Continua il nostro viaggio fra gli addetti ai lavori con l’intervista al fotografo Domenico Cippitelli. Di Danilo Billi

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Credit Photo: Domenico Cippitelli

-Come è nata la passione per la fotografia?

“La passione per la fotografia è nata sin da bambino, quando mio padre documentava fotograficamente gli eventi familiari con la sua Comet, e rivedere le foto era sempre un’emozione. Così ,con il primo stipendio, a 20 anni acquistai la mia prima fotocamera”.

-Quando invece ha capito che poteva diventare un lavoro? 

“Nel 2018 quando ho iniziato la collaborazione con Gazzetta Regionale per ottenere il tesserino da pubblicista dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, precedentemente comunque con la testata www.sportreporter.it ho sempre seguito lo sport a 360° e il calcio in particolare quello femminile”.

-Ora come ora, in che ambito lavora e con agenzia? 

“Sono vicepresidente di una Associazione (European Digital Communication Association) con una cinquantina di associati tra fotografi e redattori, qui produciamo report e gallery fotografiche per lo Sport (www.sportreporter.it), la Musica, la Politica (www.europeanaffairs.it) e la cultura (https://www.europeanaffairs.it/bookreporter/). Poi le nostre foto vengono distribuite tramite l’Agenzia Fotografica LiveMedia (https://www.gruppolivemedia.it/)”.

-Come è stato il suo approccio con il calcio femminile?

“Ho subito mostrato interesse per il Calcio Femminile, in passato poco seguito, ed a Roma tante squadre da fotografare nelle varie categorie”.

-Le differenze maggiori fra fotografare le ragazze a differenza dei ragazzi? 

“Nessuna, i movimenti e l’agonismo sono gli stessi”.

-In modo particolare come squadre di riferimento scattano prettamente le due squadre di Roma, ovvero sia l’AS Roma che la Lazio Femminile? 

“Personalmente sì, ma nel nostro gruppo seguiamo anche la Roma Calcio Femminile, la Res Roma, il Trastevere…”.

-Sempre nell’ambito del femminile, quali sono gli scatti a cui è più legato? 

“Sicuramente la promozione della S.S. Lazio Women nel 2021 (https://www.sportreporter.it/index.php/2021/05/09/obiettivo-raggiunto-e-serie-a-per-la-s-s-lazio-women/ ) e l’incontro tra Roma e Barcellona lo scorso martedì, con uno stadio Olimpico con il record di presenze in Italia per un incontro di Calcio Femminile (https://www.sportreporter.it/index.php/2023/03/22/in-un-olimpico-da-record-la-roma-esce-sconfitta-dal-barcellona-per-1-0/ )”.

-Di che attrezzatura è equipaggiato? 

“Scatto con Nikon da sempre, nel 2022 sono passato da Reflex a Mirrorless con molta soddisfazione”.

-Dove si possono vedere i suoi scatti in rete, a parte quelli che vende per l’agenzia? 

“Per lo sport su: www.sportreporter.it , per la musica su: https://www.europeanaffairs.it/roma/category/musica/”.

-Quanto spende mediamente un fotografo professionista come lei per mantenere al top le attrezzature? 

“Circa 1.000 €/anno”.

-In questa era moderna in cui siamo bombardati di immagini, secondo lei si è perso il vero valore della fotografia? Se sì, è cosi anche nel femminile o questo mondo è ancora una piccola nicchia? 

“Purtroppo sì, oggi il valore di una fotografia pubblicata suL Web è veramente basso, è vero che il Calcio Femminile al momento da maggiori opportunità, ma in Italia sulle testate principali lo spazio dedicato è ancora poco”.

-Quali sono i suoi criteri per creare e costruire la base di una buona fotografia di calcio in particolare quello femminile? 

“Cercare di anticipare un movimento, prestare attenzione alle reazioni delle atlete”.

-Quanto tempo perde o investe in post produzione e che programmi usa? 

“Cerco di ottimizzare al massimo i tempi, per cui configuro la macchina fotografica per ottenere lo scatto già pronto, una volta selezionato e spostato sul PC, opero solo nell’eventuale raddrizzamento della foto e sul ritaglio (con Adobe Bridge), aggiungo i dati del soggetto fotografato (con PhraseExpress) e spedisco all’Agenzia. Normalmente le mie gallerie prevedono il riscaldamento, le fasi salienti del primo e secondo tempo eventuali gol, ed i saluti finali, il tutto quasi in tempo reale”.

-Infine, pensa che il calcio femminile sia una stella che poi si spegnerà se ai prossimi mondiali la Nazionale non andrà bene o pensa che il movimento italiano inizi anche grazie all’investimento dei grandi club e al professionismo, arrivato per la serie A, ad avere ormai una sua impronta radicata in Italia? 

“Spero proprio di no e mi auguro che il movimento continui a crescere”. 

Danilo Billi 

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