Intervista esclusiva a Mattia Martini, Direttore Sportivo dell’Accademia SPAL. Di Danilo Billi

Mattia Martini

-Martini lei come si è avvicinato al calcio femminile?

“Il mio piccolo paese di Agliana ha avuto da sempre una grande tradizione di calcio femminile, vinse addirittura lo Scudetto negli anni Novanta, con attaccante una certa Carolina Morace. Questa grande attenzione mi ha destato così curiosità: sono partito facendo da dirigente accompagnatore nella Real Aglianese, fino a vivere tutte le emozioni che conosciamo a Firenze, Verona, Brescia, Madrid ed ora a Ferrara.”

-Alle spalle conta un vasta gamma di esperienze come dirigente di Fiorentina, Verona, Brescia e Atlético Madrid, umanamente cose le hanno regalato?

“Firenze ed il tecnico Sauro Fattori mi hanno regalato la consapevolezza di poter lavorare in questo ambito, Verona sicuramente la determinazione, Brescia l’attaccamento al progetto ed alla città, Madrid l’importanza ed il prestigio di certi club. L’esperienza all’Atletico mi ha veramente segnato e pensa che sarà un qualcosa di irripetibile, dalla Liga vinta alle notti di Champions League contro Manchester City e Wolfsburg.
Ogni squadra nel quale mi sono trovato ad operare mi ha arricchito tantissimo e gliene sono grato.”

-Come mai tornato in Italia ha scelto di diventare il Direttore sportivo dell’Accademia Spal?

“Ferrara è una città ed una pizza stupenda, abituata a vivere un calcio importante.
Avevo offerte dall’estero, sono sincero, ma, dopo la chiamata dell’Avvocato Marco Ieradi, ho fatto le mie riflessioni ed ho deciso di accettare una progettualità che si svilupperà solidamente nel prossimo futuro.”

-Qual’è il suo rapporto con la città di Ferrara?

“Vivo molto Ferrara ed apprezzo il respiro storico-umanistico che la stessa vanta: i riferimenti artistici ed / od architettonici, la sua storia letteraria, le tradizioni medievali che ancor oggi sopravvivono, come il palio che è il più antico di Europa.
E poi la cucina, fantastica… Dai cappellacci al pasticcio ferrarese, fino ad arrivare alla salama da sugo od alla tenerina.”

-Cosa ha significato per lei e per tutto l’ambiente vincere la Coppa di Categoria?

“Vincere significa dare concretezza alla progettualità, nella maggior parte dei casi.
Alzare inoltre il primo titolo della storia estense al femminile è stata una grandissima emozione. È stato un motivo di vanto e orgoglio.”

-Tracciando già un primo bilancio cosa si aspetta alla fine imminente di questa stagione?

“Credo fortemente in una compagine spallina atta a giocarsi la vittoria del campionato contro il Modena fino all’ultima giornata. Spesso i titoli si vincono con la serenità e la capacità di rimanere concentrati e sereni.”

-Avete messo in piedi una struttura di tutto rispetto, rispettata e elogiata da tutta Italia, quanto c’è della suo nella pianificazione dietro tutto questo?

“Abbiamo strutturato un progetto che penso sia un modello di benessere e di star bene in primis per le calciatrici: loro sono importanti, loro vanno messe in condizione di star bene.
Per il resto poniamo al servizio del club professionalità ed onestà, altri valori che ci contraddistinguono e che ci dovranno sempre contraddistinguere.
Ecco, soprattutto in questi valori, c’è molto di me, del responsabile Rotondi e dell’Avvocato Ieradi.”

Danilo Billi

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