
Biografia ed intervista a Maurizia Cacciatori
Maurizia Cacciatori, nata a Carrara il 6 Aprile 1973, è un’ex pallavolista italiana e opinionista televisiva in Sky Sport per la pallavolo femminile. L’atleta inizia in giovane età a giocare nella Pallavolo Carrarese, squadra della sua città natale, con cui ottiene la promozione in Serie A2, per poi fare il suo esordio in Serie A1, a 16 anni, nella stagione 1989-90, con la Pallavolo Sirio Perugia, nella quale militerà fino al 1993. Dopo un biennio nella Polisportiva Amazzoni Agrigento, nel campionato 1995-96 viene ingaggiata dal Volley Bergamo, con cui in tre stagioni conquista altrettante accoppiate scudetto-Coppa Italia: 1995-96, 1996-97, 1997-98, due Supercoppe Italiane, 1996 e 1997, e una Coppa dei Campioni. In seguito, nella stagione 1998-99 si trasferisce al Centro Ester Pallavolo. Con la formazione napoletana si aggiudica la Coppa Cev, facendo poi ritorno al Volley Bergamo, dove dal 1999 al 2003 conquista una Supercoppa italiana, una Coppa dei Campioni ed uno scudetto. Successivamente, durante la stagione 2001-02 subisce una squalifica di 10 giornate in seguito alla positività a due diuretici rilevata nel corso di un esame antidoping.. Nel campionato 2003-04 si trasferisce nella squadra del Club Voleibol Tenerife, con la quale vince il campionato, la Coppa della Regina e l’European Champions League, poi torna in Italia nel Volleyball Club Lodi in Serie A2 2004-05, ma l’anno si conclude anzitempo, a causa dell’esclusione della formazione dal campionato. Nell’anno successivo torna nel massimo campionato italiano, giocando per il neopromosso Arzano Volley che, però, retrocede a fine stagione. Maurizia si trasferisce nuovamente in Spagna, qui nella stagione 2006-07 guida il Club 15-15 alla promozione in Superliga Femenina de Voleibol, abbandonando a fine campionato l’attività agonistica. Sempre in seno alla società spagnola, nell’anno successivo ricopre il ruolo di Direttore Sportivo, con la formazione delle isole Baleari che raggiunge la finale scudetto. L’atleta vanta 228 presenze nella Nazionale italiana di pallavolo femminile, in cui fa il suo esordio il 27 novembre 1991 ad Apeldoorn, Paesi Bassi, in una partita contro la Russia. Con le azzurre vince un oro ai Giochi del Mediterraneo, un bronzo agli Europei del 1999 in Italia, e un argento a quelli del 2001 in Bulgaria. Nel suo curriculum c’è anche la partecipazione alle Olimpiadi di Sydney 2000, prima qualificazione in assoluto per la nazionale femminile di pallavolo. Al Campionato mondiale di pallavolo femminile in Giappone del 1998, viene eletta migliore palleggiatrice della manifestazione. Dal 2011, Maurizia Cacciatori è mamma di Carlos Maria e dal 2012 di Ines. Nel 2006 partecipa come concorrente alla quarta edizione dell’Isola dei Famosi, condotta da Simona Ventura su Rai 2, ma viene eliminata nel corso della quinta puntata con il 73% dei voti. Nel 2007 approda a Sky Sport per il commento tecnico degli incontri diA1 femminile. Nel 2010 prende parte al film Maschi contro femmine.
Da capitana in capo, a mamma nella vita di due straordinari figli e leader per i team aziendali, come vivi questo tuo percorso della vita?
“Mi trovo molto bene, come quando giocavo, trovo infatti, che ci siano molti similitudini fra la pallavolo e il mondo della comunicazione legato alla leadership dei team in ambito aziendale, e dunque mi ci rivedo molto”.
Sei anche commentatrice di diverse partite di pallavolo, come ti trovi in questo ruolo?
“Ma qui non sono poi tanto obiettiva, ovvero difendo tutte le atlete, cerco sempre di immedesimarmi in loro e di giustificarne alle volte anche la scelta o la giocata sbagliata, perché è come se mi rivedessi in campo con loro”.
Sei più a tuo agio fare la motivatrice per i team aziendali o quando fai le telecronache?
“Onestamente, ora come ora, quando mi rapporto ai team, anche perché spesso ci sono tanti giovani, e come madre vivo delle dinamiche che mi prendono molto, ma non solo, mi trovo anche molto bene quando mi interfaccio con persone non più giovanissime ma che hanno voglia di apprendere e sviluppare il lavoro di squadra; poi in questi team incontro sempre qualcuno che in passato ha giocato a pallavolo, e allora comunicare è ancora più facile. Mentre nelle telecronache soffro molto, perché entro nel vivo del gioco e nella valutazione della scelta della giocata o quant’altro”.

La pallavolo ancora quando conta nel rapporto con il tuo nuovo lavoro?
“La pallavolo è stata una parte importantissima di me, ha segnato la prima fase della mia vita, ora il parallelo che trovo con il mio nuovo lavoro è che quando si dirige un’azienda è un po’ come quando giocavo e facevo la palleggiatrice, ovvero ero il cervello della squadra, ecco posso dire che questo è molto simile anche con le aziende e con il discorso della leadership, il campo mi ha insegnato questo, ovvero a farmi rispettare e a tirare fuori il carisma necessario in modo che lo possa trasmettere anche agli altri, così che mi seguano con entusiasmo, e possa anche motivarli a fare sempre meglio e, soprattutto, a farli ragionare e prendere scelte importanti anche con la loro testa”.
Ti manca il campo?
“Ora non più, mi piace molto la mia vita familiare e l’essere mamma, e mi piace anche tantissimo lavorare con le aziende in modo da continuare a mettere in pratica soprattutto a livello emotivo quella forza del leader che ho imparato dopo tanti sacrifici sul terreno di gioco, sia con la varie maglie del club, che con la Nazionale, ora il mio futuro è senza rete, come il titolo del libro in cui mi sono raccontata. Essere stata capitana ha significato mettermi costantemente in gioco, assumermi responsabilità, gestire lo stress, allenare l’empatia e saper adattare il mio Team al cambiamento. Lo sport mi ha insegnato che la comunicazione e l’obiettivo condiviso sono l’essenza di una squadra vincente”.
Danilo Billi