
-Ciao Diana, ci puoi raccontare in breve la tua esperienza calcistica prima di arrivare a Ferrara?
“La storia è iniziata per le strade del paese dove sono cresciuta. Giocavo a calcio dalla mattina alla sera. Ho cominciato in una squadra vera e propria all’età di 7 anni. A 13 anni ho lasciato casa, per andare a circa 250 km di distanza e far parte di uno dei top team giovanili della Romania. Da qui è iniziato anche il mio percorso con la Nazionale. Poi un campionato in prima squadra, terminato da seconde in classifica sempre in patria a Matera, dove mi sono rotta il legamento crociato durante la preparazione, ed adesso all’Accademia SPAL”.
-Ci puoi parlare del tuo ruolo di difensore centrale, e come lo interpreti, sia nell’Accademia SPAL che nella tua nazionale rumena?
“Secondo me è un incarico di grande responsabilità, che mi stuzzica e carica positivamente. È un ruolo in cui i piccoli errori costano molto. Che giochi in Nazionale o nella A. SPAL, mi batto con la stessa grinta, il medesimo atteggiamento e con tanta voglia di vincere”.
-Ami anche impostare il gioco dal basso e dialogare con le tue compagne di reparto, o preferisci spazzare via la palla?
“Per me palleggiare con le mie compagne è una delle cose più importanti, non posso giocare senza ricercare ciò. Preferisco costruire dal basso e tenere il possesso palla, aspettando il momento giusto. Il calcio è così bello e imprevedibile: un passaggio lungo, che attraversa l’intero campo per l’attaccante, può essere da scintilla per un goal”.
-Come mai hai fatto la scelta di andare a giocare a Ferrara?
“Mi sono piaciuti gli obiettivi e il progetto dell’A. SPAL: lungimirante, solido negli anni”.
-Dopo una Coppa di categoria vinta e un stagione quasi alle spalle, dove continui a dare il tuo supporto ogni domenica, qual è il tuo primo bilancio di questa esperienza all’Accademia SPAL?
“Finora abbiamo raccolto i frutti del nostro lavoro e di tutti coloro che sono coinvolti in questo progetto. È una squadra con futuro: dipende molto da come verrà gestita d’ora in avanti”.
-Ci puoi raccontare di come viene vissuto il calcio femminile in Romania e quale sensazione si prova a giocare con la tua nazionale?
“Il calcio femminile in Romania ha fatto grandi progressi negli ultimi anni, ma nonostante tutto questo la maggior parte delle giocatrici in Serie A lavorano per mantenersi ed i campionati inferiori non hanno un ritmo di gioco elevato . La Nazionale (mi viene la pelle d’oca) è pura emozione. Quando canti l’inno Nazionale e senti le braccia delle tue compagne che ti prendono, sei in grado di smuovere le montagne in quel momento”.
-Quali sono, secondo te, le maggiori differenze attualmente con il calcio femminile italiano?
“Secondo me, si tratta della mentalità e del modo in cui si investe. Credo che anche il fattore politico-sociale lasci la propria impronta”.
-Che rapporto hai con le altre tue compagne di squadra?
“Fin dall’inizio si sono mostrate disponibili per qualsiasi cosa. Ci piace uscire a mangiare insieme. Ognuno ha la propria personalità, ma sul campo creiamo una sola entità che lotta per il medesimo obiettivo”.
-Cosa ti piace fare nel tuo tempo libero?
“Nel tempo libero mi piace rivedere le mie partite… Poi guardo anche film, documentari, visito nuovi posti/città. La lettura e la musica inoltre fanno parte della routine quotidiana”.
-Sei social o hai altri hobby?
“Mi diverto in qualsiasi sport che preveda un pallone. Quando vado al mare, invece, mi piace stare in tenda. Pure scalare la montagna è come una ricarica per me. A volte scrivo”.
Danilo Billi
Copyright © delle redazioni delle testate giornalistiche di Danilo Billi Blog e di Cronache Bolognesi – Tutti i diritti riservati. Nessuno dei materiali presenti può essere utilizzato al di fuori del sito senza un preventivo consenso scritto.