
-Ciao Federica, quando hai iniziato a giocare a calcio?
“E’ una passione che ho fin da piccola, però devo dire che il vero approccio è stato quando mi sono trasferita a Bologna per fare l’Università, prima avevo provato con una squadra di calcio a 5 poi ho giocato sia con il Granamica che con il Progresso, quindi mi sono fermata per circa un anno e mezzo. Alla fine di questa estate ho ricevuto con grande piacere la telefonata di Enrica Bassi, che mi chiedeva la disponibilità di venire a fare il terzo portiere al Bologna calcio femminile e così, nonostante sia la più grande del gruppo, ho accettato e dopo un provino di un paio di settimane a fine Ottobre, sono entrata in pianta stabile del gruppo”,
-Che ambiente hai trovato?
“Devo dire la verità mi sono sorpresa anche io perché, essendo classe 1992, pensavo che ci fossero più difficoltà ad ambientarmi con le 2000, invece, tutto è filato liscio anzi mi hanno e mi stanno stupendo sempre di più in positivo, mi sono integrata benissimo e sto bene sia dentro che fuori dal campo.
-Parlaci un po’ del tuo ruolo.
“Nonostante la stanchezza del lavoro in Hera, quando mi alleno sgombro la testa e mi concentro su quello che faccio. Per me giocare è ancora un divertimento, e piano piano quest’anno dapprima ho ritrovato la forma fisica e poi indubbiamente sono cresciuta tantissimo, in più vestire questa maglia importante mi da tanti stimoli, io sono abruzzese di nascita, però sono 11 anni che studio, e ora vivo e lavoro a Bologna, città della quale mi sono innamorata, giusto manca il mare altrimenti sarebbe perfetta, inoltre è un occasione in più per mettermi in gioco e conquistarmi la fiducia delle compagne”.
-Chi ti allena nello specifico?
“L’allenatore dei portieri è Paolo De Lucca, persona seria e preparata da cui si può solo imparare, poi ovviamente c’è anche mister Galasso, un allenatore come non avevo mai avuto, con un vissuto importante e un grande professionista, un tattico molto serio con cui però c’è sempre il tempo per sdrammatizzare con un battuta di spirito. Mi trovo bene perché so che sono in mano a dei professionisti, magari in passato ho avuto dei rapporti più colloquiali con i miei allenatori, ma qui so che l’asticella è alta e voglio farmi trovare sempre all’altezza della situazione, ripeto ho accetto questa proposta in primis per mettermi in gioco e sfidare me stessa”.
-In questo momento c’è tantissima aspettativa dal pubblico di Bologna che si è abituato a vedervi vincenti e siete state fin qui anche la rivelazione per gli addetti ai lavori, come si deve affrontare secondo te questo finale di campionato?
“Lavorando sodo come abbiamo sempre fatto e soprattutto preparando una partita alla volta, dandole la stessa importanza sia che giochiamo con una squadra di alta classifica che con una di bassa, solo questo. Il gruppo su questo concetto è molto concentrato anche perché ad esempio se pensiamo che a fine di una strada ci potrebbe essere un burrone, non vuol dire che non dobbiamo stare attente anche ai vari sassi che potremmo incontrare sulla strada, perché anche quelli ci potrebbero fare cadere. Dunque fra scaramanzia e buon senso, dobbiamo pensare ad una partita alla volta e poi le somme si tireranno a fine stagione ma ora è importante continuare nel cammino di crescita a cui era destinata la nostra stagione, come obiettivo principale, viste poi le tante giovani”.

-Pensi che questo gruppo possa avere ancora margine di crescita?
“Si, secondo me tantissimo ancora”.
-Il calcio femminile in Italia fra due anni entrerà nel professionismo, cosa ne pensi a riguardo?
“Penso che sia una bellissima cosa, anche perché fino ad ora è sempre stato molto ghettizzato e considerato uno sport non adatto alle ragazze. Anche mia mamma mi ricordo era contraria, ci sono sicuramente troppi pregiudizi al riguardo, da un lato guardando il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto, come nel Bologna calcio femminile, quasi tutte le ragazze studiano e sono impegnate fuori dal terreno di gioco, il calcio così per tutte noi è ancora passione pura”.
-Chi è la più pazzerella della squadra?
“La più piccola ovvero Sarra”.
-Fuori dal campo?
“Sono un ingegnere civile e lavoro nel Facility Management del Gruppo Hera, per il resto sono fidanzata con un ragazzo molisano che ho conosciuto ai tempi dell’università, appena posso torna a casa a Vasto che dista 4 ore e mezzo da Bologna, oppure d’estate vado a trovare mia sorella a Cesenatico. Sono social il giusto, e nulla di che, anche perché a calcio d’estate ci alleniamo 4 volte alla settimana e di tempo non ne rimane tanto. Prima del Covid mi piaceva uscire tanto con gli amici, ora ci sentiamo di più on line, ma speriamo di tornare presto a vederci di persona e riprendere a fare le nostre chiacchiere dal vivo!”.
A cura di Danilo Billi