La crisi economica che stiamo attraversando influisce anche sul calcio femminile di serie minore

In collaborazione con la pagina Facebook 5-5-5 e Cronache Bolognesi di Lamberto Bertozzi

Purtroppo la crisiche stiamo attraversando soprattutto legata al caro delle bollette della luce e del gas sta facendo chiudere giorno dopo giorno le serrande di tantissime attività commerciali e quindi mettendo in ginocchio la nostra economia.

Nel mondo del pallone in rosa, almeno quello della serie A quasi tutte le squadrePomigliano a parte, hanno alle spalle dei forti club che ne garantiscono la sopravvivenza, ma c’è sicuramente più preoccupazione nella serie B, che la prossima stagione vedrà alcune società cedere alla tentazione di vendere il titolo sportivo per fare fronte alle tante spese a discapito, poi, della poca visibilità, in questo momento ad appannaggio solo della serie A. Il problema, quindi, si riversa dalla serie C in giù, dove tanti club rischiano persino di non finire il campionato.

Mi è capitato spesso di ricevere messaggi da Presidenti ed addetti ai lavori di realtà più piccole che hanno difficoltà persino ad allenarsi, per via della costosa illuminazione del campo e per fornire alle proprie tesserate una doccia calda a fine allenamento.

In alcuni casi si è adottato il criterio di tenere accese solo le luci centrali del campo, per cercare di risparmiareil più possibile, ma in uno sport spaccato in due fra professioniste e dilettanti, queste seconde stanno risentendo tantissimo della crisi economica che attanaglia tutta l’Europa, in particolare il nostro bel paese.

Le entrate, purtroppo, sono poche e spesso il calcio femminile deve fare i conti con il fatto di essere ancora uno sport di nicchia, dunque difficile anche trovare sponsorper pagare le strutture dove fare allenare le ragazze, dimezzati o tagliati completamente i rimborsi spese alle giocatrici, a meno che vengano da fuori e tantissima preoccupazione mista ad ansia per il futuro immediato se i costi delle bollettecontinueranno a crescere.

Tutti sperano che si trovi un accordo, o che il governo Italiano dia una manoalle società sportiveche operano nel settore e che garantiscono ogni giorno di togliere dalla strada ragazze che altrimenti sarebbero problematichee che,, allo stesso tempo, possano continuare a garantire ad altre il sogno di giocare a calcio e magari un domani di diventare loro stesse delle atlete per le serie maggiori.

Quindi le pari opportunità devono fare i conti anche con questi salassi economici e affrontare il nuovo ed ennesimo macigno che si presenta sulla propria strada.

Inutile affermare con certezza che già molti clubil prossimo anno per questi motivi scomparirannocosì come chiuderanno bottega anche associazioni sportive che negli anni sono diventante dei veri e propri punti di riferimento per il Calcio Femminile in Italia. A tale riguardo non posso che unirmi alla preoccupazioni dei vari presidenti che hanno paura di indebitarsi ulteriormente per poter potare nuova linfa al movimento stesso, che già dalla prossima stagione potrebbe subire drastiche perdite di presenze.

Un autogoal clamoroso nell’anno in cui in Italia si è lanciato il professionismo nella serie Afemminile.

Chiudo questo redazionale lanciando un grido d’allarme alle istituzioni, affinché possano restare accanto a questi personaggi che pensano di garantire di giocare a Calcio Femminile alle nostre ragazze, cercando per quanto possibile di dimezzare i costi, almeno dell’affitto delle strutture comunali, E dando così una boccata d’ossigeno a chi con tanta fatica in questi anni, nonostante anche il Covid, ha continuato la sua resilienza per mantenere vivo questo sport al femminilefra mille problemi. Non lasciateci soli!

Danilo Billi

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