Per la rubrica dei tifosi del Bologna “Fuori Sede” parliamo con Monica da Piacenza

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Un ritratto di Monica sul set fotografico per un catalogo

Continua la carrellata dedicata al nostro format che portiamo avanti da due anni con tantissime interviste dedicate ai Tifosi Fuori sede del Bologna Football Club. Questa volta siamo andati virtualmente a Piacenza a trovare Monica che ci ha raccontato la sua storia.

-Ciao Monica, ci puoi raccontare come mai una piacentina tifa per il Bologna?

“Ciao a tutti, la storia alla fine è molto semplice: da ragazzina, per un circolo vizioso di cugini e parenti vari, ho conosciuto e mi sono innamorata di un giocatore del settore giovanile del Bologna, e sono rimasta fidanzata con lui per circa 2 anni, durante i quali per vederlo, nonostante le lotte intestine con i miei genitori, prendevo dapprima sempre il treno, poi la macchina, e scappavo a Bologna per stare con lui. Da lì è nata la prima scintilla positiva fra me e la città di Bologna, un sogno a confronto di Piacenza, vivibile a misura d’uomo ma fonte di storia grazie ai suoi monumenti e ai suoi portici, multiculturale grazie ai tanti universitari, moderna e dinamica, senza trascurare il fatto che il bolognese ama la vita è gioviale e sa coccolare con i tantissimi bar e pub in cui si può fare sempre festa, e i vari giardini comunali come per esempio i giardini Margherita, che sono delle piccole oasi verdi zeppe di giovani all’interno del cuore della città. Poi stando con Marco che, oltre che giocare a calcio era un super tifoso del Bologna, la domenica spesso eravamo a vedere la partita al Renato Dall’Ara. E’ lì che è nato il mio amore per i colori rossoblu. Sono rimasta attratta, oltre che dalla visione delle prime partite di pallone, da tutto il contorno che faceva da cornice, uno spettacolo nello spettacolo”.

-Cosa fai nella vita?

“Prima ho sempre dedicato la mia vita alla danza contemporanea e all’hip hop. Ora come ora invece da circa 5 anni mi sono dedicata totalmente al campo della moda, faccio shooting fotografici e presto l’immagine a diversi negozi che hanno bisogno di fare promozione ai loro capi nella varie sfilate che si facevano prima del Covid-19. Purtroppo invece da quando c’è questo perdurare della pandemia, sono praticamente ferma con questo tipo di lavoro e dunque sto curando il marketing della ditta del mio attuale moroso che si occupa di abbigliamento”.

-Con che costanza riesci a seguire il Bologna?

“Diciamo che fino all’inizio della Pandemia 5 o 6 partite a stagione riuscivo ad andare a vederle dal vivo a Bologna, magari non sempre quelle di cartello, anche perché era più difficile trovare i biglietti se non si era abbonati, ma comunque per me l’importante era essere a Bologna e allo stadio. Ora da quando c’è il virus non me ne perdo nemmeno una in tv, e anche se sono sul divano tifo come se fossi in curva, anzi ho diversi rituali e cabale che compio prima della messa in onda di ogni match. Coloro che mi vedono da fuori, come i miei amici, dicono che sono fissata e mi manca qualche rotella, ma io mi diverto così”.

-Come ti tieni aggiornata durante la settimana se lo fai?

“Assolutamente sì, durante la settimana sono iscritta ad una chat di tifosi che abbiamo fatto con dei ragazzi che, come me, erano abbonati nei distinti e che riportano tutte le notizie inerenti il Bologna nei minimi particolari. Ovviamente noi dopo commentiamo tutti assieme, dunque devo dire che, grazie a Stefano e Mattia, che ci offrono un gran bel servizio mettendo a disposizione il loro tempo, siamo una sessantina di iscritti che regolarmente veniamo informati durante il giorno e alimentiamo tale chat a nostra volta rispondendo o dialogando fra noi. Oltre a me, che sono di Piacenza, ci sono anche diversi tifosi che ora sono all’estero e altri in sparsi per l’Italia. Avevamo in programma tante cose, e ci eravamo ripromessi di vederci anche di persona per fare dei pranzi o delle cene in concomitanza di una partita del Bologna, ma poi, purtroppo, è arrivata questa benedetta pandemia a rovinare tutto”.

-Quali sono i tuoi idoli di sempre?

“Iniziai ad andare allo stadio l’anno dell’Europa, dunque non posso che dire Beppe Signori e Marco Di Vaio, e poi in panchina adoro lo stile di Sinisa”.

-Invece il tuo giudizio sul campionato di questa stagione dei ragazzi?

“Molti alti e bassi, ma forse dopo gennaio abbiamo trovato la quadra sistemando la difesa e affrontando con grande sacrificio e mentalità alcune partite che si sono rilevate vincenti, ora come con la salvezza c’è. Sono concorde sull’opinione di molti, che da qui alla fine del campionato, in queste restanti 10 partite, possiamo toglierci anche qualche soddisfazione, anche se penso che alla fine ci classificheremo non più in là del decimo posto in classifica, speriamo solo che Saputo non si stanchi di questo”.

A cura di Danilo Billi

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