
-Ciao Diego, come sei arrivato al Bologna Football Club?
“Sono arrivato dopo la mia esperienza alla Vis Pesaro, la squadra della mia città. Prima, tre anni fa, venivo solo il mercoledì a fare un po’ di esperienza, poi lo scorso anno ho seguito l’under 17 con la Tavalazzi e gli under 8 con Montebugnoli, sempre come secondo allenatore, poi purtroppo dopo il 4 Marzo hanno fermato tutto per via del Covid. Quest’anno, invece, ho tenuto le ragazze dell’under 17, sempre con la mister Tavalazzi e sono diventato l’allenatore in seconda del preparatissimo mister Michelangelo Galasso, proprio nell’anno in cui il gruppo della prima squadra è passato ufficialmente sotto il Bologna Football Club”.
-Ti sei trasferito anche da Pesaro in pianta stabile a Bologna?
“Sì, da agosto 2020 abito in pianta stabile nei pressi dello stadio, ho spostato anche l’altro mio lavoro, ovvero quello con la scuola che mi vede in prima linea come figura di sostegno, nonostante mi sia laureato in scienze naturali, avevo fatto in questo ambito anche due anni a Pesaro e tre a Urbino, e ora sono qui; dunque diciamo che la mia vita si divide tra scuola e campo da gioco, solo ultimamente, grazie all’allentamento delle varie zone gialle, sto iniziando veramente a conoscere Bologna, perché riesco a ritagliarmi del tempo per me per andare a passeggiare con i colleghi del lavoro della scuola o del calcio, o altri amici di Pesaro che studiano qui e mi sono innamorato della città. La trovo molto bella, con persone cordiali e alla mano, l’unica cosa che forse manca è il mare”.
-Cosa ne pensi di questo ultimo periodo della squadra?
“Che dopo, per vari motivi abbiamo perso due partite consecutive, nella gara interna con il Riccione ci siamo rimessi in carreggiata e le ragazze hanno metabolizzato le sconfitte, sono uscite fuori le forti individualità che abbiamo, sia a centrocampo che in difesa, che hanno avuto una crescita esponenziale nel corso di tutta la stagione e, soprattutto, abbiamo preso consapevolezza nei nostri mezzi, che con ragazze giovanissime del 2000, 2001 e 2002 di grande prospettiva, ma allo stesso tempo ancora non formate, è una grande arma. Consapevolezza che abbiamo potuto apprezzare anche nell’ultima gara con il Filecchio, dove a poco del termine dopo essere stati in vantaggio noi, sono andate in vantaggio loro, lì abbiamo avuto l’ennesima reazione delle ragazze che hanno creduto fino alla fine nei propri mezzi e siamo riusciti ad arrivare ad un pareggio importantissimo, sia per l’umore che per la classifica che ci vede ancora al primo posto con la Torres”.
-Ora arriva la sosta, il tuo pensiero a riguardo?
“Io fondamentalmente non sono mai troppo propenso a queste sospensioni, a meno che siano per le feste di Natale, penso che in questo momento questo stop di due settimane possa spezzare il ritmo di molte squadre. Noi dal canto nostro e grazie alle strutture che il Bologna ci ha messo a disposizione ci alleneremo come abbiamo fatto nel periodo in cui in questa stagione il campionato è stato sospeso per oltre due mesi per il Covid, continueremo ad allenarci sulla tecnica, sulla parte fisica e, magari, riempiremo le due domeniche vuote con due partitelle fra di noi, come avevamo fatto in quel periodo, giusto per non far perdere il ritmo gara alle ragazze”.
-Da qui fino alla fine del campionato?
“L’imperativo è quello di provare a vincere tutte le gare, compresa l’ultima con l’Arezzo che, però, giocheremo in casa nostra a Granarolo, vedremo. Ovviamente come noi, anche le altre squadre, come la stessa Torres, l’Arezzo e il Filecchio, sono obbligate a vincerle tutte, vedremo come arriveremo alla fine di questa piccola volata che ci separa dal termine del campionato. Solo dopo potremmo tirare le somme di questa stagione che, comunque, per noi è stata positiva a prescindere, perché avevamo un gruppo giovanissimo che piano piano stiamo modellando e che avuto un’ampiezza di crescita esponenziale che magari neppure noi a inizio stagione avevamo ipotizzato”.
-Un fattore fra i più positivi che hai riscontrato nel passaggio ufficiale al Bologna Football Club?
“Senza ombra di dubbio la professionalità e la condivisione dello spogliatoio per noi allenatori, dove finito il lavoro sul campo ci possiamo preparare le nostre partite e condividere le nostre idee, io per esempio mi sono trovato molto bene con Paolo De Lucca, con il quale ho condiviso parecchie idee tecniche”.
A cura di Danilo Billi