
-Ciao Margherita a che età hai iniziato a giocare a calcio e perché?
“Io, a differenza di molte mie compagne, ho iniziato molto più tardi. Mi ricordo che ero in prima media, ho iniziato in parrocchia, la San Lorenzo di Budrio, dove vivo. All’inizio giocavo con i miei amici di sempre, poi però mi sono appassionata e volevo entrare seriamente in una squadra, ma la mia mamma è stata un osso duro da convincere, anche perché era preoccupata che fosse uno sport poco femminile, che mi venissero i polpacci ecc… Fortuna che il mio papà, invece, era dalla mia parte e, alla fine, l’abbiamo convinta, così mi sono avvicinata all’ASD Bologna e, poco dopo essere entrata, sono stata allenata dalla mister Daniela Tavalazzi, che mi ha insegnato gran parte del bagaglio tecnico che ora possiedo. Il resto lo ha fatto mister Galasso in questi due anni”.
-Il tuo ruolo è stato sempre quello di interno destro?
“No all’inizio ero esterno destro o sinistro, poi proprio mister Galasso mi ha inventato come interno destro, un ruolo che mi piace molto perché non rinuncio alle mie incursioni e ai cross dalla fascia, ma allo stesso tempo ho imparato molto a giocare fra le linee e a costruire e imbastire il gioco anche da centrocampo”.

-Come ti trovi con il gruppo?
“Bene, molte hanno la mie età, altre invece sono delle vere e proprie veterane, ma si è creata una tale amalgama, che ha fatto sì che, sia in campo che fuori, siamo un team molto unito, anche perché c’è sempre voglia, oltre che di allenarsi, di scherzare e ridere”.
-Essere passate ufficialmente sotto il Bologna Football Club come è stato?
“Era da tempo che se ne parlava, poi è successo veramente, anche se questo ci è costato un ritardo di un mese sulla preparazione fisica alla fine dell’estate scorsa, per fortuna devo dire che, però, ne è valsa davvero la pena, perché siamo trattate sempre bene e con tanta cura e attenzione. Ovviamente io ringrazio anche i miei vecchi dirigenti, ma anche se non sono tifosa del Bologna, anche se a casa, in modo particolare da quando vesto anche io questa gloriosa maglia, seguo con più attenzione le vicende dei ragazzi, anche se fin da sempre ho sempre tifato Milan, ho notato che sia sui giornali che sui social c’è tantissima attenzione verso le nostre vicende, addirittura su Instagram hanno aperto anche un’account in nostro onore, è stata una bella iniziativa che mi ha colpito particolarmente”.

-Con la Jesina avete infilato una serie di partite davvero “terribili” che si concluderanno con la prima di ritorno del campionato con la Torres, cosa ne pensi?
“Io non gioco molto, faccio parte della panchina e il mio personale compito è di farmi trovare sempre pronta anche per potermi giocare al meglio il tempo che il mister mi schiererà in campo. Per il resto penso che le mie compagne possano comunque fare molto bene ugualmente, ma la nostra filosofia è sempre quella di pensare ad una gara alla volta, e domenica arriva la Pistoiese, ennesima squadra molto spigolosa come tutte le toscane. Di positivo abbiamo ancora una volta la possibilità di giocare in casa per la seconda volta consecutiva e, dunque, di cercare al meglio di giocare sui tagli e sulla velocità, visto che sul sintetico di Granarolo forse riusciamo ad esprimere il nostro migliore calcio, fatto di palla a terra e ragionato, che sfrutta al meglio le imbucate”.
-Quanto è importante rimanere sempre concentrata per subentrare a partita in corso?
“Tantissimo, sia il gruppo che gli allenamenti mi aiutano molto a rimanere tonica e soprattutto concentrata con la testa, anche perché in poco tempo bisogna fare bene, e entrare subito nel clima partita, cosa che non è sempre facile”.

-Fuori dal campo di calcio cosa fai?
“Sono al quinto anno del liceo scientifico Giordano Bruno di Budrio. Quando posso cerco di stare sempre con i miei amici e un’altra grande passione che coltivo da quando avevo 3 anni è quella di sciare. Da piccola, ma forse ancora adesso, mi sarebbe piaciuto diventare una maestra di sci. Per il resto non sono troppo social, ho Instagram, la musica mi piace sia quella italiana che quella straniera, anche se il mio idolo rimane Achille Lauro, e come calciatori o calciatrici mi ispiro al mitico Faraone che giocava in rossonero e alla Giacinti del Milan”.
A cura di Danilo Billi