Giada Greggi, romanità nel DNA Di Fulvio Buongiorno

Credit Photo: Giada Greggi Twitter

È il 18 febbraio del 2000 quando a Roma nasce una bambina bionda e con gli occhi castani, sorella minore di Alessio, coach nella squadra dell’Urbetevere.

Il suo nome è Giada Greggi e cresce con un solo amore calcistico come il resto della famiglia: la Roma, la squadra che porta il nome, i colori e il simbolo della sua città natale.

Giada però non si appassiona al mondo del pallone solo come tifosa, ma ha un obiettivo in testa: diventare una calciatrice. Certo, esserlo vestendo i colori della sua amata AS Roma è un’utopia, ma intanto la voglia di imitare i suoi idoli come Totti o De Rossi c’è e non è poca.

Così, dopo aver praticato danza, inizia a giocare a calcio su consiglio della madre. La Res Roma è la prima maglia che indossa. Una maglia dai colori giallorossi che di certo lei non rifiuta.

Proprio con la Res arriva il debutto in serie A nel 2014 e un paio d’anni dopo la sua prima rete in massima serie.

Tutto fantastico per Giada, ma improvvisamente accade qualcosa che forse nessuna ragazzina osava immaginarsi. Nell’estate del 2018 l’Associazione Sportiva Roma fonda la sua squadra al femminile e Giada, o “Giadina” come viene soprannominata per il suo metro e 56 di altezza, viene chiamata a far parte di questa nuova realtà.

Gli occhi illuminati, la gioia incontenibile e il sogno tanto desiderato. Tutto pare un sogno, ma è pura realtà. Così il 7 settembre di quell’anno a Piazza di Spagna, nel cuore della capitale, Giada scende la scalinata di Trinità dei Monti mano nella mano a un suo concittadino simbolo della Roma, il centrocampista Alessandro Florenzi.

Da qui è solo storia. Giada vince la Coppa Italia nel 2021 a Reggio Emilia ai rigori contro il Milan e la Supercoppa Italiana del 2023 a Ferrara, nuovamente ai rigori, contro la Juventus e debutta in Champions League giungendo fino ai quarti di finale per incontrare il blasonato Barcellona all’Olimpico prima e al Camp Nou dopo.

Essere romani e romanisti è un vanto che poche persone possono vantare, ma riuscire anche a giocare nella Roma a livello internazionale, allora è veramente un dono destinato a pochissimi. Tra questi pochi c’è proprio Giadina che da anima candida giallorossa, lotta su ogni pallone infiammando il tifo del Tre Fontane, possibilmente con gol che accendono urla di emozioni nel pubblico romanista.

In campo Giada è facilmente riconoscibile: tocco raffinato ma deciso, chioma bionda e numero 20 sulle spalle. Quando ha la palla tra i piedi sa già chi e dove servire. Non ha bisogno di guardare tantissimo. Ogni volta che lei è in campo, la Roma è in una botte di ferro: il centrocampo è ben messo. Nessun’avversaria potrà passare la linea del centrocampo quando è faccia a faccia con lei.

Giada Greggi è ormai sinonimo di romanità e di “romanismo”, è l’esatto significato che i sogni possono diventare realtà.

Quel 18 febbraio del 2000 la Lupa di Roma diede alla luce una bambina che saprà onorare e portare con orgoglio il nome dell’Urbe.

Fulvio Buongiorno

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