
Possente ed esplosivo, il Vesuvio è forse uno dei vulcani più maestosi della nostra penisola, capace di regalare spettacoli della natura quando emette colate laviche nel territorio napoletano.
Tra le varie eruzioni ne esiste però una non menzionata dai vulcanologici partenopei, quella del 26 luglio 1999, momento in cui come una fenice dalle ceneri della lava, a Napoli, nasce la fiera Benedetta Glionna.
Scugnizza nella cadenza come ogni napoletana doc, “Benny” s’innamora del gioco del calcio sin da piccina, e così inizia a tirare i primi calci al pallone finché non entra nel club del FiammaMonza vincendo il campionato di serie C nel 2016-2017 per poi trasferirsi in una nuova squadra della penisola.
Già, perché proprio in quell’anno un noto blasonato club del Piemonte che ha da poco creato la sua sezione femminile decide di chiamarla alla sua corte, stiamo parlando della Juventus.
Con le bianconere arrivano ben due scudetti e una Coppa Italia, finché la società torinese la manda in prestito all’Hellas Verona per permetterle di farsi le ossa, pur rimanendo in serie A, dal 2019 al 2020.
All’ombra dell’Arena veronese la “piccola” Benedetta mette a segno 5 reti in 18 partite e la Juve decide quindi di prestarla nuovamente per un’altra stagione, stavolta all’Empoli in cui mette a segno ben 10 reti da pura attaccante in 18 gare disputate, tanto da entrare a far parte della formazione della squadra ideale dell’anno 2021.

La giovane napoletana ingolosisce quindi la Roma, fresca del trofeo della Coppa Italia, e per strapparla alla Juve, la squadra capitolina decide di cedere alla società bianconera l’attaccante verbanese Agnese Bonfantini.
Lo scambio avviene, Benedetta è romanista e le bastano un paio di stagioni per alzare l‘ultimo trofeo italiano che le mancava: la Supercoppa italiana, proprio ai rigori contro la sua ex Juventus.
Con le giallorosse arriva però un’altra grande soddisfazione: segnare in Champions League. È infatti lei a siglare la prima rete nel prestigioso torneo europeo della storia giallorossa in casa del Glasgow City al 12’ minuto del primo tempo. Ma Benny non si accontenta, vuole lasciare una doppia impronta: al 59’ arriva la sua seconda rete, nonché il gol dell’1-2 e diventa quindi anche la prima romanista a siglare una doppietta in Champions.
Benny è così, come una scugnizza napoletana è imprevedibile e sa divertire chi le sta intorno, dalle compagne, alla squadra, ai tifosi.
Quella di Glionna è una storia che andrebbe raccontata nelle scuole calcio di ogni età: l’impegno unito al divertimento può portare a gioie incredibili, persino a giocare inaspettatamente allo stadio Olimpico contro il Barcellona del doppio Pallone d’Oro spagnolo Alexia Putellas con ritorno al maestoso Camp Nou.
La 18 giallorossa fa decisamente parte della storia della Roma: così tanto da saper ripagare mister Alessandro Spugna e l’intera società capitolina con amore e gol da fuori classe.
Come una fenice nata dalle ceneri della lava del Vesuvio e sbarcata a Roma da appena un paio d’anni, la “scugnizza romanizzata” rappresenta ormai una certezza per il futuro del calcio italiano.
Fulvio Buongiorno