
-Ciao Sofia, come è nata la tua passione per il calcio femminile?
“E’ nata fin da piccolina, in casa mia si è sempre masticato calcio e aria di derby con mia mamma ex calciatrice che tifa Modena e mio babbo che tifa Bologna, dunque una volta per via di un ragazzo che mi piaceva ho iniziato a giocare a calcio per fare colpo su di lui e ho finito per innamorarmi di questo meraviglioso sport. Ho cominciato a muovere i primi passi al Valsa, fino a che il limite di età me lo consentiva ed ero l’unica femmina in squadra, dopo sono passata all’Olimpia Vignola, che poi si è unita con il Carpi, poi, purtroppo, il Presidente dell’Olimpia si è ammalato e la squadra si è smembrata. Successivamente sono approdata per una stagione a Terre di Castelli, ma onestamente ero una delle più grandi e non stavo bene, visto che mi sentivo sempre fuori quota, dunque di conseguenza mi era venuto a mancare l’elemento base che era il divertimento, così ho smesso e sono stata ferma per 4 lunghi anni”.
-Come mai hai deciso di rincominciare e perchè a Spilamberto?
“Fondamentalmente a me mancava tantissimo giocare, e seguendo come tifosa incallita il Bologna FC, andavo ai raduni a Pinzolo o in tribuna allo stadio, oppure, quando potevo, anche in trasferta, e mi è venuta una voglia matta di mettermi in discussione e tornare a calcare i campi e così eccomi qui”.
-Quanto è stato difficile rincominciare dopo 4 anni di stop?
“Tantissimo, i primi mesi sono stati davvero duri, anche perché volevo farmi trovare pronta nel minor tempo possibile anche in vista del campionato di eccellenza, inoltre, devo dire che in questo sia il mister che Denis oltre che tutte le ragazze sono state bravissime a motivarmi al massimo, anche perchè io sono una di quelle persone che si demoralizzano facilmente e spesso è stato duro passare a giocare in un campionato a 11, visto che avevo fatto sempre quelli a 9 e spesso mi mancavano le forze e il fiato, ma sono sempre stata spronata a non mollare mai e finire le partite, anche perché qui ho trovato una seconda famiglia che mi mancava davvero da troppo tempo”.
-Questa eccellenza è un campionato molto duro per voi?
“Diciamo che questo girone di andata ci insegnato a suon di batoste come affrontare per il ritorno gli squadroni che abbiamo nel girone e anche non farci cadere nel tranelli di farci innervosire da quelle giocatrici che ti fanno un fallo in più, solo per destabilizzarti. Certo, alcuni risultati ci hanno fatto tanto male, ma siamo un gruppo davvero forte e così noi continuiamo cariche più di prima, con la forza del gruppo, che ci porta ad aiutarci in campo, a parlarci ad analizzare anche le sconfitte e sono sicura e fiduciosa che questo ci potrà essere utile nel girone di ritorno ma, soprattutto, è un bagaglio di esperienza che ci servirà nei prossimi anni e nei futuri campionati”.
-Ci parli un pò del tuo ruolo?
“In questo campionato sono utilizzata come centrocampista e mezzala sinistra (anche se sarei destra, ma per il bene della squadra mi adatto volentieri), inizialmente nella mia carriera militavo nell’Olimpia come terzino, ma poi mi hanno spostato a centrocampo e mi sono sempre trovata bene. Il mio è un ruolo difficile, non lo nego, perché il campo di calcio a 11 è molto grande e bisogna correre sempre tanto, e io spesso ancora oggi dopo 4 anni di stop sono in debito di ossigeno, ma anche qui le mie compagne quando mi vedono un pò alle corde mi spronano sempre a cercare di dare il massimo. Detto questo, però, vorrei aggiungere che in questa stagione sono cresciuta tanto sotto il profilo mentale, le scorse stagioni non ero una che si proponeva tanto, ora chiedo la palla, e provo sempre a esserci di più per il bene della squadra”.
-Fuori dal campo che lavoro fai?
“Sono impiegata da un commercialista, dunque passo tutto il tempo a scorporare l’iva cercando di rispettare sempre le scadenze, sia per le aziende che per i clienti che abbiamo in studio, poi sfreccio in macchina all’allenamento, e spesso non vedo l’ora anche perchè al campo riesco a scaricare tutto il peso della giornata allenandomi e liberando la testa grazie al calcio. Poi non ho hobby particolari, ascolto tantissima musica che è l’altra mia salvezza oltre il calcio. Sui social non sono molto attiva, anche se li uso parecchio, nel senso che più che pubblicare guardo le storie degli altri”.
-Cosa ne pensi dello sviluppo che sta avendo il calcio femminile in Italia?
“E’ una cosa bellissima, penso che dopo i mondiali giocati 4 anni fa in Francia con l’Italia che arrivò ai quarti di finale, si è velocemente spalancato un mondo intorno al nostro movimento, mi ricordo ancora quando a scuola io non ero la Sofi, ma quella che giocava a calcio femminile come a sottolineare la diversità, ora fortunatamente tantissimi club blasonati si sono riversati nel femminile e questo ha permesso ulteriormente di fare un salto di qualità, e finalmente anche la ragazzine possono avere e frequentare la loro scuola calcio, e sognare di diventare una Giacinti o un Pirlo come nel mio caso, inoltre finalmente anche noi che giochiamo nello Spilamberto ci sentiamo importanti grazie alle attenzione del mister, di Denis e di tutti gli altri dirigenti e questo sentirsi “coccolate” e “protette” ci porta sempre a dare il massimo, dunque tramite questa intervista colgo l’occasione per salutarli tutti”.
Danilo Billi