate per i rossoblu anche perché purtroppo noi ancora non abbiamo neppure la pagina Facebook. Volevamo farla, volevamo fare tante cose, ma con questo Covid-19 io, ad esempio, non mi posso spostare neppure dal Comune di residenza ed è dura sentirsi sempre a distanza o vedersi tramite un monitor anche se sono non sono neppure 10 chilometri fra Marotta e Fano”.
Danilo Billi