
Questa volta, metaforicamente, siamo scesi dal treno dei tifosi “Fuori Sede” che seguono il Bologna per prendere l’aereo, visto che ci ha scritto Marcello da Dubai.
-Ciao Marcello come mai sei a Dubai? ci puoi raccontare un po’ la tua storia?
“Ciao, e grazie prima di tutto per avermi concesso questo spazio nel vostro giornale che seguo sempre tramite i social. Io lavoro a Dubai da circa 10 anni nel ramo della pulizia e manutenzione degli aerei, qui ovviamente, nonostante il Covid 19, c’è sempre stato un grande movimento intorno alle rotte aeronautiche, che sono anche il nodo degli spostamenti per arrivare e partire da questa città. Dubai nel corso degli anni è diventata la mecca di turisti e facoltosi di tutto il mondo, tanto da prendere in poco tempo l’appellativo della città che non dorme mai. Io ci sono arrivato per amore, visto che all’epoca stavo con una ragazza di Riccione che faceva l’assistente di volo e che era stata trasferita su questa tratta. Poco dopo che ero qui al suo seguito, mi sono ingegnato e ho trovato anche io lavoro, grazie alle sue conoscenze, e nel corso degli anni sono rimasto a Dubai, nonostante con lei avessi rotto il rapporto, per lo stipendio davvero importante che raddoppia se non triplica quello di un dirigente di banca di Bologna, dove prima lavoravo”.
-Bologna e il Bologna li porti sempre nel cuore?
“Sempre, Dubai è una città relativamente giovane e, di conseguenza, senza una sua storia, a differenza della nostra Italia e in particolare di Bologna, dove basta fare una passeggiata in centro storico per respirare a pieni polmoni l’aria della storia. Il Bologna lo porto invece tatuato anche su un polpaccio, rimanendo in tema con un articolo letto tempo fa e da voi pubblicato sulla passione del popolo rossoblu per i tatoo. Io ho 55 anni e ne ho passati almeno una trentina e più in curva, ho cambiato diversi gruppi, sono partito con i Forever Ultras che sono stati maestri di vita poi, però, per questioni di mentalità, io e miei amici ci siamo spostati in blocco e ci siamo uniti ai ragazzi della balaustra centrale, chi con i Mods chi con altri gruppi, per poi ritrovarci alla fine tutti assieme fino a quando sono stato nella Beata Gioventù”.
-Come viene vissuta la passione per il calcio a Dubai?
“Il calcio è parecchio seguito, ovviamente le pay tv passano le squadre europee. Delle italiane sono conosciute la Juventus, per via anche di Cristiano Ronaldo, il Milan, che qui ha sempre avuto interessi economici e l’Inter, delle altre non se ne parla proprio. Io, per esempio, per seguire il Bologna lo faccio a distanza con l’applicazione di Sky Go sul Mac, perché mio padre, anche lui sfegatato per il Bologna, in Italia ha l’abbonamento”.
-Riesci a seguire abbastanza partite?
“Sì, devo dire che con il lavoro ne ho perse solo 5 in questo campionato”.
-Ti piace il campionato che sta facendo il Bologna?
“Alti e bassi, ma sono fiducioso sul girone di ritorno, perché in difesa finalmente abbiamo sistemato un po’ le cose. Poi come al solito manca una punta centrale, un vero falco da area piccola che, allo stesso tempo, faccia in modo da tenere sempre alto il baricentro della squadra. La fortuna vuole che, come sempre, i nostri laterali si stanno movendo bene, a parte Orsolini, che è stato una grande delusione. Ora come ora pochi tiri, poco leziosi, ma tanto concreti, speriamo che duri e speriamo anche di iniziare sempre più spesso a tornare dalla trasferte con qualche punto in più, perché anche in questi due campionati senza pubblico abbiamo l’abitudine di raccogliere punti in casa e perdere in trasferta. Inoltre, spero che arrivi in questa seconda fase qualche colpo contro qualche big, non cambierebbe di tanto la classifica, ma darebbe tanto gas a tutti noi tifosi del Bologna”.
-A Dubai cosa ti dicono della tua passione per il Bologna?
“Solo quando vado a giocare a calcetto con i colleghi del lavoro metto la vecchia maglia di Baggio o di Signori, loro essendo tutti italiani mi capiscono benissimo, anche se la maggior parte è tifosa del Napoli, poi c’è un ragazzo del Verona e altri due del Milan e dell’Inter. Fra di noi facciamo anche il fantacalcio, e il Bologna è tenuto abbastanza in considerazione. Per quanto riguarda Dubai, in generale, quando mi capita di parlare della mia squadra del cuore, devo per primo spiegare dov’è geograficamente ubicata Bologna. La squadra, purtroppo, da queste parti non è conosciuta, ne la vogliono conoscere, semmai magari c’è qualcuno che gioca qualche bolletta (scommessa) sul calcio estero e, dunque, anche sul campionato italiano”.
-Pensi che tornerai presto allo stadio a Bologna finito questo periodo di Covid-19?
“Purtroppo il Covid-19 sta facendo non solo in Italia ma anche qui dei danni pazzeschi. A Bologna ho perso entrambi gli zii, mentre qui a Dubai 4 colleghi di lavoro in pochissimo tempo, anche se devo dire che la situazione paradossalmente è stata gestita meglio per noi “stranieri” qui. Ad esempio, io e tutti i miei colleghi italiani che lavoriamo al cantiere siamo stati vaccinati e gradatamente stiamo riprendendo, come del resto sta facendo l’intera città, una vita molto vicina alla normalità, ci sono persino dei locali e dei posti destinati solo a chi è stato vaccinato, dove anche all’interno si può stare senza mascherina e a contatto, cosa che in Italia non avverrà prima di un altro anno di pandemia. Dunque per il momento incrocio le dita per i miei cari che ho a Bologna e non torno, poi spero di fare rientro all’ombra delle due Torri quando si potrà tornare anche in curva. Sarà doppiamente bello vedere e riabbracciare gli amici di una vita spesa a difesa dei nostri colori, fra trasferte assurde e partite in casa in cui abbiamo trasformato il Dall’Ara in una piccola torcia”.
A cura di Danilo Billi