
Ad interagire con noi oggi è Laura, che si occupa del settore moda di una nota rivista, bolognese doc, da buona “Fuori Sede” ha voluto raccontare la sua storia legata al Bologna che segue e vive a distanza.
-Ciao Laura, da quanto tempo vivi a Milano?
“Ciao sono ormai 5 anni che abito per l’esattezza a San Giovanni e lavoro presso un giornale di moda che ha la sede a Milano 2, in periferia; prima invece la sede era proprio a Milano centro poi per motivi logistici e di spazio la redazione si è spostata nella prima periferia della città lombarda. Io sono, però, una bolognese doc, ho fatto le Aldini Valeriani, anche se con poca voglia di studiare, ma ho sempre avuto il pallino per la moda, cosi dopo aver fatto ogni tipo di concorso di bellezza ecc… in giro per l’Italia, ho aperto un piccolo blog e sono stata notata dal mio attuale capo, all’inizio collaboravo a distanza e prendevo sempre il treno quando dovevo essere qui in presenza, poi sono stata assunta e mi sono trasferita del tutto, rimpiangendo tanto la mia Bologna, visto che vivere fuori Milano e raggiungere ogni giorno il capoluogo di regione non è poi cosi tanto agevole. I mezzi ci sono e di ogni tipo, ma ogni giorno perdo sempre un’ora ad andare e un’ora a tornare, quando va bene”.
-Come è nato il tuo amore per il Bologna?
“Per via del ragazzo che avevo quando vivevo a Bologna e con il quale sono stata fidanzata per 8 lunghi anni e che saluto, visto che lui stesso mi ha fatto presente questa rubrica. Noi siamo sempre andati in curva Bulgarelli, io all’inizio devo dire che sono stata subito rapita dal tifo e dall’atmosfera che si respirava in curva, ma il primo anno non sono andata tantissimo, ho visto 4 o 5 partite era l’anno della retrocessione in B, poi invece nel campionato cadetto ho fatto l’abbonamento assieme a lui e in casa le ho viste tutte, compreso il mitico spareggio con il Pescara che ci ha riportato in serie A. Non scorderò mai e poi mai quella serata magica, prima sul campo e poi a festeggiare in giro per Bologna, con un entusiasmo a mille come se avessimo vinto lo scudetto, un’esperienza simile la vissi solo quando la mia Fortitudo, appunto, vinse il primo tricolore”.
-E dopo quell’anno hai continuato a seguire i nostri ragazzi?
“Sì, a dire il vero dovevo fare anche la ragazza immagine proprio per il Bologna, ma poi per via delle gelosia del mio moroso ho dovuto rinunciare, e ora forse un po’ me ne pento, ma almeno ho avuto modo di conoscere più da vicino tutto l’ambiente e alcuni giocatori, visto che poi presenziavo assieme al mio ex moroso, il padre è stato anche uno degli sponsor che si vedevano a bordo campo nei rotori luminosi, a diverse iniziative sociali e feste organizzate dalla società. Così mi sono appassionata al gioco del calcio, che tra l’altro a Milano, in particolare con alcuni giocatori del Milan abbiamo trattato come tendenza moda lo scorso anno, e ho seguito sempre il Bologna dentro e fuori dal campo sui vari social che erano in netta esplosione mediatica”.

-Ora come ora, segui ancora le partite del Bologna in televisione?
“Sì mi capita spesso, anche se in maniera più diradata, di guardarmi anche da sola a casa su Sky il Bologna, e a dire il vero da quando è scoppiata la pandemia e anche con il lavoro che mi ha costretta come tutti a stare molto tempo chiusa in casa, ho avuto tempo di seguire molte partite in diretta, che poi commentavo al telefono con il mio babbo che è tifosissimo anche lui del Bologna. Il fatto che spesso si giocasse dopo cena in estate e quest’anno le varie restrizioni hanno fatto sì che riprendessi di più il mio feeling con la squadra”.
-Chi è il tuo giocatore o personaggio preferito?
“Senza ombra di dubbio il nostro mitico Sinisa, che si sa districare benissimo anche sotto i riflettori e fa tendenza con il suo modo alla moda, scusate il giro di parole, di vestirsi e di porsi, poi al giornale abbiamo avuto modo di fare la conoscenza anche di una delle sue figlie per un servizio e dunque anche se non l’ho conosciuto direttamente, per me rimane sempre il numero uno, anche perché con il suo carattere, alle volte brusco e tempestoso, secondo il mio punto di vista ha sempre dato uno scossone ai ragazzi e, altre volte, ne stato il parafulmine, dopo certe brutte sconfitte, perché nel bene e nel male Sinisa riesce sempre a spostare il focus su di lui e speriamo davvero che non vada via il prossimo anno, anche in vista della crescita dei nostri giovanissimi a ma già bravissimi talenti che lui stesso ha lanciato”.
-Ti piace questo calcio senza pubblico o, come la maggioranza della gente, preferisci il pubblico presente allo stadio?
“Il calcio è spettacolo anche senza pubblico solo che ora speriamo che questa pandemia passi in fretta per tutti noi, e che gli stadi si possano riempire nuovamente, perché il calcio, e lo ha dimostrato anche il recente flop della Super League, è delle gente, il calcio piace proprio perché è un gioco popolare che fa sognare”.
-Del finale del campionato del Bologna cosa mi puoi dire?
“Che spero possa arrivare quanto prima l’aritmetica della salvezza, anche se non penso che questo sia il nostro problema, spero invece con tutto il cuore che, nonostante qualcuno dei giovanotti partirà a fine campionato, Saputo possa finalmente mettere nelle mani di Sinisa una squadra valida per cercare di competere ad obiettivi europei e che si compri come tutti dicono il tanto rimpianto attaccante d’area”.
A cura di Danilo Billi