
Il treno speciale dei tifosi del Bologna “Fuori Sede” fa tappa questa volta in quel di Firenze per conoscere Luca. Sì, avete letto bene proprio nella nota città italiana con cui abbiamo da anni un atavico odio calcistico fra i più accesi delle penisola.
-Ciao Luca come mai un tifoso del Bologna in quel di Firenze?
“Una storia davvero lunga che nasce ormai un secolo fa, comunque prima di tutto tengo a precisare che sono un toscano nativo di Prato, poi per molti anni ho fatto l’università a Bologna e mi sono innamorato della squadra e della città, successivamente sono tornato in Toscana, ho messo su famiglia e visto che mia moglie è Fiorentina l’ho seguita qui, anche se l’inizio, visto il mio lavoro di capostazione, devo dire che non è stato facile. Proprio per questo vi ho scritto per raccontare le difficoltà enormi che abbiamo noi tifosi che viviamo lontano da Bologna, prima andavo al Dall’Ara in bicicletta, ora ci metto molto più tempo….”.
-Quanto è dura tifare Bologna a Firenze, hai mai avuto problemi?
“Non è facile, non lo nego, sono sempre preso in mezzo dai miei amici, e peggio ancora da chi non mi vuole bene e viene a sapere della mia fede calcistica. Ovvio io per non avere problemi non esco con la sciarpa del Bologna in città, anche se sono un ormone ben piazzato, ma la storiella che i toscani sono gente buona e socievole posso assicurare che è una bella balla. Il Fiorentino non è affatto buono, in passato mi sono trovato scritte sotto casa, i vetri della macchina rotti, non conto più le volte che mi hanno tagliato le gomme, in particolare poi questi episodi avvenivano quando abitavamo nella zona stadio e la Fiorentina giocava contro il Bologna, ora ci siamo trasferiti, sfiniti da tutti questi dispetti, e mi sono guardato bene di andare allo stadio con i ragazzi del Bologna qui a Firenze quando le due squadre giocavano contro la mia sciarpa, maglie e bandiere restano rigorosamente all’interno della mia casa nuova, in questo quartiere sito nel centro della città nessuno sa che tifo Bologna e cerco di non farlo capire, al massimo dico che mi piace il calcio se mi viene chiesto quale sia la mia squadra preferita”.
-Mi dicevi al telefono che una volta hai avuto anche un’aggressione fisica in un bar…
“Sì, ero ragazzo, cinno come si dice a Bologna, e dopo la partita, rientrando a casa, sono passato vicino a un bar dove c’erano dei tifosi della Viola, che hanno riconosciuto la sciarpa e ne sono uscito con tanta paura e il naso rotto, poi penso che siano sempre stati quelli dei quali avevo parlato successivamente a una mia denuncia ad ignoti, e dove indicavo il bar in questione. Forse hanno saputo dove abitavo e hanno iniziato a farmi il grosso dei dispetti”.
-Quante volte riuscivi a venire a Bologna e seguire la partita, ovviamente prima del Covid-19?
“Onestamente poche volte, visto che spesso la domenica lavoro anche, e poi visto che sono stato penalizzato anche dal fatto che qui a Firenze è davvero raro trovare altri tifosi del Bologna per unirsi, smezzare la benzina, o prendere il treno in compagnia, il Bologna dal vivo l’avrò visto non più di una quarantina di volte, più una ventina quando ero studente universitario. Mi ricordo che c’era il mitico Gigi Maifredi, Pecci, di cui sono stato un grande tifoso, e poi dietro giocavano Villa e Luppi mentre davanti avevamo il duo Pradella-Marronaro, e se la memoria non mi tradisce in quell’annata storica del ritorno in serie A in grande stile, giocava anche il commentatore di Sky Giuseppe Marocchi, che ora ci gufa sempre contro”.
-Come ti tieni aggiornato sulle vicende della squadra?
“Soprattutto tramite i social, sono iscritto a tutte le pagine e i gruppi che tifano Bologna, li leggo, scrivo, intervengo, guardo anche molte dirette durante la settimana che fanno i vari giornalisti delle testate on line, anche perché, purtroppo, sulla maggiori reti nazionali o su quelle a pagamento è già un lusso che ti passano un intervista a Sinisa, quando non litiga giustamente con i telecronisti di Sky”.
-Ti aspettavi qualcosa di più da questo girone di andata del campionato e da questo mercato di gennaio?
“Francamente secondo me troppo spesso siamo stati troppo molli e abbiamo lasciato troppi punti per strada, mentre altre volte siamo andati in campo già sconfitti e lo si è visto poi anche dal risultati finali di alcune gare. Noi, per fare bene, dovremmo sempre giocare con l’intensità che abbiamo messo contro la Juventus o meglio ancora contro il Verona che, secondo me, rimane al momento la partita più bella che ho visto quest’anno, sia per il gioco, per il carattere e ovviamente per il risultato. Per quanto riguarda il mercato estivo e quello di riparazione, sono a dir poco sconsolato, mi aspettavo almeno due difensori e una punta, ma temo che soprattutto là davanti, dove facciamo una fatica pazza a fare goal, non arriverà proprio nessuno, e come canterebbe Mina: parole parole….”.
A cura di Danilo Billi