Intervista al fotografo di successo Andrea Amato titolare dell’omonima agenzia specializzata in calcio femminile e non solo

Un selfie per Andrea Amato con le ragazze della Nazionale Italiana di calcio femminile

-Ciao Andrea, come e quando è nata la tua passione per la fotografia?
“Ciao Danilo, io nasco con un padre fotografo, dunque la fotografia è sempre stata di famiglia per me, ma solo a 14 anni ho preso veramente in considerazione di tenere in mano una macchina fotografica. Il mio indirizzo è stato subito di stampo sportivo, infatti ho esordito con un reportage fotografico per la squadra del mio paese, che dalla seconda categoria si giocava la possibilità di essere promossa, e quindi ecco subito le prime emozioni….”.

-Quali sono state le tappe successive per consacrati come il fotografo di successo che sei ora?
“Prima di tutto ho cambiato diversi kit fotografici nel corso degli anni, ma la svolta a livello di materiale è sicuramente stata quando ho acquistato il corpo macchina D500 della Nikon e il Sigma 120-300 della Sigma. A livello lavorativo ho iniziato a seguire in serie C l’Alessandria e il giornale telematico on line Calcio Femminile Italiano, di cui poi sono diventato anche Direttore, ma tanta strada l’ho fatta anche grazie alla collaborazione con il giornale di Alessandria, nella stagione 2018-‘19 ho esordito in Coppa Italia di serie C, proprio con l’Alessandria maschile, ma allo stesso tempo come sempre mi guardavo attorno e avevo il sentore che il calcio femminile fosse in forte sviluppo, così mi sono messo a cercare una squadra nelle mie zone e ho trovato la Novese di Novi Ligure, di cui per tante stagioni sono stato il fotografo ufficiale. Altra tappa importante per il mio cammino è stata, appena compiuti 18 anni prendere il patentino di giornalista pubblicista, mentre nell’anno solare 2019 ho immortalato la mia prima di calcio femminile di serie A esordendo con Juventus vs Hellas Verona. Da quel giorno ci sono state sempre tante piccole o grandi tappe che mi hanno permesso di dare tanto alla passione che cresceva dentro di me, ma, viceversa, ho anche ricevuto tanto e tutto questo mi ha fatto crescere prima di tutto come persona e poi come uomo”.

-Dove è nata l’agenzia e perchè?
“L’agenzia è nata in Piemonte per poi lavorare in Lombardia come in altre parti d’Italia. All’inizio è nata quasi più per necessità. Infatti, io e un gruppo di colleghi facevamo le foto ai vari locali di tendenza nella nostra zona, poi purtroppo è arrivato il Covid che ha spento tutto, e dunque sentendo anche altri fotografi, ho deciso di provare ad investire risorse economiche e umane, e cercare di ampliare il raggio di azione con questo investimento che, a due anni della sua nascita, devo dire che sta pagando alla grande i frutti di tanto impegno e, soprattutto, ora la stessa agenzia ha iniziato a riscuotere il giusto credito”.

-Cammin facendo sono arrivate tantissime chiamate anche a livello internazionale, vero?
“Sì, tante come l’Agave Cup in Portogallo, le varie finali di Coppa Italia, la finale di Champions League a Torino, e il recente Europeo sempre femminile, dove ho lavorato ufficiosamente per la Nazionale Italiana, oltre che per tutti i vari contatti che avevo con le varie testate giornalistiche in Italia”.

-Come scegli lo scatto giusto?
“Cerco sempre lo scatto che mi trasmette qualcosa, sia appena l’ho scattato quanto in post produzione, prima di tutto la foto mi deve emozionare, se è così so che posso metterla in commercio, per me è importante oltre che le foto di gioco stesso, anche l’espressione giusta che faccia capire che stava accadendo qualcosa. Per esempio al recente Europeo mi ricordo Cernoia in lacrime, Giugliano distesa per terra, che era l’equivalente di dire non c’è più nulla da fare, e che era ora di tornare a casa perchè l’avventura era finita. A distanza di anni, anche quando riguardo delle vecchie foto, mi affiorano emozioni, e allora ricordo precisamente quel momento particolare, e tutta la storia che c’era dietro quello scatto. Personalmente cerco sempre di trasmettere qualcosa, poi è ovvio che ogni fotografo ha il suo occhio, il suo punto di vista e la sua tecnica, ma per me devi sempre lasciare il segno a chi guarda le tue immagini”.

-Siamo già alla fine del 2022 cosa farà da grande Andrea Amato con la sua agenzia?
“Guardare sempre in alto, anche perché bisogna progettare sempre al meglio gli anni che arriveranno. Infatti purtroppo la vita media delle agenzie in Italia non supera spesso i 5 anni. Io personalmente sono molto entusiasta di quanto ho fatto fino ad ora e vorrò continuare con forza a rinnovare con entusiasmo l’avventura nel calcio femminile che, secondo me, è il futuro di questo sport. Il sogno ora sarebbe andare ai Mondiali del 2023 in Nuova Zelanda, perché al di là della prestigiosa kermesse, per me è stato in passato molto importante poter viaggiare, confrontarmi con altri colleghi e da una parte anche contaminarmi con altre culture, ti arricchisce il bagaglio culturale”.

-Penso che in questo tempo tu ti sia ricavato un posto importante anche fra le amicizie delle giocatrici italiane.
“Io ho scelto una linea che mi ha sempre ripagato, ovvero quella di portare tanto rispetto, soprattutto in campo e negli eventi ufficiali, questo ha permesso poi che le stesse giocatrici e di conseguenza i loro procuratori mi rispettassero e mi facessero lavorare con degli shooting a loro dedicati ecc…”.

-Il tuo motto e quello della tua agenzia dove ovviamente non fai solo calcio qual è?
“Hai detto bene, siamo versatili, il calcio è il mio e il nostro biglietto da visita ma facciamo anche volley, basket, cerimonie ecc… Il motto è molto semplice ed è sempre importante fare il proprio lavoro, e farlo bene”.

Danilo Billi

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