
-Ciao Valentina, come hai iniziato a giocare a calcio?
“Da piccola volevo giocare subito a calcio ma mia mamma era contraria, così ho fatto diversi sport, mi ricordo in particolare i miei due anni misti con i maschi a basket, ma alla fine anche mia mamma ha ceduto e mi sono potuta iscrivere alla Asd Bologna, lì ho fatto quasi tutte le giovanili con l’allenatrice Daniela Tavalazzi, fino ad arrivare a due stagioni fa quando è arrivato mister Galasso e quest’anno con il cambio societario che ci ha portato ufficialmente sotto il Bologna calcio femminile”.
-Nella tua carriera per via di un doloroso infortunio hai perso, purtroppo, anche un anno e mezzo di attività, ma non ti sei data mai vinta e hai rincominciato, vero?
“Sì, purtroppo ho avuto dei problemi alla caviglia, che mi hanno tenuta lontana dai campi di gioco per parecchio tempo, poi però la voglia di tornare era tanta, e mi sono rimessa in gioco vincendo dolore e paura”.
-In che ruolo giochi?
“Sono un difensore centrale, e diciamo che lo sono sempre stata, dunque penso che finché giocherò a calcio ricoprirò questo ruolo, il problema fondamentale è che studiando Medicina a Parma, faccio molta fatica ad allenarmi, e quando va bene tornando il giovedì ne faccio due su 4, ma mi capita anche alle volte di dover saltare e di rimanere in facoltà”.
-Quanto ti pesa il fatto di non essere sempre presente?
“Indubbiamente mi pesa, sto molto bene con il gruppo. Le ragazze ogni volta che ci sono vengono sempre a parlare con me e mi fanno sentire parte di loro, ma oggi giorno il calcio femminile, anche se grazie anche alle partite che vengono trasmesse da Sky da dopo i mondiali femminili dove la nostra nazionale ha acceso i riflettori sul nostro sport, non è ancora una professione e, dunque, quasi tutte noi ragazze abbiamo dovuto per forza di cose mettere lo studio al primo posto e relegare il calcio a pura passione. Ad esempio anche io quando torno il giovedì a Bologna, la sera cerco di trovare tutte le energie per andare ad allenarmi, come del resto il venerdì che potrei stare con amici e parenti, ma lo faccio con immenso piacere, anzi mi pesa tanto non essere presente come le altre ragazze, potrei infatti crescere costantemente a livello tecnico e potrei avere il privilegio forse di vivermi lo spogliatoio al 100% e magari di giocare qualche partita”.
-Cosa è cambiato nell’entrare ufficialmente sotto il Bologna Football Club?
“C’è tanta attenzione e disponibilità in più; ogni volta che ho bisogno di qualcosa chiedo e nel limite del possibile ho sempre qualcuno che cerca di venire incontro alle mie esigenze, inoltre per me è un grande orgoglio, visto che da fin da piccola e fino all’inizio della pandemia sono sempre stata una tifosa del Bologna (basta vedere la camera che ho Parma tutta tappezzata rossoblù) e sono sempre andata a vedere i ragazzi allo stadio”.
-La più pazza del gruppo?
“Sarra ma anche Berselli, in modo particolare quando tira i rigori in allenamento”.
-Con chi dividi l’appartamento di Parma?
“Con altre due ragazze tutte di Piacenza, una è al terzo anno come me e, infatti, è anche nel mio stesso corso, l’ altra due ragazza è del secondo anno”.
-Chi è Valentina fuori dal terreno di gioco?
“Una studentessa di medicina fuori sede a Parma lo abbiamo già detto, dunque aggiungerei che all’inizio sono abbastanza timida poi con le persone giuste piano piano mi sciolgo, come hobby studio il linguaggio dei segni, un tempo mi piaceva tanto uscire con gli amici e spero che, prima o poi, anche questa cosa possa tornare come la normalità che purtroppo per via di questa pandemia non è più una costante delle nostre vite. Sono molto legata alla famiglia, e anche se non sono una che dei social ne fa la sua vita, ho sia Facebook che Instagram”.
A cura di Danilo Billi