Verónica Boquete, il fútbol elegante. Di Fulvio Buongiorno

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Credit Photo: Instagram

Per molti il calcio è solo un semplice gioco in cui l’obiettivo è quello di portare la palla in fondo ad una porta. Ma in realtà non è così. Il calcio è anche eleganza, passione ed armonia. Il calcio è precisione, sudore e sacrificio.

In Spagna, patria terra che ha donato e continua a donare regine e principesse del mondo del pallone, c’è una ragazza nata in Galizia che è diventata simbolo del movimento sportivo sotto varie sfaccettature. Il suo nome è Verónica Boquete Giadans, per tutti “Vero”.

Nata a Santiago de Compostela il 9 aprile 1987, il calcio per lei è una questione di DNA: il padre è allenatore, mentre il fratello maggiore gioca a calcio come lei.

Boquete rappresenta la classe del calcio nel suo insieme, tanto che la sua città natale ha deciso di rinominare lo stadio comunale dedicandolo proprio a “Vero”.

Cresciuta nelle giovanili del Xuventú Aguiño, esordisce nella squadra spagnola del Prainsa Saragozza, giocando dal 2005 al 2008, anno in cui si trasferisce all’Espanyol. Due anni dopo arriva il primo trasferimento trans-oceanico in direzione Philadelphia Independent prima e Chicago Red Stars poi, per far ritorno quindi all’Espanyol e nel 2011 nuovamente a Filadelfia.

Dagli USA alla Russia per approdare all’Energija Voronež. Ma è nel 2012 che arriva la prima gioia che tanto si attendeva: alzare il primo trofeo della carriera. Con la squadra svedese del Tyresö arriva lo scudetto e la voglia di restare fino al 2014. Piccola parentesinuovamente negli USA, stavolta al Portland Thorns per giocare col club tedesco dell’1. FFC Francoforte con cui si laurea campionessa d’Europa vincendo la tanto desiderosa Champions League

Un anno dopo è la volta del Bayern Monaco con cui arriva un altro scudetto, stavolta in Germania, e nel 2016 passaggio al club del Paris Saint-Germain e vittoria della Coppa di Francia.

Piccola parentesi asiatica nel 2018 con la maglia del club cinese del Beijing BG Phoenix, e ritorno ancora negli States, questa volta nell’Utah Royals fino al 2020, anno in cui il Milan la fa approdare per la prima volta in Italia e di cui diventa leader indiscussa in attacco assieme a Valentina Giacinti.

L’avventura rossonera dura però solo un anno, a causa di incomprensioni nello spogliatoio milanese, tanto che Vero è costretta alla tribuna.

Serve una svolta, e il cambiamento si chiama Fiorentina, in un momento in cui, nel 2022, la squadra viola rischia la retrocessione in Serie B. L’arrivo della spagnola però solleva la formazione di coach Patrizia Panico e il club di Firenze si salva. Così Boquete e l’intera società toscana decidono di continuare il legame.

Scelta perfetta, visto che la viola si gioca nella stagione 2022-2023 la fase della poule scudetto riuscendo a rispondere a squadre del calibro di Inter e Milan e ad affrontare formazioni come Juventus e Roma.

A tutto ciò occorre considerare l’esperienza con la maglia della nazionale: con l’under-19 della Spagna arriva la vittoria ad Euro 2004 in Finlandia, mentre nel 2017, con la squadra maggiore, Vero solleva al cielo l’Algarve Cup.

Ma Boquete non è solo un insieme di club e di trofei. Vero è anche eleganza e rappresentanza, visto che puntualmente lavora nell’organigramma della UEFA con l’obiettivo di sviluppare e portare sempre più in alto il calcio femminile nel continente europeo.

La diplomazia, il dialogo e la rappresentanza in tale organo internazionale sono sinonimo di crescita non solo per il movimento, ma anche per la singola ragazza che può vantare di essere portabandiera spagnola di un calcio che passo dopo passo necessita di credere sempre più a valori unici e rispettosi che una donna come Boquete incarna alla perfezione.

Firenze, città d’arte, si fregia con la presenza della centravanti iberica di un’artista unica che riesce a coniugare l’eleganza fuori dal terreno di gioco, alla forza fisica da impiegare nel rettangolo verde con l’obiettivo di portare a migliorare sia il team viola, che il gioco del pallone.

Se per molti il calcio è semplicemente il dover insaccare una palla nella trama di una rete, forse è perché molti aspetti lavorativi alle spalle di questo semplice gesto non sono ancora messi completamente in risalto. La figura di Vero è proprio questo: dimostrare che i protagonisti e le protagoniste che vediamo calcare i prati verdi possono rappresentare non solo la propria squadra, ma addirittura un intero continente.

Di Fulvio Buongiorno

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