Cecilia Salvai, la catena difensiva indistruttibile. Di Fulvio Buongiorno

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Cecilia Salvai – Instagram

Il difensore è quel ruolo che ha il compito di non far passare la palla oltre la linea delle giocatrici di movimento.

Ecco, questa definizione la si può considerare come quella adatta a Cecilia Salvai.

Nata a Pinerolo (TO) il 2 dicembre 1993, inizia a giocare in serie B nel Real Canavese nel 2008 per una sola stagione, per passare quindi al Torino in massima serie fino al 2012.

Poi arriva il trasferimento all’estero, più precisamente al club svizzero del Rapid Lugano e nel 2013 torna in Italia vestendo i colori dell’AGSM Verona, club che le dà la gioia del primo trofeo, la Coppa Italia del 2014-2015.

Nel 2016 giunge allo storico e titolato Brescia,, e Cecilia solleva al cielo la Supercoppa Italiana nello stesso anno.

Deve aspettare solo un anno per approdare nel club dei suoi sogni, la Juventus, con cui vince ben 5 scudetti, due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana, a cui si aggiunge il titolo ricevuto dal Gran Galà del Calcio nel 2019 e nel 2021.

Calciatrice sfortunata con la maglia della nazionale: nonostante la sua grande esperienza e le sue capacità tecniche, a causa dei numerosi infortuni, ha potuto vestire solo 9 volte la maglia azzurra, trovando un solo goal in tutta la sua carriera.

Ma “Ceciu” è ciò che si potrebbe chiamare la roccia della difesa, la catena d’acciaio, il muro invalicabile. Non è, infatti, un caso che sia titolare nella Juventus sin dai tempi della creazione della sezione femminile del club bianconero con Rita Guarino come coach, e lo sia ancora oggi con mister Joe Montemurro.

Sul sito della società torinese si legge testualmente nella biografia dedicata al difensore numero 23: “Elegante difensore centrale, dotata di una buona velocità”, ed è esattamente così. Impossibile negarlo.

L’attaccante avversaria sente la sua presenza, Cecilia affonda i denti sul pallone pur di non farlo arrivare in area juventina e di respingerlo verso le sue compagne d’attacco.

La costruzione di barriere invalicabili richiede energia e tanta pazienza nel tenere solido un mattone sopra all’altro. Ebbene con gli allenamenti quotidiani, Salvai impegna l’intero corpo muscoloso per reggere quelli che in ogni gara diventano interventi duri delle avversarie su di lei.

Ma non è sufficiente. “Ceci” sa che occorre anche la tecnica calcistica e lo sguardo del gioco, abilità che di certo non le mancano.

Al fianco di colonne portanti del calcio femminile, come la compagna di reparto Sara Gama, e le juventine Martina Rosucci, Valentina Cernoia, Barbara Bonansea e Cristiana Girelli, il difensore juventino quasi non ha bisogno di guardare il loro posizionamento in mezzo al campo. Le conosce talmente bene che sa già dove sono posizionate singolarmente e per lei è un gioco da ragazze muovere il pallone sul terreno di gioco.

Salvai, difensore che si pone un solo obiettivo prima di una partita: non farsi superare dall’attaccante avversario. Obiettivo sempre centrato e fascia di vice-capitana della Juve più che meritata.

Difensori come lei rendono i reparti arretrati delle vere e proprie roccaforti.

Fulvio Buongiorno

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