
Classe 2002, nata in Francia da genitori italiani, Sara Ventura fa della duttilità la sua arma migliore, potendo giocare come esterno di difesa o a centrocampo. Nonostante la giovanissima età, ha già un palmares di tutto rispetto: due Interligue della regione Rhône-Alpes (2015 e 2017), due secondi posti del campionato nazionale under19 sempre con la maglia dell’Olympique Lyonnais. Importante anche la partecipazione alla prestigiosa Essone’s Cup con l’OL (2019/2020). Per la stagione 22-23 è in prestito dalla Juventus Women al Ravenna Women dopo una prima parte di campionato al Chievo Verona Women.
-Ciao Sara, ci puoi raccontare la tua carriera di calciatrice prima di arrivare al Ravenna?
“Ho cominciato a giocare a calcio a 10 anni, due anni con le femmine poi altri due anni con i maschi, prima di entrare nel centro della formazione di Lione, loro mi hanno contattato durante il raduno delle migliori ragazze della regione. In questi cinque anni abbiamo vinto una volta il campionato, e tre volte siamo andate in finale contro Parigi. Nel 2019 e 2020 ho avuto infortuni ai crociati e mi sono fermata per due anni, poi ho ricominciato l’anno scorso con le under 20 del Lione, dove ho giocato tanto per riprendere la forma fisica e la tenuta del campo, realizzando nove goal nel campionato. Sono stata in questo periodo contattata dalla “Mapasport Agency”. Alla fine della stagione, il mio agente mi ha detto che la Juventus F.C. Women mi voleva tesserare per poi girarmi in prestito, per fare esperienza e capire il calcio italiano. Quindi sono stata mandata a Verona, dove ho giocato, però non abbastanza, da lì la decisione di passare la seconda parte del campionato nel Ravenna Women”.
-Nonostante la tua giovanissima età, sei un prospetto molto interessante, tanto che il tuo cartellino è della Juventus, che ti ha girato in prestito prima al Chievo Verona e poi al Ravenna. Ci puoi raccontare la tua esperienza fino ad ora?
“Il fatto di aver giocato anche con i maschi, mi ha aiutato tanto, perchè il gioco è più veloce, più fisico, e mi sono abituata a comportarmi in campo così. Ho giocato anche con la Ligue Rhône Alpes, che è una squadra con le migliori ragazze della regione, qui ho fatto qualche torneo contro le altre regioni della Francia. A Lione gli allenamenti sono molto ben inquadrati, con uno staff molto competente, ho avuto la fortuna di essere allenata dall’ex giocatrice professionista Sonia Bompastor e da Camille Abily che sono, attualmente, le allenatrici della prima squadra femminile. L’infrastruttura del club permette di lavorare molto. Facevamo sessioni di yoga due volte a settimana, palestra tre volte a settimana, allenamento ogni giorno e ho anche avuto la possibilità di allenarmi qualche volte con i professionisti. Ad inizio stagione, prima di andare al Chievo, ho fatto la preparazione con la prima squadra della Juve e mi sono trovata molto bene”.
-In Francia hai vinto tanto, quali sono le maggiori differenze fra il campionato Francese e quello Italiano?
“Soprattutto a Lione, il gioco è più fluido, più veloce, c’è più tecnica. Qui in Italia e in serie B il gioco è più tattico, è più difficile giocare perché si deve riflettere di più, si deve essere sempre concentrati, perché al minimo errore si può prendere un goal, trovo anche che è più difensivo, meno di costruzione e più di contrattacco. Però il campionato della serie B e un po’ come il campionato della D2 francese”.
-Ci puoi parlare del tuo ruolo come esterno di difesa o a centrocampo?
“Mi piace tanto giocare esterno, perché amo correre sulla fascia e proporre un gioco offensivo che è nelle mie corde, mi piace anche il ruolo di terzino, anche se devo abituarmi a non alzare troppo il baricentro della squadra come facevo in Francia”.
-In cosa puoi migliore ancora?
“Devo migliorare tutto, ma soprattutto sui tempi di inserimento devo sapere meglio quando devo andare in attacco, quando devo ripiegare dietro, quando posso dribblare, devo riflettere di più, e adattarmi alle mie compagne, mi piace ricevere la palla sul piede destro, per esempio, perchè fisicamente e tecnicamente sto già molto bene. Anche se devo continuare a lavorare su tutti punti”.
-Come mai hai fatto la scelta di venire a giocare in Italia e come ti stai trovando nel nostro paese?
“Venire a giocare in Italia era il mio sogno, fin da piccola tifavo per l’Italia al mondiale, e guardavo molto il campionato italiano, soprattutto la Juve. Tutta la mia famiglia è tifosa della Juve e dell’Italia anche perchè ho avi italiani. Qui mi trovo bene, mi piace la vita e la mentalità italiana. Percepisco la fiducia e mi sento come a casa mia”.
-A proposito del Ravenna Women, siete una squadra composta da un gruppo che fa della gioventù il suo punto di forza. Come ti ha accolto lo spogliatoio? E cosa ne pensi del tuo campionato?
“Secondo me abbiamo una squadra molto forte, siamo giovani, il gioco è più veloce e ricco di energia. Si vede che non abbiamo tanta esperienza e secondo me è per questo che perdiamo qualche partita di troppo. Questo campionato è tosto e difficile, con tante squadre che hanno delle ragazze con esperienza, che hanno giocato in serie A e che vengono da altri paesi. Dobbiamo lavorare sulla tranquillità. Nello spogliatoio sto bene con le ragazze. Sono gentili con me. La nostra è un po’ come una famiglia”.
-Come mai dal Chievo Verona hai deciso di passare al Ravenna Women a stagione in corso?
“Non stavo trovando molto spazio, quindi la Juventus in accordo con la mia agenzia ha deciso di trovare un club che mi potesse dare la possibilità di giocare con continuità”.
-Dove pensi possa arrivare il Ravenna Women a fine campionato?
“Penso che possa arrivare alla sesta – settima posizione”.
-Com’è la tua giornata tipo?
“Studio scienze motorie online e faccio un mix fra l’allenamento e la parte della palestra che per me è molto importane. Spesso chiamo la mia famiglia e qualche amico e se ci sono delle partite di calcio in TV le guardo. Mi interessa molto la nutrizione di un atleta. Mi piace anche ballare”.
Danilo Billi
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