
Dopo un bellissimo percorso partito dalle qualificazioni fino ai quarti di finale alla sua prima partecipazione, la Roma deve ufficialmente salutare la Champions, dopo la sconfitta per 5-1 al Camp Nou contro il Barcellona.
Se nella partita di andata all’Olimpico le ragazze di Spugna hanno messo in difficoltà le catalane, oltre a bloccarle sull’1-0, questa volta le campionesse spagnole si sono dimostrate superiori.
La squadra di Giraldez ha mandato un chiaro messaggio a tutte le avversarie su chi attualmente sia la più forte, mettendo in campo una prestazione di squadra rasente la perfezione. Ciò che ha permesso al Barça di essere una spanna in più rispetto alle giallorosse, escluse ovviamente le individualità, è proprio l’idea di gioco, dove tutte le giocatrici, in alcune occasioni pure Panos, prendono parte alle azioni con movimenti con e senza palla eseguiti a memoria.
Ogni goal messo a segno, esclusa la perla dalla tre quarti di Mapi Leon, è frutto proprio di questa affermazione. Prendendo in considerazione la doppietta messa a segno da Rolfo e il singolo di Oshoala, si può capire che le due, discese palla al piede di Hansen, con successivo cross, uno alto e uno rasoterra e il taglio senza palla di Aitana dalla seconda linea, non sono un’idea casuale o sporadica, ma gesti provati e riprovati.
Nei due goal della svedese, Hanes parte in progressione fino al limite dell’area sul vertice destro del campo, sapendo che in mezzo all’area c’è sicuramente Oshoala. Effettivamente il pallone arriva all’attaccante e funge da sponda per Rolfo che, in precedenza ha stretto all’interno dell’area.
Stessa cosa nell’altra rete, sempre Hansen implacabile sulla destra che, questa volta, entra quasi in area di rigore mette un pallone forte e teso a sorpassare tutta l’area per arrivare sul secondo palo dove è appostata perfettamente Rolfo.
Queste due azioni sono riproposte con interpreti differenti e movimenti differenti, ma con la stessa idea, nel 4-0 di Oshoala. Questa volta è Aitana mettere la sfera in mezzo, dopo un taglio dalla seconda linea per cercare la nigeriana nell’area piccola che a sua volta è pronta a mettere il pallone in rete.
Stessa cosa sulle palle inattive, dove Giraldez ha preparato schemi ben precisi per ogni sua giocatrice in mezzo all’area di rigore giallorossa. In questo caso, Hansen chiama lo schema per mettere un pallone all’altezza del primo palo, dove arriva in corsa Patri e completamente sola batte ancora Ceasar.
Per quello visto nel corso dei novanta minuti la Roma non poteva assolutamente fare più di così, anzi è stata molto brava a sfruttare le poche occasioni concesse dal Barcellona, in particolare da gravi disattenzioni di Paredes.
Spugna ha deciso di puntare sulle calciatrici che hanno disputato gli ultimi 20 minuti della gara di andata, schierando così Vicky Losada dal primo minuto in modo tale da lasciare più libertà offensiva a Giugliano. L’idea non ha funzionato solo per il fatto che la Roma veramente in rare occasioni ha avuto la possibilità di iniziare un’azione o tenere il pallone per più di pochi minuti tra i piedi delle giocatrici giallorosse.
Di conseguenza sia la centrocampista spagnola, ma in generale tutta la squadra ha sofferto molto nelle occasioni prolungate senza palla, poiché geneticamente la Roma è squadra che deve avere il pallone per gran parte del tempo per fare male.
Concretamente le capitoline hanno tirato solamente una volta nelle specchio della porta, cioè il goal di Serturini. La rete della giocatrice numero 15 nasce da una buonissima uscita di Andressa, brava a servire immediatamente la compagna sulla corsa pronta a puntare Mapi.
Il difensore spagnolo decide di non uscire per cui Serturini ha tutto il tempo del mondo per arrivare quasi all’interno dell’area, alzare la testa e concludere in porta con una diagonale imprendibile per Panos.
La Roma, seppur eliminata, deve proprio ripartire da questo goal, ma in generale quest’azione, poiché ha dimostrato di saper giocare a calcio, di avere un’idea che mette in difficoltà anche l’Elité del calcio europeo. Ovviamente c’è qualcosa da migliorare, in particolare in fase di non possesso, ma per questo c’è sempre tempo.
Per il finale di stagione, dove c’è da lottare ancora per uno scudetto e la Coppa Italia, la squadra di Spugna deve riuscire a riproporre il buono fatto in questa doppia sfida con il Barcellona. Se la Roma gioca da Roma sarà molto difficile per le altre squadre toglierle il primo posto in classifica.
Valentina Marrè
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