Il mondo del tifo nel calcio femminile dovrebbe essere più inclusivo. Di Danilo Billi

il
Fonte: Internet

14/05/23 – Molto spesso nel calcio femminile si parla di inclusione, una parola di cui spesso si è forse abusato in questo ultimo periodo e in questa stagione. Mi riferisco questa volta al mondo del tifo, proprio lunedì ho pubblicato una bella storia di un gemellaggio fra i tifosi del Venezia Calcio 1985 e quelli del Bologna FC,   che una volta in terra veneta hanno dato vita a un bellissimo terzo tempo. Ecco nel corso di questa stagione prendendo in esame in particolare i campi della serie A, per poi scendere in B e in C, mi sarebbe piaciuto tanto scrivere di più di questi episodi, che al momento rimangono più unici che rari. Ovvio, anzi fortunatamente il modo di tifare rimane quasi sempre abbastanza circoscritto all’educazione se si tolgono i normali e folcloristici sfottò che danno anche quel pizzico di sapido a partite che altrimenti in campo sarebbero davvero insapori. Solo in un paio di occasioni ho potuto assistere in televisione o dal vivo a situazioni deprecabili, come quella volta che gli ultras della curva nord si sono presentati alla gara Inter vs Juventus con l’unico scopo di denigrare i colori bianconeri indossati dalla giocatrici ma, fortunatamente, all’Inter hanno pensato bene di allontanare subito certi elementi, anzi devo dire che in molti stadi si sono formati veri e propri gruppi che seguono solo le ragazze del femminile, che vivono sempre come una festa la partita e negli anni sono diventati lo zoccolo duro a seguito di certe squadre fra le più blasonate d’Italia nel panorama femminile. Ma proprio a loro oggi mi vorrei rivolgere, perchè troppo spesso si rischia di autospecchiarsi in se stessi, di autocelebrarsi ma soprattutto di diventare delle caste chiuse, ovvero dei gruppi di tifosi che poi fanno fatica ad includere nuovi membri che loro non conoscono e che magari si avvicinano al calcio femminile perché hanno voglia di tifare per la propria squadra del cuore, anche se magari non sono di quella città e si fanno dei chilometri per vedere le ragazze!

Venendo da una trentennale esperienza nel campo maschile come esponentE di un gruppo ultras organizzato della mia città di Bologna, mi sono innamorato tanti anni fa del calcio femminile in particolare perché i tifosi possono anche sedersi e mescolarsi senza problemi anche se di diverso credo calcistico, ci sono famiglie intere che si recano allo stadio anche con bimbi piccoli e passeggini, e penso che sia una delle cose più belle e spettacolari che ancora possa offrire questo movimento e che ancora hanno il dono di emozionarmi. Si perché gli ultras, come tutti sapete, nel calcio maschile badano prettamente e unicamente prima di tutto all’identità e alla mentalità del gruppo stesso, poi alla maglia e per ultimo ai giocatori, che poi ogni stagione cambiano spesso casacca. Nel femminile i vari club prima di tutto pensano alle ragazze e al loro bene, pensano a farsi notare da loro, pensano a sostenerle incondizionatamente.

Purtroppo, l’unico appunto e critica che posso muovere fortemente è che forse alle volte i club diventano delle vere e proprie sette, chiuse in se stesse che guardano con tantissima diffidenza chi si vuole avvicinare a loro per condividere trasferte e gare casalinghe, dunque senza fare danni e sapendo benissimo che voi siete il propulsore di questo movimento che senza di voi morirebbe nel dimenticatoio, visto lo spazio che non danno i giornali di carta stampate e i mass media televisivi, è bene di cercare per quanto possibile di essere un poco più elastici e non sostituirsi alle società, pensando che il gruppo squadra, viste le varie amicizie che poi si formano, non sia una cosa solo vostra, e chi arriva dopo deve fare la fila, ricordatevi che per il bene delle ragazze a cui tenete tanto, come ci tengo io e tanti addetti ai lavori, è importante che la base si allarghi il più possibile e non che si restringa, come è stato per i 40.000 mila dell’Olimpico in Champions. Cerchiamo perciò tutti quanti di fare uno sforzo, dunque di essere meno egoisti e di educare magari i nuovi arrivati a mantenere un tifo bello compatto e corretto come è sempre stato, siamo noi i pionieri di questa espansione del movimento che da 4 anni, anche se esisteva da tantissimi anni prima di noi, sta finalmente spiccando il volo, da una parte dobbiamo essere più proiettati verso l’Europa che chiusi a campanile.

Danilo Billi

Copyright © delle redazioni delle testata giornalisticha di Danilo Billi Blog – Tutti i diritti riservati. Nessuno dei materiali presenti può essere utilizzato al di fuori del sito senza un preventivo consenso scritto.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...