
Il 21 marzo 2023 rimarrà una data storica per il calcio femminile italiano e per la Roma in particolare, in una serata dove l’Olimpico, considerato uno dei templi del calcio maschile, apre per la prima volta le porte alle ragazze e se, come non bastasse, il numero di spettatori registrati è quello delle grandi occasioni.
Roma e Barcellona, oltre a ufficialmente battezzare il terreno di gioco, hanno infranto completamente il record di assistenza per una partita di calcio femminile in Italia, raggiungendo quasi 40 mila spettatori alla faccia di: “Il calcio femminile non interessa a nessuno e a vederle sono solo le loro famiglie”.
Dalla loro parte i tifosi sugli spalti hanno assistito a un vero a proprio spettacolo, sia per l’ambiente pre partita, con giochi di luce e musica ad alto volume, oltre a un breve show musicale nell’intervallo, sia per ciò che è successo nel terreno di gioco.
Le due squadre hanno messo in piedi una partita bellissima, un sacco di colpi di scena, azioni di qualità, Ceasar e Panos hanno spazzato via qualsiasi dubbio sul ruolo del portiere, compiendo parate di altissimo livello e ultimo, ma non per importanza, il pazzesco goal di Salma.
Per ringraziare dello spettacolo, gli appassionati hanno ricambiato con un sostegno continuo per le proprie beniamine dal minuto zero fino al triplice fischio della direttrice di gara, intonando cori da pelle d’oca sia per le giallorosse che per le catalane.
La Roma non molla
E’ vero che la Roma è uscita sconfitta 1-0 dal terreno di gioco, ma le ragazze di Spugna hanno giocato una partita a dir poco perfetta, sia in fase difensiva, quando hanno subito le asfissianti azioni offensive delle avversarie, sia a riversarsi in attacco nel momento di difficoltà delle catalane e creando trame di gioco decisamente efficaci.
Le capitoline avevano già dimostrando con il Wolfsburg che, in tale condizione fisica e mentale, neanche le big del calcio europeo spaventano, tanto meno quando riescono a trovare i giusti spazi per la corsa di Haavi, Glionna e Serturini e, soprattutto, nel momento in cui Giugliano riesce ad inventare.
Le giallorosse nel primo tempo hanno sofferto veramente tanto il gioco delle avversarie, tanto che il modulo è diventato un 4-4-2 ultra-difensivo, con Haavi che si è abbassata nella linea delle centrocampiste per apportare più velocità nei recuperi, mentre Giacinti è l’incaricata ad aiutare in attacco appena il pallone arrivava in quella zona.
L’attaccante giallorossa ha giocato una partita maiuscola seppur la sua marcatrice Irene non è proprio l’ultima arrivata. Partendo proprio da tale concetto l’ex giocatrice della Fiorentina è stata molto brava a non innervosirsi eccessivamente con i continui scontri fisici con il difensore spagnolo, oltre ad essersi mossa perfettamente senza palla per cercare piccoli spazi per inserirsi in profondità.
Il goal è mancato veramente per un soffio, prima Mapi Leon chiude la serranda con una scivolata a 5 metri dalla porta, mentre nell’ultimo minuto di gioco Panos dice di no con un intervento di puro
istinto. In generale Valentina è l’esempio perfetto della partita generale della Roma: sacrifici, ma nel momento di affondare il colpo non si tira indietro.
Se Giacinti è riuscita a far tremare i tifosi catalani, il merito è anche del piedino d’oro della squadra, Giugliano che, con l’ingresso di Vicky ha trovato un po’ più libertà di movimento anche grazie all’ingresso di Engen nelle fila del Barcellona. La numero 10 giallorossa ha compiuto delle aperture con il contagiri per Haavi e Glionna scaturendo in più occasioni dei contropiedi temibilissimi, oltre ad aver sfiorato la rete con una conclusione dalla distanza spedita sopra alla traversa da Panos.
Parlando di sostruzioni, quelle fatte da Spugna hanno totalmente cambiato faccia alla sua squadra. In primis su tutti Di Guglielmo che senza troppe paure ha chiuso la strada alle discese di Salma e Rolfo, concedendosi pure delle progressioni in attacco. In fase offensiva Glionna ha portato quella spinta che, a causa anche dei troppi attacchi del Barcellona, Serturini non è riuscita a imprimere più di tanto.
Nulla toglie le prestazioni eccellenti di tutti i reparti, ma sicuramente se la Roma è ancora in lizza per una storica qualificazione in semifinale, il merito è anche di Camelia Ceasar. La portiera rumena ha dimostrato che merita assolutamente di entrare nella speciale classifica dei migliori numero uno d’Europa.
L’estremo difensore giallorosso ha compiuto ben 9 interventi tutti decisivi ed alcuni veramente al limite del fantascientifico. Uscite alte e basse, voli verso la luna e allungamenti verso gli angoli della porta, sono solo alcuni dei gesti tecnici che “Came” ha messo in mostra, ma sicuramente l’intervento più monstre l’ha compiuto su Oshoala.
L’attaccante del Barcellona completamente sola schiaccia di testa un pallone che sembra essere indirizzato verso la porta, ma Ceasar in controtempo si lancia sulla sfera in spaccata al volo e di puro istinto smanacciandola in angolo. Solamente applausi!
Barcellona sprecona
Senza alcun dubbio le blaugrana si presentano nella capitale come le favorite e per molti il risultato avrebbe visto le vicecampionesse in carica surclassare la Roma senza tanti problemi, ma nel calcio il pallone è rotondo e non si può mai prevedere cosa succederà realmente.
Le ragazze di Giraldez non hanno giocato una pessima partita, anzi, in generale la prestazione è risultata più che positiva, ma come già si è visto in campionato le campionesse spagnole creano veramente tante occasioni però non riescono a concretizzarle.
Le statistiche parlano chiaro: 35 tiri in novanta minuti, di cui 11 nello specchio della porta, 15 fuori e 9 parate di Ceasar. Sono numeri che per una rosa del genere sono veramente pessimi, come in particolare la prestazione di Oshoala che è riuscita a sprecare almeno 8 chiare occasioni da rete.
La nigeriana, senza dubbio, è una delle pedine offensive più importanti, ma il suo più grande difetto è la discontinuità, poiché in una partita può segnare una tripletta in 10 minuti o non concludere neanche una volta in porta. In una delle occasioni più importanti è riuscita a fallire, lasciando in varie occasioni le proprie compagne in 10.
Chi sicuramente si è messa in mostra tra le attaccanti, oltre all’inarrestabile Hansen che ha messo in seria difficoltà per quasi 90 minuti prima Minami e poi Bartoli, è Salma, forse una delle attaccanti più forti della new generation.
La giocatrice classe 2003 sicuramente non è una new entry di prestazioni eccellenti tra i confini nazionali, ma ciò che ha sorpreso è l’esperienza con cui ha gestito la pressione di un quarto di finale di Champions League alla sua prima apparizione. Inoltre, ha subito capito come colpire la difesa avversaria con penetrazioni sulla sinistra con un cross in mezzo, oppure rientrando per vie centrali e cercare la conclusione.
Il gol che attualmente sta decidendo le sorti del Barcellona è solo la ciliegina di una prestazione eccellente, ma è veramente giusto ammirare e applaudire il gesto tecnico: è incredibile come riesce ad illudere l’intervento in scivolata di Linari solo con una finta di corpo, per poi girarsi con completa facilità, spostarsi il pallone sul sinistro e battere Ceasar con una conclusione imprendibile.
Tra le file del Barcellona, un’altra che senza problemi può portarsi a casa il titolo di MVP della partita è Panos. La numero uno catalana, non solo si è resa protagonista con due parate sensazionali con cui ha salvato la barca, prima un intervento alto su Giugliano e l’ultimo minuto un riflesso sulla conclusione di Giacinti, ma anche per essere rimasta per tutti i novanta minuti concentratissima. Per un portiere non è per niente semplice non ricevere tiri per un tempo oppure per svariati minuti e successivamente farsi trovare pronta quando le avversarie si riversano in attacco.
Obbligano menzione gli ultimi venti minuti alquanto pessimi di Bronze, dai suoi errori di posizionamento sono nate le occasioni più pericolose della Roma, grazie a un’astutissima Glionna brava a capire le difficoltà dell’inglese.
Il secondo round
Il 29 marzo alle 18.45 al Camp Nou ci sarà il tanto atteso secondo atto di questo strabiliante quarto di finale. Oggettivamente non è assolutamente facile giocare in quello stadio, sia per l’atmosfera che si trova sugli spalti, sia proprio per il terreno di gioco.
La Roma deve ricominciare come ha terminato il turno d’andata, non schiacciarsi troppo e partire subito all’attacco, sfruttando soprattutto ovviamente Giacinti, ma anche Haavi. A Spugna toccherà decidere se puntare subito su Glionna o sfruttarla come asso nella manica nel secondo tempo per approfittare la stanchezza delle avversarie.
Inoltre, ci sarà da capire se Vicky è nelle condizioni, più mentali che altro, per cominciare fin dal primo minuto, poiché l’esperienza, oltre alle caratteristiche tattiche e tecniche che permetterebbero a Giugliano e di conseguenza anche Greggi di muoversi più liberamente.
Dall’altra parte Giraldez spera di recuperare immediatamente Pina, sicuramente per aumentare notevolmente il livello tra il centrocampo e l’attacco, oltre a valutare la titolarità di Torrejon visto le difficoltà di Bronze e chi sarà la punta dell’IX iniziale tra Oshoala, Bruna e Geyse.
Valentina Marrè
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