
“Spinga signora. Coraggio. Ancora!” dice l’ostetrica.
“Forza amore, sono qua” dice Luca.
Urla di dolore, contrazioni, battito cardiaco accelerato, finché a un certo punto un suono prevale su tutti gli altri: un vagito che emana gioia, commozione e felicità attesa da nove mesi.
È nata Eva Lionetti, figlia dei calciatori Luca e Alice Pignagnoli. Quest’ultima voleva solo fare la calciatrice.
È il 14 marzo 1988 quando a Reggio Emilia viene al mondo una bambina di nome Alice che da grande avrà un solo unico ed immenso desiderio: giocare a calcio. Non chiede altro, non vuole altro, non desidera altro. Ma come ben si sa, più il desiderio di conquista è grande e maggiore sarà la difficoltà per arrivarci. Molti saranno gli ostacoli, ma fantastica sarà la gioia al compimento di tale obiettivo, o meglio, al raggiungimento di tale bandierina, come immagina la stessa “Ali” durante il suo percorso di crescita.
L’introduzione nel mondo dello sport non comincia però col calcio, visto che la prima società è la Galileo Volley, squadra di pallavolo.
Dopodiché “Pigna” inizia a girare per l’Italia da Nord a Sud, dalla provincia di Varese arrivando fino a Napoli arrivando a vincere lo scudetto e la Supercoppa italiana con la Sassari Torres.
Raccontare la vita di Alice basandosi però solo sul percorso calcistico, vorrebbe dire non dare giustizia a moltissimi aspetti del mondo del calcio femminile. “Pigna” infatti vestendo la maglia del Cesena annuncia quella che ogni donna vede come la notizia più bella della propria vita: è incinta, sta per generare una nuova vita. Nulla di più bello.
E la squadra romagnola ne è entusiasta, dalle colleghe calciatrici, all’allenatore, alla direttrice, tutt’una società pronta a dare man forte alla futura mamma fornendole tutti gli strumenti necessari confermandola come membro squadra fino al ritorno in campo successivamente al parto.
Certo, i nove mesi non sono semplici, ma “Ali” è una guerriera e l’ha dimostrato più e più volte: dai momenti in cui giocare a calcio era considerato superfluo per una ragazza, ai momenti in cui molte società non hanno mantenuto le promesse, alle retrocessioni, agli allenamenti nel fango, ai massacranti turni di lavoro da far conciliare col calcio. Pignagnoli ne è sempre uscita vittoriosa e più forte.
Merito va soprattutto alla famiglia, alla costante presenza della cagnolina Zoe e al marito Luca, anch’egli calciatore.
Nove mesi di sofferenza fisica e psicologica in vista di un momento delicato, ma che darà felicità a una famiglia intera.
100 giorni dopo la nascita della bambina, Alice torna finalmente in campo giocando l’ostica sfida di Coppa Italia in casa contro il Milan. A vincere sono le rossonere, ma la soddisfazione di calpestare nuovamente il terreno di gioco difendendo i pali della propria porta è immensa nonché graditissima.
Nell’estate del 2022 il rapporto tra le bianconere e l’estremo difensore si interrompe e Alice si trasferisce alla Lucchese in serie C.
Tutto sembra procedere per il meglio, finché arriva la notizia della seconda dolce attesa.
Stavolta però dalla società non arrivano buone notizie: esclusa dalla squadra perché incinta!
La news rimbalza da una testata all’altra, giro mediatico in tutta la penisola e inizia un altro calvario.
A farsi avanti per accettare la presenza del portiere emiliano c’è la Ternana, squadra di serie B. La decisione arriverà una volta terminata la stagione 2022-2023. Ora è il momento di affrontare un altro parto, stavolta è il turno di Mattia.
Nel frattempo però Alice pubblica la sua autobiografia “Volevo solo fare la calciatrice” che vende nell’arco di poche settimane copie a volontà e la protagonista del volume viene invitata a presentare il libro girando buona parte dell’Italia.
Al di là del semplice portiere, Pignagnoli incarna quel mondo che ci si augura si possa raggiungere il prima possibile, fatto di tutele, rispetto e supporto verso le donne, soprattutto se in dolce attesa, momento in cui necessitano di maggiore aiuto nell’affrontare un percorso che sconvolge i piani fisici e organizzativi nella vita quotidiana.
Spesso definita la “Alex Morgan italiana”, in realtà ciò che Alice chiede è semplicemente serenità e attenzione da parte delle società e degli organi competenti nei confronti delle neo-mamme.
Ora ad Alice spetta il compito di dare alla luce Mattia, e l’Italia intera aspetta solo il momento della nascita del piccolo ometto.
Una mamma, una moglie, un portiere che non si è mai arresa. Ha inseguito i suoi sogni, le sue bandierine, i suoi traguardi, fino a raggiungerli. Il tutto con un unico piccolo, ma grande desiderio iniziale: voleva solo fare la calciatrice.
Fulvio Buongiorno
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