
-Ciao Francesca, come nasce la tua avventura nel mondo del calcio?
“Ho praticato diversi sports, ma sono rimasta affascinata da mio padre che, in gioventù, giocava a calcio. Dunque nel 2011 ho accompagnato mia madre ad iscrivere mio fratello e quando siamo arrivate lì le ho detto che se iscriveva lui doveva iscrivere anche me, lei all’inizio non era molto convinta, però dopo ha ceduto. Dunque ho giocato i miei primi 3 anni con il Granamica in una squadra maschile, all’epoca di ragazze che giocavano a calcio in giro non se ne vedevano tante, come del resto neppure le scuole calcio. Nel 2014, finalmente, sono passata ad una squadra femminile con l’ASD Bologna, dove sono stata allenata da diversi coach, per arrivare fino allo scorso campionato quanto è arrivato mister Galasso che è rimasto il mio allenatore anche quest’anno, quando siamo passate ufficialmente sotto il Bologna Football Club”.
-Francesca tu quest’anno ti sei infortunata e proprio ora stai tornando abile e arruolabile, cosa ti è successo?
“Ho sofferto di un pesantissima tendinite, probabilmente dipendente dal cambio del mio lavoro, dove devo camminare e stare a lungo in piedi, di conseguenza la sera, allenandomi, ho probabilmente caricato troppo e i tibiali sono andati in tilt. Per questo ringrazio tutto lo staff del Bologna, (COLLABORATORE TECNICO: Diego Tarini, PREPARATORE ATLETICO: Andrea Calzolari, FISIOTERAPISTA: Anna Bazzanini) che in questi lunghi mesi mi sono stati sempre vicino e mi hanno curata a dovere. Ora spero di essere pronta per poter dare presto il mio contributo a questo meraviglioso gruppo, perché anche se c’è un mix fra veterane, e nuove arrivate, posso dire che da fuori sembra che abbiamo sempre giocato assieme, c’è una grandissima amalgama, e per questo motivo penso che siamo riuscite fino ad ora a ottenere tutte queste vittorie consecutive”.
-In che ruolo giochi?
“Io sono un attaccante esterna, ho giocato più o meno in questo ruolo fin da sempre, se si esclude una piccola parentesi da centrocampista, posso dire che, però, è un ruolo che sento come una seconda pelle, e anche se devo dire che ho una concorrenza spietata in particolare modo questa stagione, la sfida nella sfida mi stimola a dare sempre il massimo in tutto e per tutto”.

-Quanto è dura vivere la partita dalla panchina?
“Io personalmente la vivo con discreta ansia, anche perché non so mai quando il mister mi potrebbe fare entrare e dunque cerco sempre di rimanere super concentrata sullo sviluppo del gioco, in particolare quello delle avversarie, in modo da cercare di farmi trovare pronta e entrare subito in clima partita se devo entrare, diciamo che comunque la vivo con tanta ansia e concentrazione”.
-Come hai preso il passaggio ufficiale al Bologna Football Club?
“Sicuramente con grande entusiasmo anche se non posso negare che la mia fede calcistica è juventina, cerco sempre di seguire i cugini, come li chiamo io, rossoblù, e poi anche se gli stereotipi sul calcio femminile rimangono e purtroppo saranno difficile da abbattere, ci ha dato tanta visibilità, la maglia del Bologna, come disse un telecronista toscano, galvanizza tantissimo chi la indossa, e poi ha portato tanta attenzione da parte dei media e dei singoli tifosi del Bologna che commentano e festeggiano le nostre vittorie sui vari social. Inoltre, come spiegavo prima, siamo seguite davvero da uno staff di grande qualità e disponibilità nei nostri confronti, davvero organizzato nei minimi dettagli, e questo non fa altro che farci crescere in campo e fuori come persone e gruppo”.
-Com’è questo Bologna visto da fuori?
“Una gran bella squadra che si sa anche adattare ai vari tipi di livello di difficoltà delle partite, e questo fin qui è stato possibile grazie ad un grande allenatore come mister Galasso e un gruppo coeso capitanato da Boss Bassi”.
-Arrivano due gare toste, il recupero con l’Arezzo e poi di nuovo in trasferta contro la Torres, come le vedi?
“Toste, davvero toste, saranno sicuramente due battaglie, in particolare contro la Torres, come mi ricordo fu all’andata, è una gara che sentiamo tutte tantissimo, mai quanto il derby con il Riccione, mentre con l’Arezzo sarebbe bello tornare a casa dalla Toscana con altri tre punti, che ci permetterebbe mentalmente di andare sul campo della Torres ancora più cariche”.
-Nel periodo del tuo lungo infortunio cosa ti è mancata di più?
“Essere fisicamente in campo a festeggiare con le mie compagne”.
-Fuori dal terreno di gioco chi sei?
“Sono una ragazza tranquilla, non troppo social, anche se ho sia Facebook che Instagram. Lavoro come operatrice di sala presso un albergo che ha anche il ristorante, sono di Minerbio, studio maglieria da autodidatta e adoro la musica, suono sia la chitarra che il piano e la batteria. Per il resto sono una persona abbastanza timida ma socevole”.
A cura di Danilo Billi