
-Ciao Sofia come nasce la tua passione per i colori rossoblù?
“Nasce recentemente, devo essere sincera, da quando 5 anni fa ho iniziato a giocare a calcio a 5 femminile, tutti in allenamento avevano i lori idoli, ma erano sempre i soliti, le maglie più gettonate erano quella della Juventus, dell’Inter e del Milan, così ho iniziato, grazie alla nonna paterna, ad indossare una maglia che lei mi aveva portato anni fa di Baggio, quando vestiva la casacca del Bologna. Da lì mi sono appassionata alla maglia che indossavo in allenamento, ho iniziato a chiedere ai miei nonni di Bologna, fino a quando non mi hanno portato con loro esattamente 5 stagioni fa al Dall’Ara, a vedere una partita dal vivo. Eravamo in tribuna ed è stato bellissimo, non pensavo onestamente che il calcio visto dal vivo fosse così bello, in tv ogni tanto lo guardavo, in particolare quando ci sono stati sia i mondiali e che gli europei, ma non mi è mai sembrato così bello e affascinante. Essere invece a Bologna, in mezzo a tanti tifosi, con la visione del campo senza limitazioni di inquadratura davanti agli occhi è stato amore a prima vista”-
-Dunque da 5 anni ti sei appassionata alle sorte del nostro Bologna e hai iniziato a seguirlo?
“Sì, prima ho cercato di recuperare il tempo perduto, e visto che abito a Misano e prima lavoravo part-time in un noto magazzino di abbigliamento che si chiamava Oliviero, noto in tutta l’Emilia-Romagna, che poi però a causa del Covid ha chiuso i battenti, avevo la fortuna di organizzarmi i turni del week and in base alle partite in casa del Bologna; così per tre stagioni, prima della Pandemia, sono riuscita a venire a vedere sempre in tribuna con i miei adorati nonni tutte le partite interne dei ragazzi, e piano piano sono diventata una vera tifosa, senza accorgermene la mia camera è diventata, fra sciarpe, bandane e bandiere, un piccolo mausoleo rossoblù. Poi ho preso l’abitudine di documentarmi molto navigando in rete, battezzando almeno 3 o 4 siti che trattano solo del Bologna. Inoltre, allo stadio, ma più che altro in treno, ho avuto modo di fare amicizie con altri tifosi e tifose che ogni domenica dalla Romagna venivano come me a Bologna, e cosi ci siamo scambiati i numeri di telefono e abbiamo creato anche una piccola chat per cercare di viaggiare sempre tutti assieme, e cosa ancor più importante di pranzare o cenare assieme vicino allo stadio, molto spesso prima e dopo le partite se non avevamo subito il treno, anche se confesso che io spesso era agevolata perché dormivo dai nonni, passavamo il nostro tempo a Skeggia, il covo dei Forever Ultras e dei Freak Boys, che però era aperto un po’ a tutti noi tifosi del Bologna in particolare a quelli che venivano da fuori, e anche lì ho conosciuto tantissimi altri ragazzi e ragazze”.
-Come hai vissuto a distanza questi momenti di Pandemia?
“Male, anzi direi malissimo, oltre a non poter più venire allo stadio, si è interrotto anche il campionato Csi di calcio a 5 femminile, dove con la mia squadra gli anni scorsi eravamo riuscite ad andare oltre ai nazionali per tre anni consecutivi e anche se non sono una gran sportiva, perché fumo e mangio ogni tipo di schifezza, fortunatamente senza ingrassare, ho accusato parecchio il colpo. Mi ricordo che per fortuna la scorsa estate il campionato ha ripreso e quest’anno più o meno non ha mai avuto nessuna defezione, così essendo disoccupata ho sempre seguito le gare dei ragazzi in tv, e quando le restrizioni ultimante lo hanno anche permesso ci siamo ritrovati fuori dal Pirates, noto pub di Cattolica, i cui proprietari sono di Bologna, e precisamente ex ragazzi della curva, a vedere all’aperto qualche partita sul maxi schermo, giusto per poter stare assieme ancora una volta. Infatti, durante la proiezioni delle ultime gare mi hanno raggiunto anche alcuni ragazzi della chat del treno che abitano non molto distante, e così faremo anche l’ultima contro la Juventus, sperando che non si giochi dopo cena, altrimenti ci taglia le gambe il coprifuoco”.
-Che emozioni ti da il Bologna?
“Se all’inizio, come ho ammesso, non ne sapevo nulla, neppure chi ci giocava e non mi intendevo neppure tanto di calcio, visto che il calcio a 5 femminile è completamente diverso dal calcio a 11 maschile, e il mio giocare con la maglia del Bologna era solo una provocazione verso le mie compagne che tifavano sempre solo per le solite squadre, poi ho avuto modo di essere rapita da tutto quello che è il mondo Bologna e ora non vedo davvero l’ora che si possano riaprire gli stadi e di poter tornare sugli spalti”.
-Cosa ne pensi di questa stagione del Bologna Football Club?
“Non sono proprio soddisfatta, alcune partite i ragazzi le hanno giocato come se la gara non avesse contenuto, mister Sinisa mi ha deluso un poco per le solite esternazioni dove non si prende mai chiaramente la colpa delle sconfitte. Abbiamo poi regalato troppi punti agli avversari di turno e la punta centrale mai arrivata è stata una grande delusione, però non vedo già l’ora di sapere come si muoverà la società in estate, con la speranza che non venda troppi giovani. Secondo me sarebbero da sacrificare i vari: Santander, Sansone ecc…, oltre qualche giovane talentuoso, in modo da poter avere la liquidità per sistemare ancora la difesa e soprattutto l’attacco”.
A cura di Danilo Billi