
-Ciao Alessia a che età hai iniziato a giocare a calcio e perché?
“Ho iniziato all’età di 5-6 perché prima ero sempre a giocare in giardino con i miei cugini, dunque ho voluto provare in una squadra mista della Pontevecchio, qui vicino a casa, poi all’età di 12 anni, dopo essere stata notata in diversi tornei dalla ASD Bologna di Pietro Bosco, ho deciso di provare con una squadra tutta al femminile e da lì non ho più smesso”.
-Da quest’anno poi siete diventate la prima squadra femminile del Bologna Football Club, che effetto ti ha fatto?
“Finalmente si è realizzato quel sogno e quel progetto di entrare a far parte di una società professionistica e questo sicuramente è stato uno step in più che ha portato fin da subito i suoi frutti, abbiamo ancora il nostro mister, delle strutture a nostra disposizione, e poi anche grazie a queste nostre vittorie si sono avvicinati a noi tanti giornali locali e non, siti internet, pagine e gruppi di Facebook, e tutto questo entusiasmo che respiriamo dall’esterno verso di noi ci sta sicuramente spingendo a fare sempre meglio, perché ci sentiamo responsabilizzate e piene d’orgoglio nel rappresentare il blasone che portiamo come una seconda pelle, ogni volta che indossiamo la maglia del Bologna Football Club”.
-Alessia in che ruolo giochi?
“Sono un esterno alto di sinistra, e devo dire che la mia fortuna è stata che fin da quando ero piccola non ho mai cambiato ruolo. Dunque anno dopo anno mi sono calata sempre di più in questo ruolo offensivo. In campo cerco di non mollare mai, anche se devo ammettere che alle volte mi innervosisco e cado in paranoia quando le cose non mi vengono come vorrei, anche perché non sono mai stata una tipa molto sicura di se stessa. Poi, però, sia grazie al mister che alle compagne, mi scuoto sempre. Tecnicamente nel tempo sono diventata ambipiede, e utilizzare sia il sinistro che il destro devo dire che mi ha aiutato tantissimo”.
-Che rapporto hai con il mister Galasso che da due anni vi allena con continuità?
“Assolutamente ottimo, lo stimo anzi lo stimiamo molto tutte quante, visto che ha dato un gioco e una filosofia di gioco, ma soprattutto ci ha fatto crescere molto, e lo ha fatto ponendosi nella maniera giusta, perché, a differenza di quello maschile, uno spogliatoio femminile va gestito in tutt’altra maniera e Galasso lo ha capito”.
-Facciamo un passo nel passato e torniamo alla partita di domenica scorsa che ti vedeva in trasferta combattere per la vetta solitaria della classifica contro la formazione toscana del Filecchio, che avete vinto 1-0 con un ennesimo tuo goal. Ci puoi raccontare come hai vissuto questa importantissima gara?
“E’ stata un partita davvero vibrante, loro erano fisicamente più piazzate e alte, inoltre giocavamo su un campo di patate davvero improponibile, e dunque fin da subito è stata un vera e propria battaglia, io sono riuscita a segnare nei primi 20 minuti della partita, in una delle poche azioni in cui il campo ci ha permesso di sviluppare il nostro calcio, e nonostante ho preso tanti calcio e avevo le gambe a pezzi per la pesantezza del campo, abbiamo resistito fino alla fine e abbiamo portato a casa i tre punti che ci hanno regalato la vetta solitaria della classifica, e dopo è scoppiata la festa”.

-Come ti comporti davanti a difese più ostiche?
“Il mister mi ha insegnato a tagliare tanto fra le linee e anticipare le avversarie anche davanti la loro porta, una gara analoga è stata quella giocata ad Aprilia. Alle volte devi usare la testa e cercare di capire sempre come aggirare l’ostacolo, e in tutto questo periodo di oltre due mesi di stop di campionato, grazie ai nostri nuovi dirigenti ci siamo potute allenare ugualmente, per rimanere lì con il fisico e con la testa, ci siamo preparate anche a cercare di reagire a tutte queste situazioni. Anche se sinceramente ci siamo talmente abituate a giocare sul sintetico, che il campo interrato di domenica scorsa, dove tutte avevamo i tacchetti n.6, la dice lunga sulla fatica che abbiamo dovuto fare per portare a casa questa vittoria. A tale proposito devo spendere anche una parola per il nostro preparatore atletico che con noi è davvero super”.
-Come hai vissuto il periodo del Covid?
“Nelle prime settimane di novembre ho scoperto di averlo preso, avevo un sospetto di essere stata contagiata e mi sono rivolta al mia società, che stata efficientissima nel farmi fare i vari tamponi, così purtroppo per due settimane sono stata lontana dai campi di gioco, ma per fortuna accorgendomene subito mi sono subito messa in quarantena e non ho contagiato nessuno per fortuna”.
-Fuori dal terreno di gioco chi è Alessia?
“Sono una ragazza di vent’anni fidanzata con un ex giocatore che militava nel Bologna, nel poco tempo libero faccio la baby sitter, ma soprattutto sono una studentessa universitaria iscritta a Scienze della Comunicazione, facoltà che mi piace davvero tanto, sono social, e per il resto quando si poteva prima del Covid anche io amavo uscire con tutte le mie amiche”.
-Che musica ascolti?
“Non mi piace il rap, amo la musica italiana e quella commerciale, poi ovviamente io e la Serena Racippo ci facciamo spesso delle play list, che mettiamo prima di andare al campo in macchina sia per la partita che per l’allenamento, dove ci sono tutte canzoni studiate ad hoc per caricarsi al massimo”.
-A proposito di carica, domenica sul campo di Granarolo arriverà la formazione della Roma Decimoquarto che attualmente veleggia a metà classifica, che partita sarà?
“Sicuramente un’altra battaglia, ora con sei vittorie su sei in campionato e due su due in coppa Italia siamo diventate la squadra da battere, siamo la lepre in fuga da braccare, dunque tutte le partite saranno dure da qui fino alla fine del campionato, ma penso che a questo punto la resilienza sia fondamentale, come affrontare sempre con la stessa voglia e tenacia ogni gara che, di domenica in domenica, si presenterà, anche perché il campionato è ancora lunghissimo. A riguardo di domenica, devo dire che ritroviamo, in attesa di avere anche il nostro pubblico di nuovo presente presto sulle tribune, il nostro campo di Granarolo, e questo per noi sarà sicuramente una condizione non da poco per poter cercare di imporre il nostro gioco manovrato e ragionato che fino a qui ci ha reso famose e vittoriose”.
Danilo Billi