Giovane calciatrice si sfoga sul fatto che le ragazze sono spesso per forza costrette a farsi rappresentare da un procuratore per fare carriera 

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Immagini di repertorio

Mi è capitato di recente di ricevere messaggi sul mio profilo Facebook, ma una lettera di una ragazza ha catturato la mia attenzione in maniera particolare. La ragazza in questione, che poi ho ricontattato, non ha piacere di firmarsi, mi ha chiesto di restare anonima e, da giornalista, ho voluto fare sì che questo suo diritto fosse tutelato. Nel particolare questa calciatrice, che ora milita nella nostra serie B e che chiameremo lady X, in questa sua email sfogo, ha voluto comunicarmi che, alla fine, se vuoi salire di categoria e rimanere a un buon livello di ospitate nei vari programmi radio o in quei pochi dedicati nelle varie Tv private regionali, ti costringono a prendere e farti rappresentare da un procuratore per forza. Nei primi anni dalla sua carriera lady X ha visto già ragazzine appena maggiorenni che venivano rappresentate da questo o quello, lei e la sua famiglia che vivono nel bolognese hanno cercato sempre di tirarsi fuori da queste sabbie mobili. Purtroppo o per fortuna per lei, da quando è arrivata quest’anno la possibilità di poter giocare nella serie B e di fare l’ennesimo scatto di livello, anche dal suo attuale club molte sue compagne le hanno suggerito caldamente di farsi rappresentare da qualcuno, altrimenti non avrebbe mai avuto la chance di essere in primo luogo difesa, in secondo di apparire nei vari format e dunque destinata a rimanere nell’anonimato, anche se sul terreno verde si difendeva bene. A questo punto, anche se lady X, ha sempre fatto tutto con le sue forze, quest’anno si è affidata ad un’agenzia che le cura i diritti d’immagine ecc… Insomma anche lei non ha preso formalmente un procuratore, ma è stata costretta a rivolgersi per forza a qualcuno che si potesse occupare di lei.  

La mia riflessione, come Direttore di questo blog, è che in primo luogo penso che oramai a certi livelli anche nel calcio femminile le atlete per il loro bene debbano in qualche modo essere rappresentate da persone serie, che in qualche maniera, senza fare gli sciacalli, curino in primis i diritti d’immagine e contrattuali della propria assistita. La cosa che stona  è che già da piccoline, o fin  dall’eccellenza, c’è già l’esigenza di farsi strada, non tanto pensando di crescere come giocatrici sul campo, e questo è una stoccatina che mi sento di lanciare a certe famiglie in particolare, che si appoggiano a certi personaggi, alle volte neppure troppo affidabili, perchè sperano in qualche maniera di prendere una scorciatoia per la figlia. 

Danilo Billi 

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