
-Ciao Costanza come è nata la tua passione per il calcio femminile?
“Ciao! La mia passione per il calcio è nata da piccolina, è stato quasi inevitabile dato che mio
padre è stato un dirigente fondatore della società calcistica del mio paese, Villa Vicentina (UD), e
passavo assieme a lui i pomeriggi sul campo. Per quanto riguarda il calcio femminile nello
specifico, sono entrata in questo mondo relativamente tardi dato che quando ero piccola io c’erano
pochissime società che offrivano la possibilità di una squadra di sole bambine; le bimbe di oggi
sono d’avvero fortunate per questo cambiamento e mi fa molto piacere sapere che sempre più
società hanno il settore femminile”.
-Ci racconti qualcosa della tua carriera sportiva prima di arrivare all’Accademia Spal?
“Alla fine del percorso del settore giovanile presso la società di paese, iniziato all’età di 5 anni,
avendo raggiunto la massima età in cui è possibile giocare con i maschi, a 14 anni mi sono
spostata alla Primavera del Chiasiellis, società che militava in Serie A femminile; durante la
stagione seguente a causa di un infortunio di uno dei due portieri della prima squadra, sono stata
aggregata alla rosa della prima squadra e ho avuto la possibilità di esordire in Serie A a 15 anni
con il Brescia che vinse il campionato in quella stagione. Nelle stagioni successive mi sono
spostata nelle altre due società di Serie A femminile del Friuli-Venezia-Giulia, cioè Pordenone e
poi Tavagnacco. Prima di approdare a Tavagnacco ho avuto la fondamentale opportunità di fare
tre stagioni da titolare, tra i 16 e i 19 anni, nella Polisportiva San Marco (attuale Triestina) con cui
ho vinto un campionato di Eccellenza, esperienza bellissima che mi ha permesso di farmi le ossa.
Con la storica società di Tavagnacco ho partecipato ad un campionato di Serie A e ad uno di Serie
B, categoria che ho mantenuto a Ravenna in cui mi sono dovuta trasferire per motivi di studio dato
che nel biennio 2020-2022 ho frequentato il corso universitario di Management dello Sport a
Bologna. Visti gli impegni di studio universitario e la frequenza dei corsi per diventare allenatrice,
stagione scorsa ho scelto di abbassare i ritmi sportivi fermandomi a giocare a Bologna nel Fossolo
76, militante in Eccellenza”.
-Sei sempre stata portiere? e ci puoi raccontare come vivi questo tuo ruolo? Ti reputi un portiere di vecchio stile o moderno, ovvero che usa tanto anche i piedi per impostare l’azione del basso e
dialogare con la difesa?
“Durante tutto il settore giovanile ho giocato fuori, in particolare come difensore, fino agli
esordienti quando ad una partita il nostro portiere era assente, quindi il mister ha chiesto chi
volesse provare in porta; d’istinto ho alzato la mano, ho giocato e da quella partita non sono più
uscita dalla porta. Ho scelto di rimanere portiere perché mi sono innamorata degli allenamenti
proposti dai miei primi preparatori:il lavoro di precisione sulla tecnica e il rapporto quasi uno a
uno con il mister sono gli elementi che mi fanno vivere al meglio questo ruolo. Inizialmente è stato
difficile accettare il fatto che il mio errore equivaleva a subire goal, ma con l’esperienza e la
possibilità di giocare fin da ragazzina in delle prime squadre importanti, ho imparato cosa sia
l’autocontrollo e ho senza dubbio aumentato la sicurezza in me stessa. Ormai è inevitabile avere
uno stile moderno, tutti gli allenatori richiedono al portiere una buona capacità di costruzione dal
basso e di essere il primo sostegno per i difensori, e il mio passato da giocatrice di movimento mi
sta aiutando molto in questo”.
-Allenatrice Uefa B, come eserciti tutto quello che hai imparato, unito alla tua esperienza sul
campo di gioco e nel dottorato in Scienze Motorie?
“I corsi per diventare allenatrice UEFA B mi hanno aiutata tantissimo nel leggere le situazioni di
gioco e nel capire fino in fondo le richieste degli allenatori, e in questo modo riesco a relazionarmi
meglio con il reparto difensivo. Un altro elemento arricchente che ho avuto dalla mia formazione è
stato il capire come comunicare in modo efficace con le mie compagne di squadra dato che ognuno
di noi apprende in un modo diverso”.
-Come concili i tuo ruolo di portiere a quelli di preparatore atletico per le giovani under della
Accademia Spal?
“La società ha organizzato al meglio le sedute di allenamento delle varie categorie in modo che non
si sovrappongano e questo mi permette di dare il massimo in tutti i ruoli che ricopro”.
-Quando e perchè hai accettato l’offerta dell’Accademia Spal?
“Ho ricevuto la chiamata del Responsabile del settore giovanile Mauro Rotondi a inizio luglio 2022,
mentre ero in vacanza in Croazia, e appena tornata a casa sono ripartita alla volta di Ferrara,
accompagnata da mio padre nonché mentore, per ascoltare di persona il progetto: fin dall’inizio
non ho avuto dubbi che sarebbe stata la scelta giusta perché una società storica come la Spal mi
avrebbe dato la possibilità di conciliare l’attività di allenatrice e preparatrice atletica all’attività di
giocatrice; non potevo chiedere di meglio!”
-Quanto si è alzata l’asticella in eccellenza e nello stesso giovani ora che il calcio femminile in Italia ha avuto un notevole boom in questi ultimi anni?
“Il livello si è alzato di molto, ne ho avuto la percezione girando presso le società emiliane e
romagnole, in cui le società che ospitano interi settori giovanili femminili sono cresciute a
dismisura; la stagione scorsa al Fossolo, società dilettantistica bolognese, arrivavano nuove iscritte
durante tutta la stagione, fatto che si sta ripetendo anche quest’anno nelle Under 15 e Under 17
della Spal. Secondo la mia opinione, questi cambiamenti positivi hanno bisogno ancora di un paio
di anni affinché si riflettano nelle prime squadre di Eccellenza”.
-Che ambiente hai trovato l’Accademia Spal e a Ferrara come città?
“Ho trovato un ambiente familiare che ho imparato a riconoscere come elemento tipico di tutte le
società dell’Emilia-Romagna in cui ho militato e/o allenato”.
-Se dovessi scattare una fotografia del vostro campionato fino ad ora?
“La vittoria contro Romagna Women nel girone di ritorno dice tutto: partita in cui abbiamo
dimostrato non solo la qualità che ci appartiene, ma il carattere necessario per affrontare il
restante campionato”.
-Tuoi pregi e difetti come giocatrice?
“Come pregi direi la rapidità e l’agilità nel breve e la comunicazione efficace con il reparto
difensivo. Un difetto è sicuramente l’altezza, ma si cerca di sopperire con tanto lavoro sul campo!”
-Sei social? Se si quali usi di più?
“Non molto, uso maggiormente Instagram che mi piace viverlo come album dei ricordi”.
– Che cosa nel poco libero in cui non sei impegnata sul terreno gioco? hai qualche hobby
particolare?
“Quando non sono impegnata sul campo o nella preparazione degli allenamenti mi piace leggere
libri gialli, mentre la sera per rilassarmi dalla giornata mi piace vedere serie tv di vario genere.
Passo anche diversi momenti delle mie giornate a informarmi su ciò che accade nel mondo tramite
canali di informazione online”.
-Visto che siamo sotto le feste di Natale vuoi mandare degli auguri o un messaggio particolare a
tutti i componenti dell’Accademia Spal e ai nostri lettori appassionati di calcio femminile?
“Auguro a tutti i lettori di trascorrere le festività in serenità e li invito alla ripresa dei campionati a
seguirci sempre da più vicino, mentre saluto le mie compagne di squadra e le mie atlete del settore
giovanile ricordando di festeggiare con moderazione che si torna presto in campo!”
Si ringrazia per questa intervista esclusiva l’Ufficio Stampa della Accademia Spal e ovviamente Costanza Nicola per il tempo che ci ha dedicato.
Danilo Billi