
Sapevo che questa settimana sarebbe stato difficile scrivere questa ennesima puntata di pillole rossoblù, ma non pensavo che la penna mi sarebbe pesata come un macigno, sì perché solitamente ho il vecchio vizio di comporre prima i miei “pezzulli” sulla carta e poi di trascriverli in un secondo tempo al computer. E’ successo di tutto, il Bologna e purtroppo anche i propri tifosi sono finiti alla gogna mediatica di tutta Italia per via dell’esonero di Mister Sinisa.
Il Patron Saputo, dopo l’ennesima figuraccia della squadra che, in campo al Picco di La Spezia contro una delle squadre che attualmente gioca il peggior calcio della serie A, non ha vinto, è andato su tutte le furie e ha deciso martedì di mettere la parola fine alla storia d’amore e di collaborazione con l’allenatore, che in 5 partite non ha raccolto i punti desiderati e non ha messo in campo una squadra capace di giocare a calcio in modo divertente e spumeggiante, anzi tutt’altro, e che ha avuto la fortuna di fare i 3 punti in classifica solo grazie ai goal del suo bomber Arnautovic.
Onestamente parlando, mai avrei pensato che tale esonero sganciasse una macchina da fango mediatica del genere, tutte le testate giornalistiche e tantissimi esponenti del mondo dello spettacolo hanno accusato pubblicamente il Bologna FC e, soprattutto i suoi tifosi, di aver compiuto un gravissimo torto all’uomo Mihajlovic che, vista la sua patologia, non si doveva assolutamente mandare via da Bologna e avrebbe come minimo dovuto avere altro tempo per proseguire il suo percorso sulla panchina rossoblù. Tutti scatenati dai social, ai giornali, alle radio, ai forum a condannare il gesto del Bologna, senza poi ricordarsi che tre anni fa fu proprio la società felsinea che decise di andare avanti ugualmente, nonostante il mister serbo avesse ammesso pubblicamente tramite una conferenza stampa la sua malattia. Si sono già tutti dimenticati quando i tifosi del Bologna sono andati varie volte assieme anche a quelli della Lazio a San Luca in pellegrinaggio per chiedere la grazia proprio per Sinisa. Ma non solo, si sono scordati la cittadinanza onoraria della città di Bologna, lo scandalo del pullman, del Sinisa che prima di continuare con il Bologna ha aspettato invano per un mese lasciando tutti sospesi la chiamata di un big o della sua amata Lazio, per la quale più volte, sia lui che la sua famiglia, hanno manifestato il loro incondizionato amore. Lo stesso allenatore aveva chiesto di essere giudicato per i risultati e non per la sua malattia e questo è stato il metodo con cui si è comportata la società. Non posso scrivere che non mi dispiace per la caratura umana che aveva portato sotto le due torri Sinisa, per le sue conferenze stampa ruvide, per il suo modo di proporsi anche al di fuori del terreno di gioco nel mondo dello spettacolo, dove ha sempre fatto parlare di sè e del Bologna. Ma ora tutti quelli che avevano simpatia verso di lui automaticamente odiano il Bologna e i tifosi del Bologna, e questo proprio non mi va giù, in particolare da un certo tipo di sciacalli.
Tornando ai nostri tifosi, tutti hanno espresso la massima solidarietà al mister, ma si sa che il calcio è legato ai risultati e da tempo gli stessi tifosi che oggi applaudono giustamente il leone e l’uomo, non potevano esimersi nel chiedere l’esonero del gioco, visto i risultati fin qui acquisiti dalla compagine con la maglia rossoblù
Ora si va verso il derby di domenica con gli odiati cugini della viola, con Vigiani dalla primavera a condurre le danze, sperando di risolvere quanto prima il nodo allenatore entro la fine di questa settimana, non faccio pronostici, piaceva De Zerbi ma lui non vuole fare un torto a Sinisa, allora la bussola al momento è spostata sul giovane Thiago Motta e sul navigato Ranieri che il pubblico bolognese gradirebbe tanto, vedremo cosa succederà, ma prima di chiudere questo pezzo anche il sottoscritto ci tiene ad augurare all’uomo Sinisa di battere la malattia e di tornare forte come prima, ringraziandolo per la salvezza impossibile di tre anni fa.
Per concludere riporto un lungo e toccante commiato da parte di Sinisa Mihajlovic pubblicato giovedì 8 Settembre sulla “Gazzetta dello Sport”.
Queste alcune delle sue parole: “Mi è capitato spesso di salutare tifosi, giocatori, società, città, per dire addio o arrivederci. Fa parte della carriera di un calciatore e di un allenatore andare via prima o poi. I cicli sportivi nascono, si sviluppano, regalano soddisfazioni, a volte delusioni e poi inevitabilmente finiscono. Nulla è eterno. Ma stavolta il sapore che mi lascia il mio voltarmi indietro un’ultima volta è più triste….
Perché non saluto solo una tifoseria che mi ha voluto bene e appoggiato in questi tre anni e mezzo ricchi di calcio e di vita, di lacrime di gioia e di dolore, di successi, cadute e ripartenze. Saluto dei fratelli e dei concittadini. La mia avventura a Bologna non è stata solo calcio, non è stata solo sport…..
Tanti anni in Italia e la sofferenza vissuta mi hanno addolcito, ma non cambiato del tutto. Ho smussato qualche angolo, ma resto un serbo spesso duro, schietto, brusco: non sempre ho saputo esprimere i miei sentimenti di gratitudine…..
Se ci sono riuscito però è anche merito di voi tifosi e di tutta Bologna. Non dimenticherò mai le vostre processioni al santuario di San Luca per me, gli incoraggiamenti, i “forza Sinisa non mollare” quando mi incontravate per strada, a Casteldebole, allo stadio. E la mia emozione quando ho ricevuto la cittadinanza onoraria sentendomi un bolognese tra i bolognesi….
Non sono mai stato un ipocrita, non lo sarò neanche stavolta: non capisco questo esonero. Lo accetto, come un professionista deve fare, ma ritenevo la situazione assolutamente sotto controllo e migliorabile. La società non era del mio stesso avviso. Siamo appena alla quinta giornata, faccio fatica a pensare che tutto questo dipenda solo dagli ultimi risultati o dalla classifica e non sia una decisione covata da più tempo. Peccato. Ci tengo però a dire, che le mie condizioni di salute sono buone e in costante miglioramento. Io non mi sto più curando, sto solo facendo controlli sempre più saltuari. Ho seguito a Casteldebole tutti gli allenamenti in queste settimane: l’unico mio temporaneo impedimento è quello di non poter espormi per troppe ore a un sole forte. Ma non sono mancato un giorno. Nulla mi impedisce di lavorare e di andare in panchina……
Grazie agli appassionati tifosi del Bologna. Alla società, con qualche mia lecita esclusione. Al presidente Saputo che mi ha permesso di lavorare qui per tre anni e mezzo, dimostrandomi a lungo fiducia. Ai vecchi dirigenti di questi anni, da Claudio Fenucci a Walter Sabatini a Riccardo Bigon, che mi sono sempre stati vicini, in campo e fuori. Al settore medico, della comunicazione e a tutte le componenti che lavorano per il Bologna ogni giorno con amore e passione. Al mio staff, che mi ha sempre supportato. Ai miei giocatori che in queste stagioni non si sono mai tirati indietro: spero di averli migliorati e fatti crescere. Hanno sopportato i miei rimproveri, a volte duri, e mi hanno dimostrato in più occasioni, commovendomi, di volermi bene come io ne ho voluto sinceramente tanto ad ognuno di loro.
Ringrazio infine l’ospedale Sant’Orsola, una delle eccellenze di questa meravigliosa città e cito, per tutti, la dottoressa Francesca Bonifazi.
Auguro al Bologna e a tutti i tifosi i migliori successi sportivi: al mio successore lascio un gruppo sano, una cultura del lavoro e, credo, dei valori importanti condivisi con questo ambiente.
Ci rivedremo, spero presto, sul campo. Qualunque maglia vestirò, non sarò mai un avversario, ma sempre uno di Voi”.
Danilo Billi