Spesso molti club femminili legati alle squadre maschili subiscono i bilanci delle maschili stesse e fanno delle rinunce. Di Danilo Billi

il
Fonte foto: Internet

Lentamente sta volgendo al termine l’ennesima stagione di calcio femminile che abbiamo seguito, la prima del tanto decantato professionismo in serie A. Purtroppo la situazione che volevamo portarvi a visionare con la lente d’ingrandimento e della quale in passato sicuramente altri hanno già dibattuto, sta nel fatto, spostando l’attenzione e il focus dal solito inflazionato campionato di serie A, di cui tutti sono professori in cattedra e di cui si parla anche fin troppo, forse alle volte per coprire altre situazioni che sono ormai giunte al paradosso, che troppo spesso molti club del femminile legati alle squadre maschili sono costretti a subire i bilanci delle maschili stesse e, quindi, devono fare delle rinunce. Senza altri giri pindarici di parole arriviamo velocemente al punto, sempre più squadre di calcio, in quello che doveva essere il movimento femminile, sono legate mani e piedi agli stessi club maschili, in particolare dopo una promozione, o per quanto riguarda la gestione degli impianti o la limitata divulgazioni che uffici stampa della prima squadra maschile difficilmente riescono ad espandere anche al femminile, che troppo spesso non ha una sua collocazione specifica e viene addirittura mischiato sotto la categoria giovani ecc… 

Ci sono in particolare in serie B o C squadre o neo promosse che sono prese per il collo dalla proprietà maschile alle quali si sono affiliate o sono cresciute, in un calcio moderno in cui anche club blasonati non hanno a bilancio in rosso e non investiranno certamente altro denaro per cercare di dare quella giusta solidità alla propria prima squadra femminile e di conseguenza a piramide a tutto quello che poi ne gravita sotto, ovvero ci riferiamo alle scuole calcio per giovani atlete ecc… Commettendo spesso il solito errore di un tempo, quando questo sport era anni luce lontano dal movimento che diventava, ovvero scegliendo l’allenatori o le allenatrici, a loro volta giocatrici stesse, e negando di conseguenza di cercare di costruirsi dei piccoli talenti in casa propria, spendendo e investendo in tecnici preparati ma allo stesso tempo costosi. 

I club di calcio femminile legati al maschile da tutto questo, escono decisamente con le ossa rotte, magari anche quando vincono un campionato, perché spesso diventano delle zavorre, o meglio delle squadre parcheggiate lasciate alla deriva senza che si possa contestualmente provare a inserire innesti importanti per il mantenimento della categoria, ma in modo particolare per la crescita della squadra stessa. La fortuna del calcio femminile italiano sempre secondo noi a questo punto è legata a club lungimiranti come ad esempio la AS Roma, il Como, e il Sassuolo per la serie A, il Brescia, la Lazio e il Ravenna per la serie B e con poche eccezioni, se si esclude il Bologna FC per la serie C, che stanno credendo tanto in questi progetti, dando loro la possibilità di non essere delle zavorre ma delle meravigliose realtà che camminano con le proprie gambe in parallelo alla squadra maschile, ma purtroppo sono sempre più perle rare che si possono trovare in questo panorama del bel paese, dove troppo, ma troppo spesso, il femminile è legato mani e piedi al maschile, e spesso ne è lo scarto o è trattato come al pari di una primavera di rappresentanza. 

Danilo Billi 

Copyright © delle redazioni delle testata giornalisticha di Danilo Billi Blog – Tutti i diritti riservati. Nessuno dei materiali presenti può essere utilizzato al di fuori del sito senza un preventivo consenso scritto.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...