
-Ciao Nicolas, ci puoi raccontare la tua storia di tifoso del Bologna “Fuori Sede” ad Avellino?
“Ciao, sì con molto piacere, premetto io sono nato e cresciuto a Bologna, ma da una famiglia di Avellinesi, ho frequentato medie e superiori a Bologna e lì, grazie alla mia grande passione per il calcio, ho frequentato la scuola calcio del Bologna, ma non ho mai sfondato come giocatore, però allo stesso tempo avevamo sempre i biglietti per andare a vedere i ragazzi della prima squadra e dunque con i miei compagni per diversi anni siamo sempre andati al Dall’Ara e confesso che essendo un tipo di mio assai focoso, sono subito stato rapito dal tifo e dalla curva Andrea Costa, tanto che facevamo sempre il possibile per passare dai distinti in curva”.
-Così il Bologna ti è entrato nel cuore, e anche se vi si siete trasferiti tifi ancora per i rossoblù?
“Esattamente, 8 anni fa mio padre ha ricevuto una proposta di lavoro che lo riavvicinava ad Avellino e dunque, nel giro di un anno, ci siamo nuovamente trasferiti e siamo tornati nella nostra terra natale, devo confessare che se per molte situazioni sono stato contento, per altre mi ha pianto il cuore, lasciare la città e gli amici sia della scuola calcio sia gli altri che mi ero fatto in curva e allo stadio non è stato facile… Prima di partire ho fatto incetta di sciarpe e bandiere dei vari gruppi, tanto che camera mia sembra il bunker di qualche gruppo ultras della mitica Andrea Costa, ma la vita va così, qualche volta poi ho seguito l’Avellino. anche qui c’è una bella curva, in più visto la recente amicizia personale e non solo con diversi supporters del Bologna di spicco, sono stato subito accolto bene e questo mi ha fatto molto piacere”.
-Ogni quante volte riesci a tornare a Bologna?
“Solitamente prima di questa maledetta pandemia riuscivo a tornare 2-3 volte all’anno in città, per incontrare amici e fare shopping e almeno 4-5 volte a godermi il Bologna allo stadio”.
-Hai un gruppo di appartenenza?
“No attualmente no, sto sempre con gli ex compagni della scuola calcio, ma non sono tesserato con nessun nucleo dei supporters rossoblù, anche se posso dire che ho delle forti simpatie personali per il Settore Ostile e i Mai Domi, ma non ne faccio parte”.
-Come ti tieni informato sulle situazioni inerenti il nostro Bologna durante la settimana?
“Uso molto Facebook, dove ho trovato anche la vostra rivista, anche perché sui media più importanti si parla sempre della solita robaccia (riferito a Milan, Inter, Juventus ecc… ndr), dunque preferisco andare sul sicuro, ho battezzato un paio di gruppi e seguo durante la settimana anche qualche diretta live, in particolare in questo momento di Covid-19, poi ovviamene cerco di vedere quante più partite possibili in televisione, anche se non sono la stessa cosa che vederle allo stadio”.
-Il tuo parere a riguardo a questo finale della polveri bagnate del Bologna e della vicenda di Sinisa, che sembrava avere preso le distanze dalla panchina rossoblù?
“Penso che tutto il ritorno del Bologna non ci abbia regalato, a parte qualche temporale estivo, tanta amarezza anche perché spesso la squadra sembrava non aver voglia di giocare, molto molli e troppi rinunciatari. Su Sinisa penso che se ne volesse andare, ma poi non ha trovato in questo valzer di panchine il giusto accordo con la Lazio, oppure ci ha preso tutti in giro facendoci credere che se ne sarebbe andato quando sapeva benissimo di restare, solo lui sa quello che ha nella testa, ora speriamo che la società allestisca una squadra all’altezza della categoria, per cercare di regalarci qualche soddisfazione vera che vada oltre la mezza classifica, ma più che altro speriamo di poter tornare presto in presenza allo stadio, non ne vedo l’ora!”.
Danilo Billi