Intervista all’attaccante Mery Kalaja dell’Accademia Spal, che ci ha raccontato il suo vissuto

Credit Photo: Credit: Aiello / LoSpallino.com

-Ciao Mery ci puoi raccontare come ti sei avvicinata al mondo del pallone e quali sono state le tue varie esperienze da quando eri piccolissima ad ora?

“Fin da piccola preferivo la palla al posto delle bambole. La passione per il calcio è da sempre poi progredita, grazie a mio papà che mi accompagnava al campetto del paese a confrontarmi con i ragazzi più grandi. Iniziai a giocare all’età di sette anni in una vera e propria squadra maschile, fino all’età di dodici anni, perché poi dovetti passare al femminile”.

-Ci puoi raccontare che posto occupa nella tua vita il calcio?

“Il calcio fa parte delle mia vita, è la mia valvola di sfogo. Durante la settimana mi alleno, mi preparo, non solo a livello fisico ma anche mentale, e la domenica per me è il giorno più stimolante”.

-Arriviamo anche al tuo ruolo di attaccante, quanto pensi di essere cresciuta in questi anni e che tipo di attaccante sei?”

“Nel corso della mia carriera mi sono misurata in diversi ruoli e quello che mi si addice è l’esterno offensivo: amo finalizzare, rimontare le partite e mettermi a tu per tu contro i difensori.
Con il tempo ho perfezionato tante mie capacità, ma sono consapevole che ho ancora molto da dare e non sarò mai abbastanza appagata”.

-Nella tua carriera sportiva questa è la seconda volta che torni all’Accademia Spal, come mai dopo la parentesi di Bologna hai deciso di tornare in pianta stabile a Ferrara?

“Ho deciso di intraprendere un nuovo percorso in maglia Accademia SPAL, perché ho sempre creduto in questi colori: il progetto si sta facendo serio e vincente e io mi sento al centro dello stesso”.

-Che emozioni ti da vestire questa maglia che nel calcio ha un blasone importante?

“Vestire questi colori, i colori della mia città, è un onore ed un orgoglio.
Rappresentiamo Ferrara e tutti i cittadini ferraresi”.

-Ci puoi fare una fotografia del vostro campionato fino a questo momento?

“Il campionato a cui partecipiamo potrebbe presentarsi non appariscente e di livello, ma ciò non è vero. Nello stesso competono squadre di valore, come il Modena ed il Piacenza, e posso confermare che è competitivo. Per questo stiamo dando il meglio di noi stesse”.

-Ogni stagione che passa, una giocatrice giovane come te mette sempre nel bagaglio tecnico un qualcosa in più, sotto che aspetto pensi di essere ulteriormente migliorata, e su quale aspetto invece vuoi ancora assieme al mister e allo staff tecnico migliorare ancora?

“Ho una grande dote che mette in risalto la mia figura in campo: la velocità.
Devo migliorare sulla tecnica e sto lavorando giorno dopo giorno per affinarla”.

-Da attaccante, qual è la tua arma migliore per affrontare le difese avversarie che sicuramente per te avranno sempre studiato gabbie difensive e o contrasti ruvidi pur di fermarti o limitarti?

“Sempre la velocità: un’arma che uso e che le avversarie cercano di limitare con raddoppi o falli tattici”.

-Il calcio femminile in questi anni è indubbiamente cresciuto tanto, in particolare dopo i mondiali di Francia di 4 anni fa e dal professionismo arrivato in serie A in questa stagione, cosa ne pensi al riguardo? Come si vive questa crescita anche a Ferrara?

“Il movimento femminile cresce e sta crescendo, trovando una dimensione mediatica e sportiva propria e doverosa.
A Ferrara il calcio femminile è apprezzato e seguito da molti tifosi e tante bambine sognano di far parte della Accademia SPAL. Inoltre il progetto estense è veramente importante, vedrete nel futuro”.

Credit Photo: Credit: Aiello / LoSpallino.com

-Il tuo attuale rapporto con il mister?

“Il rapporto con il mister è speciale, lui lo sa.
Vantiamo un tecnico di valore e siamo fortunate ad averlo tra noi. Grazie a lui sto riscoprendo il mio essere in campo e quello che potrei diventare un domani”.

-Chi è secondo te la più mattacchiona del vostro gruppo di quest’anno?

“Domanda difficile… Nella mia squadra ci sono nuovi arrivi e calciatrici che provengono da diverse zone dell’Italia, tra nord e sud.
Siamo tutte quante delle “matte”, in maniera scherzosa, e questo fa di noi un gruppo coeso”.

-Che tipo di persona sei fuori dal terreno di gioco, che cosa fai dunque oltre a giocare a pallone nel poco tempo libero che ti rimane?

“Sono una ragazza tranquilla, ma al contempo spericolata. Amo provare nuove esperienze: dagli errori si impara e si diventa migliori.
Il tempo libero lo passo spesso a fianco delle mie amicizie, quando posso dedico del tempo anche al riposo. Inoltre sono un’appassionata di auto, quindi amo viaggiare e visitare nuovi posti… Ciò per me è terapeutico”.

-La tua giornata tipo?

“Le mia giornata tipo: lavoro, qualche hobby ed a fine giornata ovviamente non può mancare il calcio”.

-Sei un assidua frequentatrice dei social?

“Non sono troppo social, amo vivere la vita reale”.

-Hai un attaccante nel maschile o nel femminile a cui ti ispiri?

“Valentina Giacinti nel femminile e il mitico Pato nel maschile. Ambedue ex Milan ed ambedue attaccanti fortissimi”.

-Cosa vuoi dire tramite questo blog a tutte le giovani attaccanti che si affacciano al mondo del pallone ora? E invece che messaggio lanci ai vostri tifosi?

“Non smettete mai di credere in voi ragazze. Se i risultati non arrivano nell’immediato, arriveranno domani. Ci vuole tempo e costanza per raggiungere degli obiettivi.
Per i tifosi… Speriamo di portarvi in alto!”.

-Qual è stato fino ad ora il tuo goal più bello in carriera? E quello con l’Accademia Spal?

“La rete che ho particolarmente conservato nel cuore è stata in maglia sammarinese, un goal speciale per molti motivi. Mentre in bianco-azzurro sto ancora aspettando, non ne ho uno preferito finora ma arriverà”.

-Speri in altre convocazione con la tua nazionale albanese come è già successo in passato?

“Assolutamente sì, i momenti in nazionale albanese sono sempre speciali ed ogni volta che ne faccio parte lascio un pezzo di cuore. L’ultima convocazione è stata quella in maggiore, per le qualificazioni ai mondiali… Un’esperienza unica”.

-Sei scaramantica?

“Un po’ lo sono. Durante le partite porto sempre al polso un elastico nero, come portafortuna”.

Si ringrazia per questa intervista in esclusiva l’Ufficio Stampa dell’Accademia SPAL che gentilmente ce l’ha concessa e ovviamente l’atleta Mery Kalaja che ci ha dedicato il suo tempo prezioso.

Danilo Billi

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