
Da qualche settimana a questa parte, in casa Inter non si fa altro che parlare di una presunta dipendenza da Tabitha Chawinga, sottolineando come le nerazzurre riescano a segnare solo con la malawiana in campo e quando si ritira dal terreno gioco rischiano pure di perdere.
Questa sensazione è nata subito dopo la partita d’andata contro la Fiorentina finita 0-0, dove l’attaccante non ha giocato e la squadra di Guarino non è riuscita a segnare neanche una rete.
Una simile situazione si è riproposta una settimana dopo nella partita terminata 2-2 contro il Parma, dove addirittura l’Inter era in svantaggio, l’allenatrice fa entrare Chawinga che, pochi minuti più tardi, segna il definitivo pareggio.
L’episodio chiave, però, è quel secondo tempo tra Inter – Sampdoria nella gara di Coppa Italia. Con l’attaccante in campo nella prima metà le nerazzurre erano in vantaggio di 3-0, ma quando questa è uscita non sono più riuscite a fare un tiro in porta, con le doriane che hanno segnato ben quattro reti, chiudendo i tempi regolamentari in vantaggio per 4-3.
Per fortuna dopo i supplementi e poi i rigori, l’Inter è riuscito a passare il turno.
Fin dalle prime partite con la maglia interista, la giocatrice del Malawi è risultata fondamentale per l’idea di gioco delle interiste, poiché ha delle caratteristiche compatibili con la filosofia di Guarino.
Queste ultime settimane, a causa dei tanti infortuni che hanno colpito la rosa, ridotta alle undici titolari più le ragazze della primavera, questa importanza della giocatrice in prestito dal Wuhan Jianghan University è di conseguenza notevolmente cresciuta, ma da qua fino a
considerarla dipendenza è un po’ esagerato.
L’allenatrice ex Juve ha disposizione delle attaccanti di un ottimo livello sia sostitutive sia complementari. L’esempio più eclatante è Ajara Njoya che, possiede caratteristiche analoghe alla compagna, in particolare velocità a campo aperto e destrezza nell’1vs1 e in alcune occasioni è pure partita al posto di Chawinga.
Parlando sempre di caratteristiche simili, quali velocità e puntare l’avversaria, c’è anche Marinelli seppur, oltre a non essere alla massima espressione delle sue potenzialità, ama giocare più larga e avere molto spazio di manovra, è sicuramente una valida alternativa.
Invece se si punta su un’attaccante che tende ad abbassarsi, prendere la palla e iniziare l’azione personale, come ha fatto in varie occasioni la numero 11 nerazzurra, c’è ovviamente Bonetti.
È vero che la giocatrice ex Fiorentina in questa stagione non sta dando il massimo, ma la scorsa stagione è risultata la capocannoniera dalla squadra con 10 reti.
Polli, invece, è la giocatrice perfetta per giocare a fianco a Chawinga come hanno già dimostrato nella prima parte di campionato.
Sono due giocatrici che si completano perfettamente, se una prende palla l’altra sa già dove andare, oltre ad essere bravissime a dialogare tra di loro nello stretto. Inoltre, l’azzurra Sto arrivando! perfettamente giocare spalle alla porta, per cui dopo aver ricevuto il pallone ed essersi girata può subito innescare la compagna a campo aperto.
In conclusione, è oggettivo che il riferimento offensivo sia Chawinga e soprattutto la giocatrice che deve segnare, ma è necessario sottolineare l’inizio di una seconda fase cioè altre 8 partite, più sicuramente altre 2 di Coppa Italia, esclusa una possibile finale.
Perciò il cumolo di fatica sarà alto e ridurre tutte le proprie speranze in una giocatrice quando ci
sono almeno 3-4 alternative di livello, non è corretto.
Valentina Marrè