Intervista al portiere Lucia Sassi del Bologna calcio femminile

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Verso il campo

Ciao Lucia come mai hai scelto di giocare a calcio?

“Avevo 5 anni e alla materna mi ero seccata di giocare con le femmine, così sono andata a giocare con i maschi e fin da subito è nato l’amore per il calcio. Poi ho fatto parte di una scuola calcio a Castel Guelfo, sono stata un anno ferma e ho proseguito all’età di 9 anni con l’Imolese dove ho fatto tutte le categorie fino ad arrivare anche alla prima squadra, e quest’anno sono arrivata al Bologna calcio femminile”.

-Come ti sei ambientata a Bologna?

“Fin da subito molto bene, nonostante sia la più piccola del gruppo, le ragazze con me sono sempre state fantastiche, inoltre conoscevo già capitan Bassi visto che era venuta a giocare nell’Imolese diversi anni fa”.

-Ci racconti qualcosa del tuo ruolo?

“Sono un portiere e, a parte all’inizio di carriera quanto ho fatto la punta e il centrale di difesa, ho sempre giocato in questo ruolo, nel Bologna la concorrenza c’è, visto che poi la stessa Bassi oltre essere capitano e anche una delle titolari fisse, ma è un motivo in più per spronarmi a fare meglio, attualmente siamo in 4 portieri, visto che con noi si è aggiunta anche una ragazza della Primavera e ci alleniamo con il preparatore Paolo De Luca, lui come mister Galasso sono molto preparati e si lavora tanto e bene perché lo si fa con metodo”.

-Attualmente sei infortunata, quando pensi che potrai rientrare?

“Sì mi sono infortunata durante un rinvio a un piede, diciamo che fra dieci giorni se tutto va bene dovrei rientrare, nel frattempo sono sempre seguita dalla fisioterapista della squadra, e colgo l’occasione per ringraziarla”.

-Dopo un avvio super brillante sono arrivate le prime due sconfitte di fila con Arezzo e Torres, poi fortunatamente cancellate dalla vittoria del sentito derby con il Riccione, cosa ne pensi?

“Che nelle due sconfitte che sono arrivate non eravamo lì con la testa, pensavamo molto alle varie assenza fra le ragazze fuori per Covid e alle infortunate e, magari, non abbiamo reagito come dovevamo sul campo a livello mentale, mentre il derby che sentivamo particolarmente sia noi che loro ha fatto in modo che rincaricassimo le pile proprio sotto il profilo della motivazione per uscire da questo torpore, per fortuna poi siamo tornate anche alla vittoria”.

In campo

-La prossima gara vi vedrà impegnate sul campo del Civitanova che veleggia negli ultimi posti della classifica, come si tiene alta la concentrazione?

“Affrontando sempre una partita alla volta e se possibile cancellando quella giocata la domenica prima, all’andata se non sbaglio le abbiamo battute con un rotondo 8-0, ma sarà fondamentale scendere in campo sempre con il coltello fra i denti, anche perché noi da quest’anno che siamo entrati ufficialmente sotto il Bologna Football Club ed essendo le prime in classifica siamo la lepre da catturare, ovvero la squadra da battere contro la quale tutte danno il massimo per cercare di farlo, dunque ogni domenica dobbiamo affrontare la partita come una nuova battaglia, rispettando l’avversario che sia il Filecchio o la Civitanova”.

-Anche se non sei di Bologna che cosa provi ad indossare questa gloriosa maglia?

“E’ una maglia molto pesante, ma allo stesso tempo che ti carica tanto, la dirigenza e i tifosi tutti con noi sono sempre disponibili e pieni di attenzioni, domenica del derby è venuto anche l’amministratore delegato Claudio Fenucci, che ha assistito alla gara e poi si voluto complimentare con tutte noi. Per noi tutto questo è importante e ci fa sentire allo stesso tempo preziose”.

-Chi sono per te le più pazze del gruppo?

“Sara e la Sarra”.

-Chi sei fuori dal terreno di gioco?

“Studio al quarto anno di Odontotecnico a Faenza, poi facendo allenamento 4 volte alla settimana più la partita, non mi rimane molto tempo per fare altro, sono una persona molto tranquilla, sono presente sia su Facebook che su Instagram anche se non sono una fanatica dei social, mi piace ascoltare tanta musica ma non ho un genere particolare, di solito mi affido alla radio di turno e a quello che trasmettono, e poi posso dire che amo le persone socievoli, con le quali poi spesso tendo ad aprirmi a mia volta, mentre odio quelle false”.

A cura di Danilo Billi

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