Greta Adami, la capitana in viola che portiamo nel nostro cuore

E’ stato un campionato duro, lungo con il Covid in mezzo che ha spezzato il ritmo a tutti e ci ha fatto stare in casa, sempre più dipendenti dal telefono o dal computer per poter alimentare le nostre passioni e coltivare i nostri amici e i nostri amori.

Perché si sa che le passioni sono come l’amore per piccole piante, che vanno tenute con cura se si vuole che poi crescano belle e rigogliose.

E’ stato anche un campionato di montagne russe per le nostre ragazze in Viola e per Greta Adami, la nostra capitana che portiamo nel cuore, e se poi quella fascia sul campo spesso ha cambiato interpreti, nei nostri cuori è sempre stata cucita saldamente sul braccio di Greta, un’eroina silenziosa e un collante indiscutibile per le sue compagne e per il gruppo squadra.

Molti potranno smentirmi, mandarmi al diavolo o altro, ma io ho vissuto così questa avventura, la prima del nostro fan club dedicato proprio a lei che è stato un esempio di resilienza, di educazione, di non fare polemica, e lavorare sempre a testa bassa per farsi trovare pronta, anche se schierata in un ruolo non suo.

Con il suo comportamento, che tanti colleghi maschi che hanno la ribalta dei giornali e delle televisioni non hanno, sempre pronti a protestare e fare il broncio come i bambini dell’asilo se non giocano una partita o se vengono sostituiti a gara in corso, come contraltare Greta ha sempre regalato il suo sorriso.

La fotografia di lei, che esulta in panchina per il primo goal della giovane Zanoli, racchiude in poche righe tutto quello che la stessa Adami ha dato per il progetto Fiorentina Femminile, e da spessore a tutti gli anni spesi fra lacrime, dolore e immense gioie da questa giocatrice che si è fatta strada in questo mondo non per i like sui social, ma per le sue giocate di prima intenzione, e per la sua intelligenza calcistica nel leggere le linee di gioco ma, soprattutto, per tutta la grinta e la professionalità che ha regalato a questa società, dedicandole i suoi anni migliori.

E’ stata una stagione con molti bassi e pochi alti ma, nonostante questo, lei è stata sempre lì, a sporcasi il viso e a non girare la faccia alla causa. Greta Adami è uno dei simboli dell’ultimo decennio del calcio femminile fiorentino, e dello stesso movimento italiano che finalmente sta crescendo e avendo la giusta visibilità.

Ma per arrivarci, giocatrici come lei hanno dormito anche in pulmini da 9, corso su campi fangosi e giocato contro tutti pregiudizi che fino a poco tempo fa alimentavano il calcio femminile in particolare in Italia.

Greta ha dimostrato che una neo laureata può ugualmente giocare sotto il nevischio dello scorso febbraio e dare lezioni di sacrificio ad alcuni colleghi professionisti.

Come si fa a non essere orgogliosi del nostro capitano e di una persona vera come lei, dentro e fuori dal campo?

Danilo Billi

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